Awake Surgery, tutto ciò che dovresti sapere prima dell’operazione

Awake Surgery, tutto ciò che dovresti sapere prima dell’operazione

Editato da: Jennifer Verta il 03/04/2019

Operare al cervello un paziente sveglio potrebbe sembrare un’idea alquanto bizzarra, eppure si tratta di una procedura sicura dagli innegabili vantaggi. Ne parliamo con il Prof. Andrea Talacchi, esperto in Neurochirurgia a Roma

In che cosa consiste l’Awake Surgery?

Si tratta di una tecnica nella quale l’anestesista ed il chirurgo lavorano in sincrono. Il paziente viene tenuto sveglio o alterna sonno-veglia durante l’operazione, di maniera che il chirurgo possa controllare lo stato del cervello e delle varie funzioni cognitive potenzialmente in qualsiasi momento dell’operazione. Grazie a farmaci in grado di non ostacolare la corretta respirazione ed un’anestesia locale al cuoio capelluto, l’unica parte che trasmette la sensazione di dolore, il neurochirurgo può dunque operare ed asportare formazioni tumorali con il paziente sveglio. Il cervello e le ossa, infatti, possono essere operate in tutta sicurezza, mentre muscoli e meningi vengono resi indolori con anestesia locale e per via venosa.

Che cosa offre in più l’Awake Surgery rispetto alle tecniche tradizionali?

La metodica consente di rimuovere i tumori cerebrali e nello stesso tempo eseguire test per controllare lo stato e l’esatta posizione delle aree cognitive, per esempio quella del linguaggio, del riconoscimento visivo o della vista. In questa maniera il chirurgo è in grado di asportare il tumore in maniera precisissima, rispettando le aree sane ed evitando possibili effetti collaterali a carico delle varie funzioni cognitive. Non da ultimo, l’impiego dell’analgesico in forma locale permette, soprattutto nei pazienti anziani, un recupero più rapido rispetto all’anestesia generale. Per alcuni soggetti, spaventati da un intervento al cervello, può essere addirittura una maniera per affrontare più serenamente la procedura. È una tecnica, infine, che ha grandissime potenzialità anche per quanto riguarda appunto la ricerca sul funzionamento di tutte le aree del cervello.

Esistono controindicazioni o rischi?

I pazienti che hanno difficoltà a mantenere la calma o che potrebbero soffrire di attacchi di panico non sono buoni candidati alla procedura, già che l’intervento di per sé può causare uno stress non indifferente. Generalmente, i pazienti che scelgono di operarsi con questa tecnica devono risultare idonei dopo un colloquio con un neuropsicologo che ne valuterà l’attitudine. I soggetti in cura per patologie psichiatriche o che soffrono di apnee notturne, infine, non possono essere sottoposti a questo intervento. Dal punto di vista dell’esecuzione, invece, fondamentale è l’attenzione del chirurgo e del resto dell’equipe medica, in quanto essendo il paziente sveglio, esistono molteplici fattori che possono influenzare il loro lavoro: per es. in caso di colpo di tosse o di battito accelerato improvvisamente per paura i parametri vitali si alterano. Queste evenienze possono però essere ridotte significativamente preparando adeguatamente il paziente prima dell’operazione vera e propria.

Qual è la sua esperienza con questa tecnica?

Ho operato oltre 100 pazienti con questa metodica, l’ultima, una donna colpita da una crisi epilettica che l’aveva lasciata temporaneamente incapace di parlare. È bene tenere presente, tuttavia, che l’intervento dovrebbe essere adattato alle esigenze del singolo caso e ciò significa che in certi casi questa potrebbe non essere la soluzione adatta. Inoltre, ciò che distingue la nostra struttura è la collaborazione con diversi specialisti, neuropsicologi, anestesisti, neurofisiologici e neurochirurgo in tutte le fasi della cura, dalla diagnosi alla riabilitazione. Per concludere, potremmo dire dunque che la Neurochirurgia d’eccellenza è oggi personalizzata sulle aspettative e necessità del paziente, ma dipendente anche in buona parte dalla strettissima collaborazione tra diversi specialisti in base alle caratteristiche del singolo caso.

Neurochirurgia a Roma