Uso eccessivo di TAC e rischio cancro: un allarme da non ignorare

Pubblicato il: 03/07/2025 Editato da: Serena Silvia Ponso il 03/07/2025

L’utilizzo eccessivo della tomografia computerizzata (TAC) è finito sotto i riflettori per i possibili rischi a lungo termine legati all’esposizione a radiazioni ionizzanti. Uno studio recente del prestigioso Institute of Cancer Research (ICR) ha evidenziato come negli Stati Uniti l'abuso delle TAC potrebbe contribuire alla comparsa di oltre 100.000 nuovi casi di cancro nel prossimo futuro. Un dato allarmante che deve far riflettere anche in Italia, dove l’uso della diagnostica per immagini è in continua crescita.

Un aumento silenzioso dell’esposizione

Negli ultimi decenni, l’utilizzo delle TAC è aumentato in maniera significativa. Questo esame è estremamente utile in ambito chirurgico e diagnostico, in quanto consente di ottenere immagini dettagliate di organi interni, tessuti e vasi sanguigni. Tuttavia, ogni singola TAC espone il paziente a una dose di radiazioni che può essere anche 100-500 volte superiore a quella di una radiografia standard.

Lo studio dell’ICR ha sottolineato che, sebbene molte di queste indagini siano giustificate da un punto di vista clinico, una parte non trascurabile potrebbe essere evitata o sostituita da tecniche alternative meno dannose, come l’ecografia o la risonanza magnetica.

Il rischio per la popolazione

Secondo le stime, l’abuso della TAC potrebbe essere responsabile di circa il 2% di tutti i nuovi casi di tumore negli Stati Uniti. I soggetti più a rischio sono i giovani e i bambini, per via della maggiore sensibilità ai danni da radiazioni e della lunga aspettativa di vita, che aumenta il tempo di latenza per l’insorgenza di tumori secondari.

Per i pazienti adulti, e in particolare per quelli seguiti in ambito di chirurgia generale, è fondamentale valutare attentamente il rapporto rischio-beneficio di ogni esame. La consapevolezza del potenziale rischio oncologico dovrebbe far parte del processo decisionale clinico.


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L’importanza della radioprotezione

In Italia esistono linee guida che regolamentano l’impiego delle radiazioni ionizzanti in ambito medico, ma è necessario rafforzare l’informazione sia tra i medici sia tra i pazienti. L’adozione del principio di “giustificazione” (richiedere l’esame solo quando strettamente necessario) e di “ottimizzazione” (minimizzare la dose di radiazioni) è essenziale per proteggere la salute pubblica.

I chirurghi generali, spesso coinvolti nella gestione di pazienti complessi, dovrebbero collaborare strettamente con radiologi e medici di medicina generale per evitare esami superflui e proporre percorsi diagnostici personalizzati e sicuri.

Conclusione

L’utilizzo appropriato della TAC resta uno strumento prezioso nella diagnosi e nella gestione chirurgica, ma è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori sanitari sui rischi dell’esposizione non necessaria alle radiazioni. Una maggiore attenzione può ridurre la sovradiagnosi, migliorare l’appropriatezza clinica e contribuire alla prevenzione di forme tumorali secondarie legate a un uso eccessivo di tecnologie diagnostiche.

Chirurgia Generale a Treviso

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