Bypass Coronarico: di cosa si tratta?

Bypass Coronarico: di cosa si tratta?

Editato da: Alice Cattelan il 05/04/2023

Il Bypass Coronarico è una modalità di intervento cardiochirurgico usata nel caso di ostruzione delle arterie. Questa tecnica ha l’obiettivo di creare un percorso alternativo flusso sanguigno ostacolato da una placca all’interno dell’arteria

Quando è indicato il Bypass?

Generalmente si utilizza il Bypass in pazienti giovani con età inferiore ai 70 anni, che presentano occlusioni severe di più arterie e che sono a rischio elevato di eventi cardiovascolari avversi che non è possibile prevenire con la sola terapia medica.

In ogni caso, questa tipologia di intervento si basa sempre sulla discussione tra cardiologo e cardiochirurgo e vengono presi in considerazione una serie di fattori quali:

  • Fattori medici come il diabete, una funzione cardiaca ridotta e una precedente angioplastica fallita;
  • Se il paziente è soggetto a controindicazioni per la somministrazione di farmaci antiaggreganti;
  • Fattori anatomici come ad esempio la presenza di una grande placca nel ramo principale di un’arteria coronarica.

 Come avviene la preparazione all’intervento?

Prima dell’intervento vengono eseguiti degli esami del sangue di routine in modo da poter valutare i risultati durante la visita anestesiologica. Può essere anche effettuata una radiografia del torace e una ecocardiografia per valutare la funzione cardiaca.
L’intervento viene eseguito sotto anestesia generale e, a seconda delle difficoltà, può durare tra le 2 e le 6 ore.

Quali sono i risultati a lungo termine dell’intervento di Bypass Coronarico?

I vantaggi di questo intervento possono riscontrarsi in una migliore qualità della vita e del suo allungamento, nella scomparsa del dolore al petto e nella ripresa di una normale attività fisica. Si registra in molti pazienti anche una ripresa delle energie dopo la guarigione.

Quali sono i rischi e le conseguenze?

La scelta del vaso sanguigno da utilizzare come Bypass è molto importante, se non fondamentale, poiché deve assicurare una durata superiore e diminuire il rischio di importanti degenerazioni come ad esempio ostruzioni. Secondo alcuni dati, il 40% dei Bypass venosi e il 95% di quelli arteriosi è ben funzionante. La mortalità dell’intervento è molto bassa e si avvicina all’1%.

Cosa accade se non si opera l’occlusione coronarica?

Se non si interviene in tempi rapidi la malattia continua a svilupparsi ed evolvere nel tempo, portando a un aggravamento del dolore al petto e ad una limitazione delle funzioni vitali che può portare a gravi conseguenze come l’infarto del miocardio che può portare ad una perdita parziale e irreversibile della capacità contrattile del cuore.

Chirurgia Generale a Roma