Chirurgia Mininvasiva e Cardiochirurgia: ora è possibile

Chirurgia Mininvasiva e Cardiochirurgia: ora è possibile

Editato da: Veronica Renzi il 07/04/2023

La medicina, si sa, è in continua evoluzione. Adesso è possibile effettuare interventi di Chirurgia Mininvasiva anche sul cuore, cosa impensabile fino a qualche tempo fa. Il Dott. Riccardo Casabona, esperto in Cardiochirurgia, ci spiega in quali casi si possono applicare le tecniche mininvasive per le operazioni al cuore. I vantaggi? Minori complicanze, ridotte infezioni e cicatrici meno evidenti

 

 

Quando si può utilizzare la Chirurgia Mininvasiva?

La Chirurgia Mininvasiva in Cardiochirurgia può essere utilizzata per operare la valvola mitrale, che si trova tra l’atrio sinistro ed il ventricolo sinistro del cuore, e la valvola aortica, che invece si trova tra il ventricolo sinistro e l’aorta ascendente.

In particolar modo, la mininvasività si può applicare in caso si:

  • Valvulopatia mitralica isolata (stenosi mitralica e insufficienza mitralica) o associata ad insufficienza della tricuspide, ma senza stenosi delle coronarie;
  • Valvulopatia aortica isolata (stenosi aortica e insufficienza aortica) o associata ad aneurisma dell’aorta ascendente, ma senza stenosi delle coronarie.

Purtroppo, le tecniche mininvasive non sono ancora utilizzabili per i bypass aorto-coronarici.

Quali sono le tecniche mininvasive che si utilizzano in Cardiochirurgia?

In Cardiochirurgia la tecnica utilizzata è l’endoscopia, che permette di visualizzare meglio le valvole cardiache.

L’intervento inizia con una minitoracotomia, un’incisione di circa 5-7 cm nel torace, effettuata a livello del 4° spazio intercostale (tra quarta e quinta costola) per la valvola mitrale e al 2° spazio intercostale (tra seconda e terza costola) per la valvola aortica. Quando si deve intervenire sia sulla valvola aortica che sull’aorta ascendente, allora si pratica una ministernotomia (un’incisione sullo sterno) a forma di “J” al 3° spazio intercostale (tra terza e quarta costola).

Da queste piccole incisioni è possibile introdurre gli strumenti con i quali si opererà il cuore.

Quali sono i vantaggi di utilizzare una chirurgia di tipo mininvasivo nelle operazioni al cuore?

È vero che le cicatrici dell’intervento sono molto meno visibili rispetto a quelle lasciate da un intervento di chirurgia a cielo aperto, ma il vantaggio non è solo estetico. 

L’accesso mininvasivo, infatti, riduce il trauma dei tessuti, e di conseguenza riduce il sanguinamento durante l’operazione ed il consumo di sangue. Ciò è importantissimo se si pensa che le trasfusioni riducono statisticamente la sopravvivenza a distanza.

Altri vantaggi sono rappresentati da una notevole riduzione delle infezioni e da una ripresa più rapida. La mortalità ospedaliera, infine, è più bassa rispetto alla tecnica tradizionale in sternotomia totale (la completa incisione dello sterno). Questi vantaggi sono ancora più evidenti nei pazienti anziani.

Perché la Chirurgia Mininvasiva non è ancora così frequente tra i Cardiochirurghi?

Probabilmente, l’apprendimento di queste tecniche è più lento e richiede uno studio continuo. Molti Cardiochirurghi, poi, temono di far correre rischi maggiori ai pazienti, pensando che un campo chirurgico più ampio (come quello attraverso una sternotomia totale) sia più sicuro. In realtà, una volta diventati esperti nella tecnica, i pazienti rischiano di meno.

La Chirurgia Mininvasiva può essere utilizzata su tutti i pazienti?

Per quanto riguarda la chirurgia della valvola mitralica, se il paziente è già stato sottoposto in passato ad un intervento per sternotomia, la Chirurgia Mininvasiva è altamente consigliata. Questo perché si evitano le aderenze, cioè la formazione di tessuto cicatriziale a ridosso degli organi, e il rischio di danni al cuore, che potrebbero causare emorragie importanti. L’indicazione alla Cardiochirurgia Mininvasiva è particolarmente vantaggiosa nelle persone anziane, in quanto il tempo di recupero si riduce notevolmente.

La mininvasività è, invece, sconsigliata se bisogna eseguire contemporaneamente un bypass aorto-coronarico. Inoltre, se il paziente ha sofferto di gravi pleuriti in passato o è stato sottoposto ad interventi sul polmone destro, potrebbe essere presente molto tessuto cicatriziale nel torace, che renderebbe più difficoltoso un accesso mini-toracotomico.

Complessivamente, con la Chirurgia Mininvasiva vi è un minor numero di complicanze rispetto alla Chirurgia tradizionale ed è possibile effettuare gli stessi interventi eseguibili per sternotomia in modo preciso ed efficace. 

Cardiologia a Torino