Allergie alimentari: istruzioni per l’uso!

Allergie alimentari: istruzioni per l’uso!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 04/10/2023

Quasi il 4% della popolazione mondiale soffre di allergie alimentari. L’allergia ad un alimento può generare un grande ventaglio di conseguenze di diversa gravità: se noti una qualsiasi reazione a tavola, rivolgiti direttamente ad uno specialista in allergologia

Allergie alimentari: cosa sono?

Le allergie alimentari sono delle manifestazioni causate da una reazione del sistema immunitario nei confronti di un alimento o di un gruppo di alimenti. Le manifestazioni sono per lo più a carico della pelle (orticaria, dermatite atopica), dell’apparato respiratorio (asma, congestione nasale), dell’apparato gastrointestinale (vomito, diarrea) e possono comparire immediatamente, cioè entro 1-2 ore, oppure a distanza di 24-72 ore. Anche la gravità dei sintomi è molto variabile e si va da forme lievi a forme anche molto gravi (anafilassi fino allo shock).

Cause e sintomi

Le allergie alimentari sono causate da una perdita della tolleranza immunitaria nei confronti di proteine alimentari e successivo sviluppo di una risposta immunitaria contro di esse. La diagnosi viene posta sulla base alla storia clinica del paziente, che riferisce il verificarsi di reazioni avverse dopo aver mangiato alcuni alimenti, e con l’esecuzione di test allergologici sia cutanei che su sangue. Tuttavia, in un numero elevato di pazienti, questa modalità diagnostica non consente di giungere ad una diagnosi certa. In questi casi si deve ricorrere al test di provocazione con l’alimento sospetto, ovviamente in ambienti adeguati dove sia possibile assistere il paziente e far fronte ad eventuali reazioni avverse indotte dal test. Le allergie alimentari si possono prevenire facendo molta attenzione a non assumere gli alimenti causa dei disturbi e leggendo attentamente le etichette che indicano la composizione dei cibi confezionati.

È possibile curare le allergie alimentari?

La terapia delle allergie alimentari, soprattutto per le forme gravi (anafilassi), consiste nell’evitare l’alimento che causa i disturbi. Esiste anche la possibilità di indurre una sorta di desensibilizzazione facendo assumere al paziente dosi crescenti dell’alimento offendente, iniziando da dosi molto basse e procedendo con incrementi mini.

ATTENZIONE: si tratta di una procedura a rischio che deve essere valutata attentamente dal medico, caso per caso, e che comunque deve essere praticata potendo disporre di strutture ospedaliere idonee, dotate di tutti i farmaci e gli strumenti necessari ad affrontare reazioni anafilattiche, possibili soprattutto nelle fasi di incremento delle dosi.

Shock anafilattico: come comportarsi

Il paziente affetto da grave allergia alimentare (anafilassi) deve avere con sé sempre un autoiniettore di adrenalina pronta; esistono in commercio varie tipologie di tali dispositivi e sarà lo specialista allergologo ad indicare quale tipo va usato e come si deve procedere in caso di urgente necessità di intervento.

Allergologia a Ardea