Tumore del colon-retto: come curarlo attraverso il Protocollo ERAS!

Tumore del colon-retto: come curarlo attraverso il Protocollo ERAS!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 02/10/2023

Il tumore del colon-retto affetta ogni anno più di 1 milione di persone, per lo più tra la popolazione di età maggiore di 70 anni. Approfondiamo nel seguente articolo cos’è il carcinoma al colon-retto e come trattarlo assieme al Dott. Corrado Da Lio, esperto in Chirurgia Generale a Venezia

Che cos’è il tumore del colon-retto?

Il tumore al colon-retto è un cancro che colpisce il grosso intestino (il colon) e l’ultima parte di questo, cioè il retto. Spesso origina da un polipo inizialmente benigno che poi si ingrandisce e si trasforma nel tempo in una forma maligna. Questo tumore può avere un comportamento familiare, cioè può colpire altri membri della stessa famiglia, ed è quindi importante eseguire per questi una colonscopia per prevenirne o scoprirne in tempo la comparsa.

Come si manifesta e come si diagnostica?

I sintomi principali sono la presenza di sangue mescolato alle feci, cambiamenti nell’evacuazione intestinale (stipsi/diarrea), dolore addominale, anemia. L’esame principale, oltre alla ricerca del sangue occulto nelle feci che viene usato anche come indagine di screening, è la colonscopia che consente di scoprire polipi e/o tumori e di fare delle biopsie per avere una conferma dall’esame istologico.

Quando si sceglie di intervenire con la chirurgia in laparoscopia?

Salvo casi particolari, valutati di volta in volta, non ci sono controindicazioni assolute all’intervento in laparoscopia che consente di avere un impatto ed un’invasività minore a parità di intervento eseguito. La laparoscopia rientra nel Protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery cioè “miglior recupero post-chirurgia) che applichiamo da molti anni nella nostra Unità Operativa al fine di ottenere una rapida ripresa per il paziente dopo l’intervento.

In cosa consiste l’intervento?

L’intervento in laparoscopia consiste di solito in quattro piccole ferite a livello dell’addome, nell’introduzione da queste degli strumenti appositi e nella resezione ed asportazione del tratto di intestino malato, ricostruendo il colon mediante una ricongiunzione di solito eseguita con delle suturatrici meccaniche.

La chirurgia dovrà essere accompagnata da altre terapie parallele?

Nei giorni che precedono e seguono l’intervento e durante l’intervento stesso, l’applicazione del Protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery cioè “miglior recupero post-chirurgia) prevede alcuni accorgimenti dietetici/comportamentali e terapeutici mirati e limitati nel tempo, con rapido ripristino della normale funzionalità dell’organismo contribuendo a ridurre la degenza del paziente. La decisione se associare successivamente alla chirurgia ulteriori terapie oncologiche per curare il tumore asportato verrà rimandata all’arrivo del referto dell’esame istologico definitivo sul pezzo operatorio e dopo discussione con il Gruppo Oncologico Multidisciplinare. Quest’ultimo, attivo nella nostra realtà e che vede la partecipazione di diversi specialisti (chirurgo, oncologo, radiologo, anatomo-patologo, internista, radioterapista), si fa carico del paziente dal momento della diagnosi e lo accompagna nelle scelte terapeutiche più adeguate e nel percorso di cura e controlli dopo l’intervento chirurgico.

Chirurgia Generale a Mirano