Artrosi: la vecchiaia delle articolazioni
L’artrosi può essere definita come la “vecchiaia delle articolazioni”. Con il passare del tempo la cartilagine si assottiglia, perde qualità e le superfici articolari si deformano. Ne abbiamo parlato con il Dott. Riccardo Lo Cascio, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Palermo
Quali sono i principali fattori di rischio che favoriscono l’artrosi?
Alcune circostanze favoriscono l’instaurarsi di un’artrosi precoce, quali le fratture articolari, il sovrappeso, le malattie immuno-reumatologiche e una predisposizione anatomicaindividuale.
Ne consegue dolore e diminuzione del movimento.
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Come si manifesta la patologia?
Inizialmente la sintomatologia (non la malattia) è reversibile con terapia antinfiammatoria, fisioterapia, lavaggi articolari e infiltrazioni di acido ialuronico e/o tessuto adiposo autologo purificato.
Negli stadi avanzati l’artrosi delle grandi articolazioni è fortemente invalidante:
- La spalla artrosica non permette di alzare la mano sopra il livello della spalla e rende impossibili tutte le attività overhead (prendere oggetti riposti in alto, pettinarsi, farsi lo shampoo, ecc.);
- L’arto inferiore artrosico (anca e/o ginocchio) rende problematica se non impossibile la deambulazione e gesti semplici della vita quotidiana come indossare le calze, accavallare le gambe, inginocchiarsi e alzarsi da seduti.
La diagnosi è clinica (visita ortopedica) e radiografica (radiografia standard in 2 proiezioni).
Negli stadi avanzati il trattamento di scelta è la sostituzione protesica.
Esistono diversi modelli protesici che si differenziano per tipo di materiali e il design.
Ogni protesi ha delle peculiarità e non esiste la protesi ideale in assoluto ma quella più adeguata al paziente e alla deformità articolare da trattare.
Cosa prevede la fase pre-operatoria?
Nella pianificazione dell’intervento di protesizzazione il chirurgo solitamente richiede degli esami specifici integrativi (la TC per la spalla e le radiografie degli arti inferiori interi per il ginocchio).
Gli interventi di protesizzazione, salvo complicanze, danno grande soddisfazione al paziente e al chirurgo.
Il paziente, infatti, è già in grado di camminare (o muovere l’arto superiore nel caso della spalla) dal giorno dopo l’intervento ed è dimissibile in 2/3 giorni anche se continuerà la fisioterapia al proprio domicilio.
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