Aneurisma cerebrale non rotto: trattamento chirurgico o endovascolare?

Aneurisma cerebrale non rotto: trattamento chirurgico o endovascolare?

Editato da: Marta Buonomano il 14/03/2023

Aneurismi cerebrali: cosa succede quando non si rompono? Il nostro esperto in Neurochirurgia a Bologna, il Dott. Carmelo Sturiale, ci spiega cosa sono gli aneurismi cerebrali non rotti

Cosa sono gli aneurismi cerebrali non rotti?

Sono dilatazioni patologiche di una o più arterie cerebrali, interessano circa il 2% della popolazione. La differenza con gli aneurismi rotti è che non è avvenuta la rottura dell'aneurisma e la conseguente emorragia cerebrale.

È possibile prevenirli?

donna che fuma una sigarettaLa causa della formazione degli aneurismi non rotti è una debolezza congenita della parete arteriosa in un punto (in genere là dove le arterie si biforcano o dove prendono origine rami arteriosi). I fattori di rischio principali che contribuiscono alla formazione, crescita ed eventuale rottura di aneurismi non rotti sono: ipertensione, fumo, aterosclerosi. Il programma di prevenzione non esiste (si tratta di lesioni congenite) mentre le abitudini da evitare sono soprattutto il fumo. L'ipertensione e l'ipercolesterolemia vanno tenute sotto stretto controllo.

Perché è difficile formulare una diagnosi precoce?

Gli aneurismi non rotti sono spesso scoperti casualmente quando si fa una Tac o una risonanza cerebrale per altri motivi (trauma, vertigini, mal di testa). Alle volte possono causare sintomi perché comprimono ad esempio il nervo ottico (disturbi visivi) o il nervo oculomotore (chiusura di una palpebra). La diagnosi si può fare con Angio-Tac, Angio-risonanza, o angiografia cerebrale. Gli aneurismi non rotti possono rimanere silenti tutta la vita. In effetti solo una piccola percentuale va incontro a rottura, la maggior parte sono scoperti per caso.

Cosa prevede la terapia?

Volto di una ragazza con le mani appoggiate sulle tempieIl trattamento può essere chirurgico o endovascolare. Il trattamento chirurgico (microchirurgico) consiste nel praticare una piccola craniotomia frontotemporale e nel raggiungere l'aneurisma cerebrale usando il microscopio chirurgico. L'aneurisma, una volta esposto chirurgicamente, viene eliminato posizionando una clip metallica (come una piccola molletta) sul colletto dell'aneurisma impedendo così al sangue di entrare nell'aneurisma e prevenendo possibili rotture della sacca aneurismatica. Il trattamento endovascolare consiste invece nell'inserire una catetere nelle arterie cerebrali, raggiungere "dall'interno" l'aneurisma e chiuderlo riempiendolo di spirali di platino. Alle volte bisogna usare degli stent o dei diversori di flusso (per aneurismi più complessi) e occorre somministrare al paziente farmaci anticoagulanti. La scelta del trattamento viene fatta sulla base delle caratteristiche dell'aneurisma (ve ne sono di più adatti alla terapia chirurgica o alla terapia endovascolare). I risultati, quanto alla chiusura completa e definitiva dell'aneurisma, sono più favorevoli per la chirurgia (oltre il 90% di chiusura definitiva) mentre il metodo endovascolare ha minori complicanze. I rischi della chirurgia sono inferiori al 10% mentre quelli dell'endovascolare sono inferiori al 7%.

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