Attuali orientamenti nell’intervento di sutura della cuffia dei rotatori in artroscopia

Attuali orientamenti nell’intervento di sutura della cuffia dei rotatori in artroscopia

Editato da: Antonietta Rizzotti il 02/06/2020

Il Prof. Simone Cerciello, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Roma, ci parla delle cause principali delle lesioni della cuffia dei rotatori e dei trattamenti chirurgici possibili

A cosa si fa riferimento quando si parla di lesione della cuffia dei rotatori?

La cuffia dei rotatori è un insieme di 4 muscoli (sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo). L’equilibrio che si instauraUomo con dolore alla spalla tra la loro azione e quella dei muscoli estrinseci (principalmente il deltoide) garantisce la funzione della spalla e di tutto l’arto superiore. La rottura del tendine di questi muscoli può essere asintomatica senza ripercussioni sulla qualità della vita del paziente e sulla funzione dell’arto. Nei casi in cui il paziente è invece sintomatico, lamenta dolore (molto spesso anche notturno), riduzione del movimento e perdita di forza a carico dell’arto interessato. Il tendine più frequentemente coinvolto è il sovraspinoso.

Quali sono le cause delle lesioni della cuffia dei rotatori?

Sono state proposte molte teorie per spiegare l’insorgenza di queste lesioni. In generale si tratta di lesioni degenerative e più raramente di lesioni post traumatiche. In quest’ultimo caso il paziente riferisce spesso di una caduta accidentale con un trauma avvenuto a braccio esteso. Più raramente il trauma è diretto sulla spalla. Le lesioni degenerative sono molto più frequenti e risultano dall’uso ripetuto dell’arto nel corso della vita, soprattutto nelle attività che avvengono sopra il piano delle spalle stesse. Il picco di incidenza di queste lesioni è tra i 60 e i 65 anni. Fattori locali quali il conflitto con l’acromion ed il legamento coraco-acromiale, o alterazioni della vascolarizzazione del tendine possono giocare un ruolo importante. Fattori esterni come fumo e diabete possono a loro volta alterare il metabolismo delle cellule tendinee. La diagnosi si avvale della storia del paziente, dell’esame clinico e di esami strumentali quali la radiologia, l’ecografia e la risonanza magnetica nucleare.

Quali sono le categorie di interventi chirurgici possibili?

L’approccio al paziente con una lesione della cuffia dei rotatori, in prima battuta, è sempre conservativo con farmaci, idoneo protocollo riabilitativo ed eventuale terapia infiltrativa. Quando ciò fallisce si opta per il trattamento chirurgico. Il fine della chirurgia è il ripristino della anatomia mediante reinserzione dei tendini lesionati. In passato ciò avveniva mediante interventi a cielo aperto, più recentemente ci si è affidati alle metodiche artroscopiche. Queste hanno il vantaggio di essere minimamente invasive, scarsamente lesive per i tessuti e di permettere una migliore visione delle strutture anatomiche. L’intervento consiste nel riconoscere e trattare le lesioni o le anomalie anatomiche quali ad esempio, un acromion aggressivo (mediante la sua resezione parziale o acromionplastica) o una artrosi acromion-claveare (mediante asportazione della parte laterale della clavicola). Nei casi di lesioni estese, il ripristino della anatomia originaria può essere impossibile. In queste lesioni definite massive si può optare per delle riparazioni parziali. L’interesse della ricerca è rivolto verso questi tipi di lesioni “difficili” mediante tecniche che aumentino la capacità di guarigione dei tendini (es. tecniche di stimolazione midollare), la solidità della riparazione (es. impiego di patch) o che ripristino la corretta funzionalità della spalla (es. ricostruzione della capsula superiore).

Ortopedia e Traumatologia a Roma