Alluce valgo? La soluzione è la Chirurgia mininvasiva!

Alluce valgo? La soluzione è la Chirurgia mininvasiva!

Editato da: Claudia Serra il 12/11/2021

L’alluce valgo consiste nella deformazione del primo dito del piede. Causa dolore, arrossamento e difficoltà nel camminare. È importante intervenire al più presto quando si presenta questo problema e, se non è possibile risolverlo con un trattamento conservativo, è necessaria una chirurgia. Il Dott. Bragantini, esperto in Ortopedia e Traumatologia, consiglia la chirurgia mininvasiva e ci spiega come avviene

Che problemi comporta l’alluce valgo?

L’alluce valgo è la più frequente patologica a carico dell’avampiede. Consiste in una progressiva divergenza tra il primo e i restanti metatarsi, che porta ad un maggiore attrito della parte interna dell’alluce contro la calzatura con formazione di fastidiose borsiti da sfregamento. La principale causa è di tipo familiare. La calzatura stretta è spesso una concausa che accelera l’evoluzione della sintomatologia.

piedi di donna

In che modo possono essere risolti?

Uno dei trattamenti è quello conservativo, ovvero l’uso di calzature comode, terapie fisiche nei casi di borsite, impiego di divaricatori morbidi che non vadano a sollecitare in maniera esagerata l’articolazione dell’alluce. Qualora non sia sufficiente, è necessario il trattamento chirurgico.

Le tecniche chirurgiche per il trattamento dell’alluce valgo con la chirurgia mininvasiva sono svariate. Trattandosi di una deformità ossea, il trattamento ottimale deve avere come bersaglio l’osso. Gli obiettivi da raggiungere sono: la riduzione della maggiore salienza ossea a carico della testa del primo metatarso (esostosi), l’allineamento dell’apparato flesso estensorio della articolazione dell’alluce, la riduzione della divergenza tra i metatarsi, il trattamento delle deformità che si associano al valgismo (metatarsalgie da sovraccarico legate all’insufficienza del primo raggio, deformità in griffe o a martello delle dita laterali).

Qual è il suo consiglio Dottore?

Nella mia esperienza chirurgica, dopo aver testato svariate tecniche di chirurgia aperta con vari mezzi di sintesi, negli ultimi 25 anni utilizzo solo tecniche mininvasive percutanee. Tutto ciò integrando l’esperienza delle osteotomie percutanee distali (PDO) che nasce nella Clinica Ortopedica Università di Verona nel 1996, con l’influenza della scuola spagnola di De Prado.

I gesti chirurgici fondamentali possono essere diversamente associati a seconda della gravità della deformità e delle patologie associate. Nei casi lievi si consiglia l’asportazione della parte esuberante della testa del primo metatarsale (esostosectomia) e correzione dell’allineamento della prima falange (osteotomia varizzante), che vengono eseguite con accessi di 2-3 mm e strumenti dedicati sotto controllo di un apparecchio radiografico che permette l’ottimale localizzazione della zona di lavoro. Nei casi medio gravi, oltre ai gesti chirurgici sopra descritti bisogna aggiungere anche una osteotomia con traslazione della testa del primo metatarsale per ridurne la divergenza. A garanzia del mantenimento in posizione corretta della osteotomia, stabilizzo il primo raggio con un ferretto percutaneo, che dopo solo 20 giorni viene rimosso in occasione della prima medicazione. Anche questa osteotomia viene eseguita con miniaccesso e con frese a basso numero di rotazioni che non ledono l’osso per l’eccessivo riscaldamento.

Come avviene l’intervento?

Tutta questa chirurgia può essere eseguita in anestesia locale con blocco alla caviglia, in regime di Day Surgery. Il piede operato viene semplicemente bendato. Il paziente con apposita calzatura postoperatoria può concedere immediatamente il carico e torna dopo 20 giorni a nuova medicazione con rimozione del ferretto, qualora presente, e successivo impiego di sandali e scarpe da ginnastica ampie.

Importante il ruolo della fisioterapia che va eseguita con aiuto della fisioterapia per il recupero della corretta motilità dell’alluce. Dopo 3 mesi viene eseguito un controllo radiografico per la verifica della corretta consolidazione delle osteotomie.

Ortopedia e Traumatologia a Verona