Chirurgia carotidea: cosa fare per i pazienti ad alto rischio?

Chirurgia carotidea: cosa fare per i pazienti ad alto rischio?

Editato da: Marta Buonomano il 22/02/2023

La Dott.ssa Angela Maria Rosaria Ferrante, esperta in Chirurgia Vascolare a Foggia, ci parla della chirurgia carotidea, dei suoi vantaggi e degli eventuali rischi

A cosa serve la chirurgia carotidea?

La chirurgia della carotide ha lo scopo di prevenire l’ictus, cioè l’infarto di una porzione di cervello provocato da una riduzione significativa dell’afflusso di sangue dovuto alla riduzione del calibro dell’arteria (stenosi) da parte di una placca aterosclerotica.

In quali casi è indicata?

L’intervento è consigliabile nelle stenosi significative (>75%) in pazienti asintomatici; è fortemente indicato nei pazienti con sintomi di ischemia cerebrale transitoria (TIA) poiché riduce significativamente il rischio di ictus e può essere necessario procedere d’urgenza quando i TIA si presentano con frequenza ravvicinata (crescendo TIA).

Esistono controindicazioni a questa chirurgia?

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L’intervento chirurgico convenzionale è controindicato in fase acuta di ictus, in presenza di rischio anestesiologico e cardiopolmonare troppo elevato o condizioni di “collo ostile” (pregressa radioterapia sul collo, tracheostomia, faringostomia). L’anestesia locale è possibile ma richiede una buona collaborazione da parte del paziente e competenza specifica dell’anestesista.

In cosa consiste l’intervento?

L’intervento convenzionale dura in media 60 minuti, non richiede particolari preparazioni e consiste nell’asportazione chirurgica della placca; la procedura prevede una breve fase di interruzione del flusso di sangue nell’arteria che poi viene risuturata direttamente o con una plastica di allargamento mediante patch. Si posiziona un piccolo drenaggio che viene rimosso dopo 24 ore.

Quali sono i rischi della chirurgia carotidea?

I rischi principali di questo intervento sono l’ischemia cerebrale intraoperatoria e i sanguinamenti postoperatori; nei centri specializzati queste complicanze si verificano in meno del 2% dei casi. Normalmente il paziente viene dimesso dopo 48 ore dall’intervento e riprende la sua vita normale.

Come cambia l’approccio nei pazienti a rischio elevato?

Nei pazienti a rischio elevato, l’intervento può essere eseguito con tecnica endovascolare che prevede la dilatazione della stenosi con un catetere a palloncino (angioplastica) e il posizionamento di uno stent. Tutta la procedura si svolge in anestesia locale mediante puntura dell’arteria femorale all’inguine e dura in media 40 minuti. I rischi di questa tecnica sono legati alla possibilità di eventi ischemici durante la procedura (per il distacco di piccole parti di placca durante le manovre di cateterismo e conseguente embolia cerebrale) o complicazioni locali in sede di puntura arteriosa. Il paziente viene dimesso dopo 24-48 ore.

Quali sono i vantaggi della chirurgia della carotide?

Il principale vantaggio dell’intervento, indipendentemente dalla tecnica adottata, è la notevole riduzione del rischio di ictus negli anni successivi alla procedura. È sempre necessario un controllo periodico mediante Ecodoppler e i pazienti devono assumere a vita una terapia antiaggregante, soprattutto in caso di stenting.

Angiologia a Foggia