Che cos’è l’insufficienza venosa?

Che cos’è l’insufficienza venosa?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 11/05/2023

La condizione di insufficienza venosa si crea quando il sangue venoso non segue il suo normale percorso dai piedi verso il cuore, ma refluisce e congestiona la gamba, causando ristagno di liquidi (edema). Ne parla il Prof. Giorgio Ghilardi, esperto in Chirurgia Vascolare e in Chirurgia Generale a Milano

Quali sono le cause di insufficienza venosa?

La causa più frequente dell’insufficienza venosa è l’incapacità delle valvole del sistema venoso superficiale di impedire il reflusso del sangue. Questo sistema normalmente lavora a bassa pressione: il reflusso provoca l’aumento della pressione e la congestione della cute e del sottocute dell’arto inferiore, causando gonfiore (edema).

In alcuni casi, anche il sistema venoso profondo (a pressione elevata) può avere valvole incontinenti per motivi congeniti (assenza di valvole venose) o, più frequentemente, come risultato di trombosi venose profonde, che hanno distrutto le valvole unidirezionali.

Come si realizza l’incontinenza delle valvole venose?

I meccanismi associati al cedimento delle valvole superficiali sono svariati. È comunque necessario che esista una debolezza congenita delle pareti venose, che si dilatano anche in condizioni di pressione normale, allontanando tra di loro i lembi valvolari: in questo modo il sangue refluisce verso la gamba.

Altre circostanze che provocano il cedimento delle valvole sono le tromboflebiti superficiali, i traumi diretti, la presenza di valvole congenitamente anormali. Anche gli ormoni possono influenzare il tono delle vene e renderle eccessivamente distendibili, come avviene durante la gravidanza.

Quali sono le conseguenze dell’incontinenza valvolare?

La principale conseguenza dell’incontinenza valvolare è l’aumento della pressione all’interno delle vene.

In circostanze normali, la pressione venosa è mantenuta entro valori normali attraverso due meccanismi: le valvole, che impediscono il reflusso e il ristagno di sangue; l’azione dei muscoli della gamba che, quando sono in attività, spremono le vene profonde, facendo diminuire la pressione venosa del 70%. Questa azione è consentita proprio dall’efficienza delle valvole.

Cosa accade quando la pressione venosa rimane troppo alta?

Quando la pressione venosa è troppo alta, si realizza l’insufficienza venosa cronica. Questa è una condizione di sofferenza dell’arto inferiore provocata dal ristagno del sangue nelle vene più piccole, venule e capillari venosi.

Il ristagno provoca sofferenza dei globuli bianchi, che rilasciano sostanze tossiche (radicali dell’ossigeno ed enzimi) che danneggiano i capillari. Questi lasciano fuoriuscire la parte liquida del sangue, il plasma, ricco di proteine che si depositano nei tessuti della gamba richiamando acqua. In questo modo, il tessuto sottocutaneo si ispessisce (edema) e la cute riceve meno ossigeno e nutrienti, indebolendosi. La cute sofferente è più esposta all’attacco dei batteri (infiammazione e infezioni) e più fragile (ulcere). 

Dove comincia l’insufficienza venosa?

Nella maggior parte dei casi l’incontinenza valvolare interessa le vene superficiali degli arti inferiori.

Esistono dei punti di contatto tra sistema superficiale a bassa pressione e sistema profondo ad alta pressione, detti giunzioni. Quando la valvola posta in questa giunzione cede, il sangue refluisce dalla profondità alla superficie. In questo modo la pressione aumenta nel sistema superficiale e gradualmente forza le valvole ancora continenti. Le vene superficiali, allora, si dilatano e diventano tortuose, manifestandosi come varici (vene varicose).

Altri punti chiave sono le vene perforanti, cioè quelle vene che mettono in comunicazione diretta le vene superficiali e quelle profonde. Anche le vene perforanti sono dotate di valvole che possono divenire incontinenti e dare luogo a reflusso e, quindi, alle vene varicose. Alcune vene perforanti hanno una collocazione abbastanza costante.

Il cedimento della valvola principale alla giunzione (o crosse) safenofemorale all’inguine è la causa più frequente di varici e interessa la vena grande safena e le sue tributarie. Meno frequente è l’interessamento della valvola principale alla giunzione safenopoplitea, nel cavo del ginocchio, che coinvolge la vena piccola safena.

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