Chirurgia artroscopica: focus su ginocchio e spalla

Chirurgia artroscopica: focus su ginocchio e spalla

Editato da: Serena Silvia Ponso il 19/04/2023

La chirurgia artroscopica è una tecnica chirurgica mininvasiva, il cui scopo è quello di intervenire all’interno delle articolazioni senza però aprirle, a differenza invece delle altre modalità chirurgiche. Ce ne parla il Dott. Carmine Piunno, specialista in Ortopedia e Traumatologia

In cosa consiste la Chirurgia artroscopica? Quali sono i benefici rispetto alle altre tecniche?

La chirurgia artroscopica (o semplicemente artroscopia) è un intervento chirurgico impiegato per indagare le articolazioni, al fine di diagnosticare eventuali patologie correlate, per poi procedere con il trattamento più adeguato. Viene dunque utilizzata per trattare lesioni della cartilagine, infiammazioni, legamenti rotti, lesioni dei menischi e verificare il corretto allineamento delle ossa nel caso di fratture articolari.

Per analizzare le articolazioni da vicino i chirurghi impiegano i cosiddetti “artroscopi” (o più comunemente microscopi) di piccole dimensioni, le cui capacità diagnostiche sono accurate e amplificate.

I benefici della chirurgia artroscopica sono tanti rispetto a una tecnica tradizionale. In primo luogo il rischio di complicanze è di gran lunga minore, dato che le piccole incisioni le riducono di gran lunga. Un altro vantaggio ha a che fare con la riduzione del dolore dopo l’operazione, dato che nessun tendine o muscolo deve essere tagliato, così come delle cicatrici

 

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In quali casi la chirurgia artroscopica è utile per il ginocchio? E in quali per la spalla? Che patologie si riescono a trattare? Quando è consigliata?

La chirurgia artroscopica può essere utilizzata a scopo diagnostico o terapeutico in diversi casi. Nel primo caso tale pratica viene impiegata per formulare la diagnosi qualora non risultasse chiara dopo valutazioni differenti.

Nel secondo caso, invece, la chirurgia artroscopica viene impiegata per curare tutte quelle problematiche che non hanno trovato risoluzione con trattamenti non chirurgici, quali:

  1. lacerazione del legamento crociato anteriore o posteriore;
  2. rottura del menisco;
  3. difetti della cartilagine articolare;
  4. lesioni del tendine rotuleo
  5. lacerazione semi-totale o totale del legamento collaterale mediale o laterale;
  6. borsite al ginocchio;
  7. fratture del piatto tibiale;
  8. cisti di Baker;
  9. malattie della rotula;
  10. sinovite del ginocchio;
  11. fratture del piatto tibiale.

Anche nel caso di chirurgia artroscopica per la spalla, l’intervento può assumere una funzione diagnostica o terapeutica. Diagnostica quando, anche in questo caso, gli esami di prassi non sono sufficienti alla risoluzione del problema; terapeutica in caso di problematiche muscolo-tendinee e articolari che trovano risoluzione solo tramite la chirurgia, come ad esempio:

  1. decompressione del tendine del muscolo sovraspinato, in presenza di sindrome da conflitto subacromiale;
  2. pulizia dei tendini sofferenti a causa di calcificazioni;
  3. riparazione delle lesioni a carico di uno degli elementi costituenti la cuffia dei rotatori;
  4. riparazione delle lesioni a carico di uno dei legamenti appartenenti alle articolazioni della spalla;
  5. riparazione dei danni al labbro glenoideo.

Come avviene l’intervento? In che modo si svolge? Quanto tempo dura? È necessaria una preparazione?

L’intervento di chirurgia artroscopica si svolge in anestesia generale nella maggior parte dei casi. Come prima cosa la pelle che ricopre l’articolazione viene disinfettata, prima di essere incisa per poi inserire l’artroscopio.

Il chirurgo provvederà poi a riempire l’articolazione con un liquido sterile per rendere più semplice l’esame. L’interno dell’articolazione verrà visualizzato sullo schermo di un visore o di un video. Durante la procedura il chirurgo potrà riparare anche rimuovere il tessuto malato, se presente.

Infine, verranno rimossi tutti gli strumenti impiegati e l’artroscopio, oltre al liquido in eccesso. Le incisioni vengono poi chiuse con punti speciali o cerotti, e coperte con delle medicazioni sterili. La procedura può durare per un tempo minimo di 30 minuti e un massimo di 2 ore. Non c’è bisogno di una preparazione specifica, ma di solito viene programmata una visita con cui verrà valutato lo stato di salute generale del paziente.

Qual è il tempo di recupero post operatorio? È necessaria una riabilitazione? In quanto tempo si può tornare alla vita normale?

Solitamente, dopo l’intervento il paziente può tornare a casa direttamente lo stesso giorno dell’intervento oppure la mattina successiva. Non è poi necessaria alcuna riabilitazione e il paziente potrà ritornare alla sua vita normale in una o due settimane circa, in base alle condizioni del paziente.

 

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