Carotidi: definizione, trattamento e terapia

Carotidi: definizione, trattamento e terapia

Editato da: Karin Mosca il 06/04/2023

Tutti noi abbiamo due carotidi lungo il collo, una a destra ed una a sinistra: possiamo notare il loro battito semplicemente appoggiando le nostre dita sui lati del collo. Il Prof. Ferrero Ferruccio, esperto in Chirurgia Vascolare, ci parla della patologia di queste arterie

Definizione della malattia cerebrovascolare

Ad oggi le malattie cerebrovascolari rappresentano un’importante causa di morte nella popolazione occidentale; la patologia che interessa le arterie responsabili dell’afflusso del sangue al cervello colpiscono in particolare le carotidi

Le arterie carotidi sono le responsabili della distribuzione fino al cervello del sangue ossigenato proveniente dall’aorta, cioè l’arteria che rifornisce il sangue arterioso a tutto il corpo.

Esse, col progredire dell’età, vengono spesso colpite dall’aterosclerotiche causa la progressiva riduzione del lume del vaso (stenosi) ad opera di placche. Queste lesioni possono progredire fino alla completa ostruzione del vaso stesso (trombosi), o rompersi dando origine a fenomeni embolici che possono determinare l’ostruzione di vasi più piccoli all’interno del cervello.

Bisogna inoltre tener presente che i fenomeni embolici possono anche avere origine dal cuore, con identico risultato: riduzione o cessazione di flusso ematico in alcuni segmenti del cervello.

immagine di un'arteria

Conseguenze e sintomatologia della malattia cardiovascolare

I sintomi in genere si presentano all’improvviso, in maniera transitoria o permanente, e possono essere di due tipi:

  • Sensoriali: cecità improvvisa ad un occhio, formicolii e/o perdita di sensibilità ad un arto;
  • Motori: deficit di forza ad un arto o di metà corpo, asimmetria nel volto del paziente, difficoltà a parlare e scrivere.

Le conseguenze di tali eventi variano a seconda della gravità e dell’estensione del tessuto cerebrale colpito.

Identifichiamo così:

  1. TIA (Attacco Ischemico Transitorio)

Si tratta di un quadro di ischemia cerebrale reversibile, di durata dai pochi minuti ad alcune ore. Ovviamente, l’attacco non deve essere sottovalutato perché potrebbe essere il preludio di un evento molto più grave (Ictus).

  1. ICTUS (Colpo)

Evento molto più grave che può lasciare il paziente invalido, o portarlo addirittura a morte. Si tratta in ogni caso di un episodio che ha sempre gravi conseguenze, non solo sul paziente, ma anche sui familiari.

Tecniche per il trattamento della malattia cerebrovascolare

Compito della terapia, sia essa medica o chirurgica, è quello di prevenire che tali eventi si verifichino (paziente asintomatico) o che non tornino a manifestarsi (paziente sintomatico).

  • Terapia Medica: caratterizzata soprattutto dagli antiaggreganti, che rendendo il sangue più fluido riducono   la probabilità di avere degli episodi embolici a partenza dalle placche della carotide;
  • Terapia chirurgica: la chirurgia interviene quando le stenosi delle arterie extracraniche superano il 60-70%; in caso di placche a rischio (molli ed a bassa componente calcifica) e ad alto rischio trombosi o in casi improvvisi ed urgenti, con il fine di limitare l’estensione della patologia a livello neurologico;
  • Terapia endovascolare: lo stenting alla biforcazione della carotide, metodo meno invasivo che garantisce, in particolari casi, risultati sovrapponibili alla chirurgia.

Diagnosi della malattia cerebrovascolare

Ovviamente, prima di intervenire chirurgicamente, lo specialista in Chirurgia Vascolare dovrà valutare attentamente l’anamnesi, l’età, lo stato e la funzionalità degli organi del paziente (in particolare dei reni, cuore, cervello e polmoni), considerando attentamente la relazione rischio-beneficio. Questo processo decisionale coinvolge varie figure professionali, a parte quella del Chirurgo.

Se, al termine dell’iter diagnostico, non si ritiene che il paziente sia atto a nessun trattamento, è consigliabile monitorare la stenosi nel tempo prestando molta attenzione alla comparsa di eventuali sintomi ed all’evoluzione della malattia con esami strumentali come l’Ecocolordoppler.

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