Vertigini: impariamo a riconoscerle

Vertigini: impariamo a riconoscerle

Editato da: Serena Silvia Ponso il 16/05/2023

La vertigine è la sensazione di vedere il mondo attorno a noi girare (questa definita vertigine oggettiva), oppure di essere noi a muoverci rispetto al mondo esterno (comunemente definita vertigine soggettiva). Ne parla il Prof. Roberto Carlo Teggi, specialista in Otorinolaringoiatria

Come capire che sono in atto delle vertigini?

ll segno clinico che ci segnala una condizione patologica di un vestibolo è un movimento degli occhi chiamato nistagmo, caratterizzato da uno scivolamento lento di entrambi gli occhi verso un lato e dal loro rapido ritorno in posizione al centro delle orbite.
È un disturbo comune, tanto che è la terza causa di accesso al Pronto Soccorso.

Come si valuta un paziente con vertigini?

Le caratteristiche del nistagmo, rilevabili con strumentazione idonea quali maschere con telecamere per la rilevazione e lo studio di questo segno clinico (video head impulse e video Frenzel), consentono di differenziare le condizioni legate a una disfunzione dell’orecchio interno quali neuriti vestibolari provocate da virus non pericolosi come gli herpes (quelli che provocano “bollicine” ad esempio sotto ad un labbro quando siamo stressati), dalle poche (per fortuna) condizioni legate a patologie neurologiche, in maniera più precisa rispetto a una TAC eseguita durante l’evento acuto.

La stessa strumentazione consente, spesso anche a distanza di anni dall’evento acuto, di rilevare i segni dello stesso.

 

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Alcuni riferiscono di aver avuto diversi episodi di vertigini durante la vita…

Si tratta delle vertigini episodiche, che più facilmente ricapitano diverse volte nella vita.

Tra queste ricorderei l’emicrania vestibolare, che determina episodi vertiginosi a volte associati a cefalea o fastidio per luci e suoni forti, in persone affette da cefalea emicranica; la malattia di Menière, che determina crisi vertiginose spesso violente della durata di ore e precedute da ovattamento a un orecchio; in quest’ultima forma, la ripetizione delle crisi lascia spesso una diminuzione di udito a un orecchio.

Si sente parlare di cristalli nell’orecchio interno in grado di provocare vertigine: perché succede?

In questo caso siamo di fronte alla più comune vertigine periferica, ossia la cupololitiasi o vertigine parossistica posizionale benigna. La causa è il distacco di frammenti di piccoli cristalli chiamati otoconi e il loro ingresso in un canale semicircolare; tale condizione determina brevi (30 secondi) episodi di vertigine che normalmente accadono a letto, quando ci si gira su un fianco.

La storia clinica di una vertigine che compare a letto, violenta e breve alcuni secondi dopo aver assunto la posizione scatenante, è suggestiva per questa condizione, soprattutto quando si ripete sempre quando ci si sdraia su quel fianco.

Come è possibile trattare le vertigini?

Durante la fase acuta di una vertigine abbiamo a disposizione farmaci sintomatici, in grado di diminuire durata e intensità della vertigine.

Per le forme episodiche abbiamo farmaci in grado di ridurre le possibilità di avere nuovi episodi. Infine nella cupololitiasi, l’esecuzione di semplici manovre liberatorie consente di risolvere il problema spesso durante la prima visita.

Aggiungerei in ultimo come la vertigine è un sintomo che spesso spaventa la persona che la prova e nella valutazione è necessario tenerlo in conto.

 

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Otorinolaringoiatria a Milano