Aneurisma: diagnosi e trattamento

Aneurisma: diagnosi e trattamento

Editato da: Marta Buonomano il 13/04/2024

L’aneurisma è una dilatazione di un’arteria, spesso asintomatica, dovuta nella maggior parte dei casi all’aterosclerosi. Il Prof. Enrico Sbarigia, esperto in Chirurgia Vascolare a Roma, ci parla della diagnosi e del trattamento di questa patologia

 

Che cos’è un aneurisma?

La definizione di aneurisma è: dilatazione permanente di un’arteria legata alla degenerazione strutturale della sua parete. È importante sottolineare che una volta che l’aneurisma si è sviluppato esso è destinato ad aumentare di dimensioni a causa di ben precise leggi della fisica e che la parete dell’arteria non può guarire.

 

Cause e sintomi dell’aneurisma

Nella stragrande maggioranza dei casi gli aneurismi sono dovuti all’aterosclerosi che si manifesta nella sua forma dilatativa piuttosto che ostruttiva. In una percentuale di casi minore e solo in alcuni distretti arteriosi (cerebrale, soprattutto, o renale), gli aneurismi possono essere di origine malformativa o congeniti e non correlati all’aterosclerosi. Spesso gli aneurismi non causano alcun sintomo e possono rimanere non diagnosticati per lungo tempo o dare soggettivamente una sensazione di pulsazione abnorme lì dove sono localizzati.

 

Quali sono i rischi dati da un aneurisma?

I rischi principali sono rappresentati dall’improvvisa rottura con emorragia più o meno importante a seconda della localizzazione dell’aneurisma. In altri casi (più fortunati) può verificarsi la comparsa di una sindrome da pre-rottura con comparsa di dolore. In particolare la localizzazione aortica può presentarsi con dolori molto forti e simulare altre patologie imponendo la necessità di una diagnosi differenziale in tempi molto stretti per ridurre la possibilità di un’emorragia grave e spesso mortale. Un altro possibile rischio è la trombosi completa del lume dell’arteria: questa è più frequente in aneurismi che colpiscono arterie di medio e piccolo calibro, con ischemia dei territori a valle della trombosi. Questi ultimi sono molto frequenti nelle arterie degli arti inferiori (arteria poplitea). Con minore frequenza si possono verificare, a causa dell’aneurisma, delle embolie periferiche a valle del territorio irrorato dall’arteria con aneurisma con necrosi parcellari dei degli organi o arti a valle.

 

Come viene diagnosticato un aneurisma?

Una visita approfondita in molti casi permette di sospettare o addirittura di diagnosticare un aneurisma. In caso di sospetto, l’esame con ultrasuoni (ecografia o Eco Color Doppler) è quello che ci dà conferma della sua presenza. Ai fini della programmazione dell’intervento chirurgico è comunque sempre necessario effettuare una TAC con mezzo di contrasto.

 

Aneurisma: come trattarlo

Non esiste alcun tipo di terapia farmacologica per l’aneurisma quindi non rimane che la chirurgia. Il gold standard del trattamento è la chirurgia tradizionale, con messa a piatto, resezione e sostituzione con materiale venoso o protesico, a seconda delle dimensioni e localizzazione dell’aneurisma. Negli ultimi decenni si è avuta una rapida evoluzione tecnologica in chirurgia vascolare e sono stati introdotti nuovi materiali protesici che permettono l’esclusione degli aneurismi attraverso l’uso di particolari protesi (endoprotesi) con accesso arterioso periferico (solitamente le arterie femorali) e il rilascio della protesi dall’esterno sotto guida radiologica. La tecnica endovascolare ha radicalmente ridotto il trauma del trattamento, soprattutto per gli aneurismi dell’aorta. Basti pensare che in molte condizioni, per introdurre le protesi nelle arterie è sufficiente praticare solo una puntura dell’arteria. Tuttavia è doveroso precisare che non in tutti i casi possono essere praticate queste tecniche così poco traumatiche. Infatti, ci devono essere dei requisiti morfologici fondamentali dell’aneurisma ad assicurare in alta percentuale la sua esclusione completa e la duratura del torrente circolatorio. Un altro limite di queste tecniche moderne è rappresentato dalla loro affidabilità nel tempo. Inoltre, poiché le protesi vengono solo rilasciate e non suturate alle pareti del vaso, è necessario sottoporsi con frequenza annuale a controlli per lo più ecografici per verificare il loro buon funzionamento. Certamente questo è uno svantaggio rispetto alla chirurgia convenzionale, che è risolutiva nel 99% dei casi con cura pressoché definitiva dell’aneurisma. Tuttavia il vantaggio della tecnica endovascolare rappresentato dalla drastica riduzione del rischio della chirurgia diretta è veramente molto rilevante, soprattutto considerando che l’aneurisma colpisce prevalentemente soggetti nella terza età spesso affetti da altri importanti problematiche di salute. L’evoluzione tecnologica delle protesi potrà molto probabilmente portare, in futuro, ad un importante ampliamento del numero dei casi trattabili con tecnica endovascolare con grandissimo vantaggio per i pazienti, anche quelli che di base presentano patologie collaterali gravi.

 

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