Ansia, questa (s)conosciuta

Ansia, questa (s)conosciuta

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Ansia, stress, angoscia: sono queste le parole comuni dell’uomo moderno, nell’era dell’incertezza, della precarietà, dell’instabilità, dell’insicurezza. Non è difficile imbattersi, almeno una volta nella vita, in sentimenti di questo tipo che, inevitabilmente, complicano la maniera di affrontare qualsiasi situazione, dalla più complessa alla più semplice e quotidiana. Come afferma il nostro specialista in Psichiatria di Milano, il Prof. Ascanio Giuseppe Vaccaro, dinanzi a tale contesto sociale l’arma di difesa migliore è riconoscere il disturbo e farsene carico, affrontandolo senza alcun timore, grazie all’aiuto di esperti del settore

L’etimologia latina della parola “angoscia” richiama la sensazione di soffocamento, di affanno, di claustrofobia. Le caratteristiche principali dell’ansia sono la preoccupazione, la tensione muscolare, la tensione continua, la sensazione di precarietà delle situazioni, come se queste potessero sfuggire di mano, difficoltà nel trovare soluzioni immediate, senso di frustrazione. Tuttavia, l’essere umano da sempre ha dovuto fare i conti con questi sentimenti poiché sono iscritti nello stesso DNA dell’uomo. La paura rappresenta una naturale risposta a una situazione stressante o un’allerta fisiologica del nostro organismo, sempre attiva al fine di anticipare o identificare un eventuale pericolo, che, difatti, è la matrice concettuale dell’ansia relativamente al flusso del pensiero. In questo modo il nostro corpo e la nostra mente si preparano ad affrontare una situazione di pericolo reale, materiale o immaginario, fantasioso o fantasmatico. Ciò che conta ai fini dell’insorgenza e del mantenimento dell’ansia, della paura e persino del panico è la sensazione di essere in pericolo, prossimo o futuro, non esserlo realmente.

 

Ansia: stimolo (positivo) quotidiano

Di per sé l’ansia non è un’emozione negativa, tutt’altro, anche se la percepiamo come tale. Ci permette di interagire e approfondire il mondo esterno e anche il nostro mondo interiore. Grazie a essa possiamo valutare il “pericolo” e agire di conseguenza. L’ansia, inoltre, è un importante stimolo per svolgere non solo le attività quotidiane, ma anche tutte quelle attività per le quali non mostriamo interesse o le viviamo con grande difficoltà, motivo per cui nasce anche la cosiddetta “ansia da prestazione”, spirito costruttivo che paradossalmente ci permette di gestire situazioni ingarbugliate, ci permette di migliorare la qualità della vita interagendo con il nostro mondo psichico e l’habitat circostante. L’ansia, dunque, non è una malattia in sé e per sé, anzi nel suo funzionamento fisiologico è un vero e proprio salvavita. Si tratta di un fattore chiave per l’evoluzione del singolo individuo e della specie sia umana sia animale.

 

Quando l’ansia è un nemico

Quando la nostra capacità di valutazione delle situazioni potenzialmente di rischio non è più funzionale, generando uno stato di continua preoccupazione, basata su giudizi irrealistici, sproporzionati e poco equilibrati, ecco che viene a mancare la suddetta funzione costruttiva dell’ansia, non più stimolo di miglioramento ma di involuzione, dal punto di vista mentale e della personalità. Ne risulta un senso di frustrazione, scarsa capacità di adattamento e sofferenza.

 

La psicoterapia per affrontare l’ansia

La cura delle crisi d’ansia passa attraverso due discipline complementari e sinergiche: la psicoterapia e la farmacoterapia. Per quanto riguarda la psicoterapia, quella più efficace ed efficiente è quella cognitiva e comportamentale che consiste in un processo terapeutico durante il quale il paziente viene “educato” a riconoscere le reali situazioni di pericolo, di minaccia, e darle il giusto peso specifico, senza ingigantire una situazione che potrebbe essere considerata realisticamente meno problematica di quel che si pensa. Una delle ansie più comuni è quella che scaturisce dal giudizio delle altre persone. Questo, molto spesso, viene temuto in modo esagerato, limitando e bloccando le capacità di chi ne soffre.

 

La farmacoterapia, opzione terapeutica per l’ansia

La farmacoterapia, invece, prevede la somministrazione di ansiolitici e/o antidepressivi, sotto lo stretto controllo di uno specialista. Entrambe le tipologie di farmaci consentono di risolvere rapidamente o progressivamente le crisi d’ansia. Gli ansiolitici presentano scarsi effetti collaterali e sono molto efficaci; tuttavia, proprio per questo motivo, si prestano all’uso improprio e all’abuso. Pertanto generalmente si preferisce optare per gli antidepressivi, farmaci che oltre a contrastare o prevenire l’ansia agiscono anche sulla depressione, a volte conseguenza del primo disturbo. 

 

Farmacoterapia o psicoterapia per l’ansia?

La farmacoterapia, comparata con la psicoterapia, è, però, una soluzione a medio termine, sebbene più rapida, poiché è un trattamento che non agisce attivamente alla radice del problema di tipo psichico. Questa va accompagnata dalla terapia mediante il dialogo, solidamente valutata sul piano metodologico, utile per poter apprendere quei meccanismi vitali ed essenziali per la gestione autonoma ed efficace delle situazioni di rischio e, di conseguenza, degli stati d’ansia. L’ansia possiamo considerarla come un modo accentuato di vivere la nostra età moderna, priva di solidi perni sui quali fare affidamento, ricca di incertezza e inquietudine. Non ci resta pertanto che affrontare le nostre paure a viso aperto.

 

Editor: Valerio Bellio

Psichiatria a Telemedicina Migration