Estate è sinonimo di relax, sole e mare, ma ad ostacolare la nostra ricerca della felicità ci sono i fastidiosi pruriti causati dalle punture. Zanzare, ragni, pesci e meduse sono solo alcuni degli animali che possono causare reazioni che variano da un semplice prurito a vere e proprie reazioni allergiche. Ecco come affrontarle!
Punture di zanzare
Le zanzare si nutrono del nostro sangue e, dopo averci punto, iniettano degli anticoagulanti e degli anestetizzanti nel nostro corpo, provocando una vasodilatazione e una produzione di istamina che si manifestano con arrossamento, gonfiore e prurito. Raramente causano reazioni allergiche. In questi casi, è possibile ridurre i sintomi applicando acqua fredda o ghiaccio; mentre il miele, il bicarbonato, le bucce di banana ed altri rimedi fai da te non possiedono evidenze scientifiche che confermino la loro efficacia. Nel caso in cui il prurito e il gonfiore fossero particolarmente fastidiosi e duraturi, si può ricorrere a farmaci o creme a base di corticosteroidi previo consulto con un medico. Per prevenire invece le punture di insetti si possono utilizzare degli spray repellenti.
Punture di api e vespe
Le vespe sono degli animali abbastanza aggressivi che pungono quando si sentono minacciati. Per evitare di essere nuovamente punti, è importante allontanarsi dalla zona in cui è avvenuto “l’attacco”. Le punture di vespe si manifestano fin da subito con un forte dolore associato a prurito, bruciore e rossore. Chi è allergico corre il rischio di andare incontro a uno shock anafilattico, caratterizzato da:
- Nausea
- Difficoltà nella respirazione
- Senso di svenimento
- Abbassamento della pressione
- Gonfiore di viso, labbra e gola
A differenza delle vespe, le api sono insetti meno aggressivi che attaccano solamente quando ritengono che il loro alveare sia in pericolo. Quando un’ape punge, il pungiglione si stacca dal suo corpo insieme alla sacca del veleno, provocandone la morte. È importante rimuovere quanto prima il pungiglione dalla pelle senza schiacciarlo con le dita, in quanto la sacca continua ad iniettare veleno.
Zecche
Le zecche sono degli acari che, invece di saltare o volare sulla preda, si appostano sull’estremità delle piante e attendono il passaggio di un animale o un uomo per attaccare. Il loro morso può perforare in maniera indolore la nostra pelle grazie ad una sostanza anestetica che emettono durante la puntura. Le zecche restano attaccate ad un ospite per circa 2-7 giorni, dopodiché cadranno spontaneamente. Per l’uomo il morso di una zecca non è pericoloso, ma può trasmettere diverse infezioni: per questo motivo si consiglia di controllare bene la propria pelle (testa, collo, fianchi, dietro le ginocchia) a seguito di un’escursione in campagna. Se si scopre di essere stati morsi da una zecca, bisogna toglierla il prima possibile con delle pinzette avendo cura di rimuovere tutto il corpo (anche la testa) e poi disinfettare accuratamente. Se nei giorni successivi si notano gonfiore nella zona punta, dolore o sintomi influenzali bisogna consultare un medico per escludere infezioni pericolose.
Meduse ed altri animali marini
Una delle punture più comuni quando si va al mare è quella della medusa: nonostante il forte dolore è importante non perdere la calma e non grattare la zona colpita per evitare di rompere le vescicole contenute nei filamenti, peggiorando la situazione. Un buon rimedio è sciacquare con acqua di mare ed applicare una crema a base di cloruro di alluminio; altri rimedi fai da te come la pipì o l’utilizzo di ammoniaca non sono efficaci.
Oltre alla medusa, anche la tracina, conosciuta comunemente con il nome di “pesce ragno”, può essere considerato un nemico per la nostra pelle. Questo pesce vive infatti nascosto nella sabbia e possiede delle spine dorsali velenose. Una volta pestato, il veleno causa un forte dolore, raramente associato a nausea, tremore, vomito e perdita di conoscenza. Chi viene punto da un pesce ragno dovrà innanzitutto eliminare eventuali residui di aculei dalla pelle, spremere il veleno il più possibile ed immergere il piede in acqua calda per almeno mezzora, in modo da bloccare il veleno. Il dolore si ridurrà dopo circa 45 minuti.
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