Video del Prof. Giovanni Tinelli

Patologie vascolari, come stanno gli italiani?


Descrizione:

Come sta il sistema vascolare degli italiani? Ne parliamo con il Prof. Giovanni Tinelli (Chirurgo Vascolare, Resp.le UO Terapie Endovascolari Policlinico Gemelli IRCCS) in un'intervista esclusiva sul nostro canale YouTube. “Parlare di patologie vascolari oggi significa parlare di problematiche in forte crescita a livello mondiale. Un po’ questo dipende dallo sviluppo di altre patologie ad esse correlate tipo il diabete, che diventa una problematica a livello mondiale preminente, o per la diffusione di cattivi stili di vita. Per parlare ed entrare nello specifico delle patologie vascolari dobbiamo distinguere quelle arteriose da quelle venose, e parlare quindi di sistema vascolare. Dobbiamo immaginarcelo come un sistema idraulico che porta il sangue ricco di ossigeno dal cuore verso le estremità, verso tutto il nostro corpo, questo è il sistema arterioso. Il sistema venoso fa l’opposto, porta il sangue, ricco a questo punto di anidride carbonica, dalla periferia verso il cuore. Questo è un circuito, il circuito del sistema vascolare. Bisogna distinguerlo perché le patologie sono completamente diverse. La patologia arteriosa si basa essenzialmente su fattori di rischio correlati alla patologia aterosclerotica, quindi la degenerazione delle pareti arteriose che possono portare ad un ristringimento del volume, cioè ad una diminuzione del sangue a valle, oppure ad una dilatazione della parete dell’arteria, formando un aneurisma. Più si ingrandisce l’aneurisma, più c’è il pericolo che questo possa rompersi. Sulla patologia arteriosa due principali rischi: la possibilità di ischemia quando si restringe l’arteria e il rischio della rottura dell’aneurisma nel caso in cui l’arteria è aneurismatica, cioè ingrandita. Legata alle patologie vascolari di carattere arterioso, parliamo delle tre grandi famiglie di prevenzione. Per quanto riguarda la patologia essenzialmente vascolare: prevenzione dell’ictus cerebrale, la prevenzione della rottura dell’aneurisma dell’aorta, e la prevenzione della patologia ostruttiva degli arti inferiori. Dall’altro lato parliamo adesso di sistema di ritorno, il sistema venoso. Parliamo della insufficienza venosa cronica, una patologia con una prevalenza molto alta soprattutto nelle donne, anche di età giovanile, correlata a stili di vita appunto come l’ortostatismo, lavorare in piedi, oppure alla famigliarità, quindi entriamo nel concetto di genetica e di ereditarietà di queste patologie, insieme al sistema linfatico che porta, dal basso verso l’alto nel caso degli arti inferiori, tutta l’acqua in eccesso, la linfa. Quando ci sono dei meccanismi, soprattutto fisici, che impediscono questo ritorno, essenzialmente nella vena la rottura delle valvole, un sistema che permette al sangue di andare verso l’alto ma non di tornare in giù, le valvole si rompono e il sangue invece torna giù, creando una stasi. La stasi fa sì che aumenti la pressione a livello degli arti inferiori con gonfiore, disagi nella vita quotidiana quali crampi, possibilità di discromie, edema degli arti inferiori, associato alla comparsa anche di capillari, vene, varici, che sono la dilatazione delle vene stesse. A questo si può associare anche un edema essenzialmente linfatico, nel quale le vene fanno il loro lavoro ma il sistema linfatico no. Tutto questo succede perché noi, a livello degli arti inferiori, non abbiamo un cuore che pompa verso su, il tutto deve avvenire contro gravità. (Pensate che lavoro devono fare il sistema venoso e linfatico.) Ma, in realtà, un cuore c’è. Il cuore è l’attività del cammino, attraverso la posizione del piede, uno dopo l’altro, si spreme quella che è la spugna al di sotto del piede che manda verso l’alto la quantità di sangue e di linfa verso il polpaccio. E lì il polpaccio, contraendosi nel cammino attraverso il muscolo gastrocnemio e solio, invia la linfa e il sangue verso su. Questo è il circuito che si innesca. “