Aorta e criticità: cosa fare?

Aorta e criticità: cosa fare?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 04/05/2020

L’aorta è fondamentalmente un tubo che collega il cuore agli altri organi, e le sue proprietà elastiche sono cruciali per smorzare l’impulso del cuore e far arrivare un flusso più continuo al cervello e agli altri distretti. Il Prof. Luca Paolo Weltert, esperto in Cardiochirurgia a Roma, ci parla dei fattori secondo cui è necessario ricorrere ad intervento chirurgico

Quali sono le condizioni più comuni a cui l’aorta potrebbe andare incontro?

L’aorta, nella sua porzione più vicina al cuore, dà anche origine alle coronarie che nutrono il cuore stesso. Ha un struttura a tre “strati” (le tonache) che hanno composizione mista di elastina e collagene. Con l’invecchiamento, o a causa di malattie delle proteine del collagene, come il morbo di Marfan, l’aorta tende ad ingrandirsi. Si parla prima di ectasia aortica e poi di aneurisma aortico, che è una condizione di rischio per rottura dell’aorta stessa.

Non tutte le aorte grandi si rompono, e non tutte le aorte che si rompono sono grandi, ma se si scopre un aneurisma è meglio trovare un rimedio: un intervento di sostituzione fatto in condizioni normali ha rischi molto bassi, mentre fatto in emergenza per rottura dell’aorta comporta probabilità di sopravvivenza radicalmente diminuite.

Quando è necessario intervenire chirurgicamente?

I fattori che concorrono a determinare il momento esatto in cui sia conveniente sottoporsi ad intervento sono molteplici, e comprendono l’età, la familiarità per dissecazione aortica, la compresenza di altra patologia cardiovascolare, ma il singolo dato più importante è la misura dell’aorta stessa a livello del tratto tubulare ascendente, determinata con l’ecocardiografia o meglio ancora con l’angioTAC (cioè una tomografia computerizzata con mezzo di contrasto e cardiosincronizzata). Si considera come dato limite la misura di 55 millimetri, ma ci sono condizioni come la bicuspidia e la compresenza di altri fattori che possono spostare in basso la soglia di allerta, intorno ai 50mm.

In cosa consiste l’intervento chirugico?

L’intervento di sostituzione viene eseguito in anestesia generale e in circolazione extra corporea, e consiste nella sostituzione del tratto di “tubo” malato con una protesi di tessuto, il dacron, che risulta estensibile ma inalterabile nel tempo, ed è usata da oltre quarant’anni con eccellenti risultati, praticamente in assenza di fenomeni di rigetto o intolleranza. Per un lungo tratto della storia della cardiochirurgia questi interventi sono stati ritenuti molto rischiosi, soprattutto per i problemi di sanguinamento, ma oggi in centri ad elevata specializzazione come il nostro l’intervento ha un rischio complessivo inferiore all’uno per cento.  

I pazienti operati di aorta ascendente sono spesso pazienti sani per quanto riguarda il cuore e gli altri organi e questo determina un tasso di guarigione molto rapido con pronto ritorno alle attività quotidiane alla fine del periodo di riabilitazione, potendo poi vivere una vita serena e senza nessuna limitazione.

 

Cardiochirurgia a Roma