Calcoli renali: come affrontarli?

Calcoli renali: come affrontarli?

Editato da: Marta Buonomano il 29/11/2023

Il nostro esperto in Urologia a Bergamo, il Prof. Francesco Greco, ci parla dei diversi tipi di calcoli renali e delle possibili tecniche per curarli

Che cosa sono i calcoli renali e quanto sono diffusi?

La calcolosi delle vie urinarie è una condizione molto frequente che si manifesta con aggregati solidi di differenti forme e strutture che si depositano nell’apparato urinario. Questa patologia è molto comune nei Paesi Occidentali e in Italia in maniera particolare: si calcola che colpisca circa il 10% della popolazione maschile e il 5% della popolazione femminile, con una particolare incidenza tra i 30 e i 50 anni. Nonostante sembrino coinvolti diversi disturbi metabolici, alterazioni del pH e degli elettroliti urinari, non è sempre possibile identificare una vera e propria causa scatenante.

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Da cosa sono formati i calcoli renali?

I calcoli, per il 90% dei casi, sono costituiti da ossalato di calcio e sono radiopachi (opaco ai raggi X); meno frequenti ma sempre radiopachi sono quelli composti da fosfato di calcio. I calcoli composti da acido urico, invece, sono molto frequenti e radiotrasparenti, vale a dire che risultano invisibili nelle classiche radiografie, ma possono essere individuati con ecografie. Inoltre, possiedono la particolare caratteristica di sciogliersi completamente alcalinizzando le urine, senza quindi il bisogno di un intervento chirurgico. Molto rari sono i calcoli di cistina, che insorgono fin dall’infanzia in persone affette da una patologia ereditaria chiamata “cistinuria”: questi spesso provocano calcoli complesse, voluminose, molto dure e, purtroppo, di difficile terapia. Esistono infine dei calcoli generati da infezioni delle vie urinarie (fosfati tripli), cioè da batteri che producono una matrice proteica che facilita la precipitazione dei sali disciolti nelle urine.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è rappresentato da un dolore al fianco e/o a livello lombare di tipo colico, che può essere anche molto intenso ed accompagnarsi a nausea, vomito, febbre, dolore alla minzione e, a volte, presenza di sangue nelle urine. La diagnosi della calcolosi viene eseguita tramite:

  • Ecografia, esame che ci fornisce dati dettagliati senza dover esporre il paziente a radiazioni;
  • TAC (in genere senza mdc), procedura che viene eseguita solamente in casi dubbi o nel caso in cui si debba decidere la strategia chirurgia più idonea.

Inoltre, anche gli esami ematochimici e delle urine sono in grado di individuare una sofferenza renale o eventuali scompensi metabolici.

Quali sono i trattamenti?

La terapia farmacologica è consigliabile in presenza di un calcolo ureterale inferiore al centimetro e qualora il paziente non dimostri segni di una concomitante infezione o di un danno renale. Questa prevede un maggior apporto idrico e l’utilizzo di farmaci alfa-litici che favoriscano nello specifico il rilassamento della muscolatura ureterale e quindi aumentino le probabilità di successo.

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In tutti gli altri casi, è consigliabile intervenire tramite procedure chirurgiche quali:

  • Litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL): questa procedura prevede la frammentazione del calcolo mediante l’utilizzo di onde d’urto. Potrebbero essere necessarie più sedute per completare questo processo, in maniera tale da consentire all’organismo di espellere naturalmente il calcolo attraverso le urine;
  • Ureterorenoscopia con litotrissia laser (URS e RIRS): questa è la tecnica di prima scelta in caso di calcoli con un diametro superiore a 1 cm e nel caso in cui la litotrissia extracorporea non abbia dato buoni risultati. La procedura endoscopica prevede la frammentazione del calcolo mediante l’inserimento di un endoscopio flessibile dotato di fibra laser nell’uretere e nel bacinetto renale.
  • Litotrissia percutanea (PCNL): è considerata la terapia di prima scelta in caso di calcoli renali superiori a 2 cm di diametro e prevede un accesso percutaneo nel fianco per consentire a una sonda ad ultrasuoni di frammentare il calcolo che verrà in seguito rimosso con pinza o aspirato. Questa tecnica possiede il vantaggio di ottenere una totale bonifica del calcolo in una sola procedura in quasi il 100% dei casi.
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