Aneurisma dell’aorta: di cosa si tratta?

Aneurisma dell’aorta: di cosa si tratta?

Editato da: Martina Gorla il 30/09/2022

L’aneurisma è una dilatazione patologica permanente, progressiva ed irreversibile che interessa tutti gli strati dell’arteria. La sua localizzazione più frequente è aortica, soprattutto a livello addominale, ma può presentarsi anche nel tratto toracico o a livello delle arterie periferiche e degli arti inferiori (seppur con minor frequenza)

A cosa è dovuta la formazione di un aneurisma aortico?

Tutt’ora è ancora sconosciuta la causa precisa che porta alla formazione di un aneurisma dell’aorta, nonostante nel 90% dei casi è dovuto all’arteriosclerosi (malattia degenerativa che a causa del deposito di colesterolo e cellule pro-infiammatorie che irrigidisce le arterie di medio e grosso calibro).

Oggi gli specialisti sono comunque tutti d’accordo nell’attribuire un ruolo di grande importanza, a fattori come:

  • Ipertensione;
  • Tabagismo: il fumo, sia passivo che attivo danneggia direttamente le arterie, favorisce la formazione di ateromi e innalza la pressione arteriosa;
  • Fattori genetici: le persone che in famiglia hanno avuto dei casi di aneurisma dell’aorta saranno più predisposti a sviluppare questo disturbo con maggiore facilità;
  • Invecchiamento: a causa della perdita di elastina e collagene, la parete dei vasi sanguigni, si irrigidisce e diventando più fragile è più soggetta a dilatazioni e rotture;
  • Diabete;
  • Dislipidemia;
  • Ipercolesterolemia;
  • Obesità.

L’aneurisma dell’aorta, essendo una malattia degenerativa nella maggior parte dei casi, si presenta più frequentemente dopo i 65 anni di età e maggiormente negli uomini rispetto alle donne, in quanto più predisposti all’arteriosclerosi. Non bisogna tuttavia dimenticare che esistono condizioni sindromiche che espongono il paziente allo sviluppo di un aneurisma anche in età giovanile (malattie del tessuto connettivo, come la sindrome di Marfan ad esempio): è pertanto importante effettuare uno screening in caso siano stati registrati in famiglia casi di aneurisma in parenti con meno di 65 anni.

Come riconoscere un aneurisma?

La storia naturale dell’aneurisma prevede la crescita fino alla sua rottura, se non si interviene prima. In addome, non trovando grossi ostacoli alla sua crescita, l’aneurisma tende a ingrandirsi in maniera generalmente asintomatica, e lo si riscontra, nella maggior parte dei casi, incidentalmente, attraverso ecografie addominali eseguite per altri motivi. È molto importante effettuare una diagnosi in questo periodo, in modo da trattare la patologia elettivamente. Infatti, quando l’aneurisma si rompe, si può verificare un’emorragia interna massiva con shock ipovolemico, che determina il decesso fino all’80% dei casi.

Nello specifico, per diagnosticare l’aneurisma basta fare una semplice ecografia o ancora meglio, un esame per valutare il flusso all’interno di ogni vaso sanguigno e il diametro dell’aorta, chiamato Ecocolordoppler che permette appunto di vedere nel dettaglio l’aorta.

Differenza e classificazione

L’aneurisma può avere diverse dilatazioni:

  • La più frequente è quella fusiforme, e interessa la parete dei vasi a 360 gradi;
  • Quando invece l’aneurisma interessa un solo lato dell’aorta si tratta di aneurisma sacciforme.

Curare l’aneurisma: quando e come intervenire?

L’intervento (chirurgico o endovascolare) è indicato nei pazienti che presentano un aneurisma con diametro superiore a 55 millimetri:

  • Intervento chirurgico standard (laparotomico): viene rimossa la sezione di aorta con aneurisma e sostituita con una protesi in tessuto sintetico che viene suturato su due colletti di aorta sana;
  • Endovascolare: viene inserita, da un’arteria periferica (di solito l’arteria femorale comune), una protesi costituita da uno scheletro metallico ricoperto di tessuto (endoprotesi). Il compito dell’endoprotesi è quella di agganciarsi alle pareti dell’aorta e, una volta rilasciata, sigillare ed escludere l’aneurisma dal circolo sanguigno in modo da ridurre la pressione sulle pareti dell’aneurisma e promuovere la trombosi dello stesso, auspicando nella sua riduzione di calibro nel tempo (shrinking).

Il tempo di ricovero, varia da paziente a paziente, dal tipo di tecnica utilizzata e da come si è svolto il decorso postoperatorio (2-7 giorni, mediamente).

Come prevenire la formazione di un aneurisma aortico

Dopo i 55 anni di età per gli uomini e 60 anni per le donne, sarebbe opportuno effettuare un controllo completo di tutto l’apparato vascolare tramite Ecocolordoppler per individuare subito eventuali patologie non del tutto evidenti.

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