Acufene: cosa fare quando le orecchie fischiano?

Acufene: cosa fare quando le orecchie fischiano?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 10/06/2021

L’acufene non è una patologia, ma un sintomo. Si tratta di un disturbo che riguarda una larga parte della popolazione, desta preoccupazione ed è aggravata da stati ansiosi. Ne parla il Dott. Antonino Incammisa, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma

Qual è il compito dell’otorinolaringoiatra?

Compito dell’otorino è distinguere tra i sintomi collegati ad una patologia specifica e complessa dell’orecchio (riguardanoOrecchio il 50%) e quelli senza causa o da correlare a disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare o di pertinenza somato-sensoriali.  Non è un rumore che tutti possono ascoltare, ma è un’allucinazione uditiva; cioè un errore che si viene a creare tra messaggio acustico che origina nelle prime vie uditive a partire dalla coclea e dal cervello. Quindi in una buona percentuale di casi l’acufene è la conseguenza di un errore a livello di interpretazione che si verifica in varie aree corticali superiori. Nello specifico possiamo dire che è impossibile che si manifesti lo stesso acufene su 10 persone che ne soffrono; piuttosto ognuno ne avrà uno diverso dall’altro (rumore del vento, rumore della cascata, ronzio, fischio, rumore delle onde, crepitio delle foglie, rumori ottusi, ecc.). Altra cosa da valutare è la modalità di presentazione dell’acufene. Infatti, certe volte l’acufene è di tipo pulsato, cosa che sottintende spesso la presenza di una patologia vascolare (ipertensione, posizione, neoformazioni vascolari, ecc.). In ultima analisi lo specialista otorinolaringoiatra che si occupa di acufeni deve sostanzialmente distinguere tra gli acufeni con una causa organica che spesso scompaiono con il trattamento medico-chirurgico della causa stessa e gli acufeni senza una causa evidenziabile e trattabile.

L’artrosi cervicale potrebbe essere una causa di acufene?

Sì, ma in una percentuale notevolmente inferiore rispetto a quello che è l’immaginario collettivo.

Qual è la fascia di età più colpita?

Sicuramente dai 40-50 anni in su. Gli acufeni giovanili sono rari.

Nella sua esperienza è molto invalidante? Ci sono persone che addirittura hanno avuto istinti suicidi a causa dell’acufene?

Per citare alcuni numeri possiamo dire che il 10-15% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto di acufeni. Di questi soltanto nell’1-2% dei casi l’acufene assume caratteristiche fortemente invalidanti. Negli altri casi il paziente chiede una visita specialistica per sentire un parere e solo per escludere qualche causa grave. In queste situazioni, dopo aver escluso patologie organiche serie, basta tranquillizzare il paziente. Inoltre, esiste un 1-2%, (dato importante dato che la popolazione adulta in Italia è di circa 40 milioni), che correla l’insorgenza o l’ingravescenza dell’acufene a situazione di stress psico-fisico (perdita o malattia di un caro, problemi familiari e/o lavorativi, incidente stradale, ecc.).

“Dottore quando sono nervoso l’acufene aumenta!”

Anche questo è pienamente giustificato da quello che abbiamo appena detto, proprio perché questo disturbo è legato alla funzionalità del cervello e nel momento in cui il cervello è sotto stress anche l’acufene ne risente.

Esiste una cura?

È una bella domanda. Fino a qualche anno fa la cosa più frequente che il paziente si sentiva dire era “Ci deve convivere, purtroppo non c’è niente da fare, deve andare avanti così!” e questa era una cosa che in un paziente già stressato e stanco rappresentava un possibile peggioramento della situazione. Oggi la situazione è cambiata. Ritengo che ci siano tutte le condizioni per poter sostenere che in pazienti ben diagnosticati, con determinate caratteristiche e in cui non ci sia una causa organica e/o somato-sensoriale si possa risolvere il problema e curare l’acufene. Non diamo il messaggio che l’acufene si curi sempre e comunque. Specialmente nei soggetti che soffrono di normoacusia, nei pazienti che abbiano maggiore difficoltà ad addormentarsi di notte, ma anche nei pazienti con ipoacusia, facendo riferimento alla sound-terhapy (che ormai è ampiamente qualificata e accertata nella gestione di questi pazienti), ma con opportuni accorgimenti e modifiche alle terapie tradizionali che si rifanno alla sound-therapy, riusciamo ad ottenere delle ottime percentuali di successo.

Quindi il messaggio che io vorrei dare è questo: innanzitutto è importante tranquillizzarsi poiché, nella maggior parte dei casi, dietro l’acufene non si nasconde una patologia grave (il rischio che possa essere causato da un tumore è inferiore all’1%), in molti casi utilizzando dei device particolari nel filone della sound-therapy noi riusciamo ad ottenere quantomeno una riduzione notevole del fastidio e spesso a risolvere completamente il problema.

Otorinolaringoiatria a Roma