Allergie alimentari: come prevenire uno shock anafilattico?

Allergie alimentari: come prevenire uno shock anafilattico?

Editato da: Marta Buonomano il 13/04/2024

Le allergie alimentari sono condizioni che richiedono particolare attenzione da parte di chi ne soffre. Per questo motivo, il nostro esperto in Dietologia a Roma, il Dott. Giancarlo Sandri, ci spiega in cosa consiste e come evitare una reazione allergica

Che cos’è un’allergia alimentare?

L’allergia alimentare è una patologia abbastanza diffusa, spesso confusa con l’intolleranza alimentare, riscontrabile nell’1-3% della popolazione. Si manifesta prevalentemente nei bambini, ma anche gli adulti possono soffrire di allergia (a volte fin dall’infanzia) e può presentarsi con differenti sintomi. Le allergie, tanto alimentari quanto respiratorie, sono caratterizzate da un meccanismo di tipo immunomediato, vale a dire che il nostro organismo produce anticorpi che attaccano gli allergeni (es. proteine del latte o pollini in caso di allergia respiratoria). Questo processo provoca una reazione che si manifesta generalmente con prurito, gonfiore nella cavità orale ed attorno alle labbra, eruzioni cutanee, sintomi gastrointestinali, fino ad arrivare all’abbassamento di pressione arteriosa con conseguente shock anafilattico.

Diagnosi delle allergie alimentari: come avviene e perché è importante?

I test diagnostici sono assolutamente importanti quando si sospetta un’allergia. Nonostante lo shock anafilattico sia molto raro, è importante eseguire la diagnosi di allergia alimentare per evitare che il soggetto manifesti questa sintomatologia estremamente grave, come è successo in un caso recente di cronaca. I test cutanei prevedono una serie di piccole punture sull’avambraccio sulle quali è stata applicata una goccia di un allergene. In caso di allergia, a seguito delle punture sarà possibile riscontrare una papula o un arrossamento nel punto dell’iniezione. Esistono anche test diversi e più complessi come il prelievo del sangue (RAST) in cui vengono ricercati gli anticorpi rivolti contro gli allergeni.
A seguito della diagnosi non si deve più assumere l’alimento in questione; è possibile fare delle prove di reinserimento ma solo sotto stretto controllo medico, evitando quindi di reintrodurre l’alimento quando si è soli a casa.

Quali sono le allergie più comuni?

Uno dei problemi delle allergie alimentari è che anche la presenza di piccolissime quantità di allergene in alimenti che non sembrano essere pericolosi può scatenare sintomi potenzialmente mortali. Gli allergeni più comuni oltre al latte sono:

  • Uova
  • Molti tipi di pesce
  • Semi: nocciole, noci, mandole, arachidi (il burro di arachidi, molto usato negli Stati Uniti è una delle cause più frequenti di shock anafilattico)
  • Alcuni tipi di frutta come il kiwi e il sedano

In generale, però, nessun alimento è assolutamente indenne dal causare allergia.  

Come curare un’allergia alimentare?

Eliminare l’assunzione degli alimenti in cui è presente l’allergene, in forma più o meno nascosta, è la strategia migliore per evitare i sintomi di un’allergia. Per sapere quali sono questi alimenti, si può chiedere un parere al medico di famiglia, ad un pediatra o ad un allergologo. 

L’allergia può scomparire?

Sì, è noto che le allergie nei bambini possono evolvere in modo favorevole nel tempo e scomparire, come pure che l’allergia può esordire negli adulti e in questi casi la situazione è più stabile e non tende quindi a migliorare.

Prevenire ed affrontare uno shock anafilattico

Per prevenire una reazione allergica è necessario prestare particolare attenzione agli alimenti assunti, soprattutto quando si va nei ristoranti. Oggigiorno chi soffre di allergia è molto più tutelato in quanto viene sempre esposta la lista di allergeni contenuta negli alimenti utilizzati e questo consente di evitare tutte le reazioni allergiche, dalle più leggere a quelle più gravi. In ogni caso, i soggetti che sanno di poter subire uno shock anafilattico (per precedenti esperienze o per sospetto del medico) devono portare sempre con sé una fiala di adrenalina, un ormone molto potente che, se iniettato immediatamente, è in grado di risolvere lo shock anafilattico provocato dall’abbassamento di pressione. Un’alternativa all’adrenalina è l’utilizzo di cortisonici da iniettare in vena o sottocute. Il problema si presenta quando una persona non sa di essere allergica: in questo caso si sperimenteranno i sintomi di un’allergia ed il paziente potrà recarsi dal medico per iniziare l’iter diagnostico.

Quanto è importante l’assistenza di parenti o amici preparati a reagire ad uno shock?

Mentre le intolleranze si manifestano dopo alcune ore dall’assunzione, gli effetti di un allergia sono immediati. I primi sintomi si possono riscontrare dopo un’quarto d’ora, mezzora, mentre lo shock anafilattico può presentarsi dopo soli pochi minuti. Essendo una patologia grave ed acuta, che compare improvvisamente e rapidamente, è essenziale che i familiari e le persone vicine al paziente siano a conoscenza della situazione in modo da assisterlo al meglio senza farsi prendere dal panico.

Allergie e ristoranti: quali sono gli obblighi del ristoratore e del soggetto allergico?

Come sempre in medicina, ci vuole una collaborazione: il paziente deve comunicare senza riserve le proprie esigenze al ristoratore specificando di soffrire di allergia, mentre il ristoratore ha l’obbligo di esporre nel menu gli allergeni contenuti nei piatti in modo che il cliente possa consapevolmente non ordinare alcuni alimenti.

 

Dietologia a Roma