Chirurgia oncologica dell’apparato digerente: quali patologie può trattare?

Chirurgia oncologica dell’apparato digerente: quali patologie può trattare?

Editato da: Marta Buonomano il 27/10/2020

Il Dott. Giuseppe Carbotta, esperto in Chirurgia Generale a Bari, si spiega quali patologie è possibile trattare con la chirurgia oncologica dell’apparato digerente

Chirurgia oncologica dell’apparato digerente: di cosa si tratta?

Sono molteplici le patologie neoplastiche a carico del distretto digerente. Tutti gli organi posso essere colpiti, dall’esofago fino al retto. In particolare i tumori del colon retto rappresentano la terza causa di mortalità fra i tumori in generale. Lo scopo della chirurgia oncologica è quello di eradicare completamente il tumore. È di fondamentale importanza ottenere una diagnosi quanto più precoce possibile al fine di praticare resezioni sempre meno demolitive e consentire una qualità di vita post operatoria di ottimo livello. Con le tecnologie che si hanno a disposizione oggi si può fare un’ottima stadiazione del tumore (mediante ecografia, TAC, Risonanza Magnetica Nucleare, PET, biopsia), e consentire al chirurgo di agire in tempi brevi e in territori ben definiti.

ragazza che si tocca la panciaQuali sono le patologie che possono essere trattate?

Come dicevo, tutti gli organi dell’apparato digerente posso essere interessati da un processo neoplastico. Il distretto più frequentemente coinvolto è il colon-retto, rappresentando la neoplasia più frequente dell’apparato digerente e la terza in senso assoluto (dopo prostata e polmoni nell’uomo e dopo utero e mammella nella donna). Meno frequenti, ma più gravi in termini di prognosi sono i tumori dell’esofago, del pancreas, dello stomaco e duodeno e del fegato.

In cosa consiste l’intervento?

L’intervento chirurgico con finalità oncologica consiste nell’asportare per intero il tumore con gran parte dell’organo interessato dallo stesso ed il tessuto linfatico di pertinenza (i cosiddetti linfonodi regionali), praticando una linfoadenectomia distrettuale. L’obiettivo è quello di essere radicali e quindi demolitivi, ma nello stesso tempo ottenere una ricostruzione della continuità alimentare per consentire una degna qualità di vita. Così, nel caso dei tumori del colon-retto, si praticano resezione del colon (emicolectomia destra, sinistra, resezione del sigma o del retto) con linfoadenectomie distrettuali e confezionamento di anastomosi intestinali per consentire il transito alimentare. Lo stesso accade per i tumori dello stomaco dove è possibile resecare parte o tutto lo stomaco. In questo particolare caso è molto utile associare una linfoadenectomia estesa ed una anastomosi con il tratto intestinale a valle del tumore. Il paziente viene studiato e stadiato nel pre-ricovero per avere una diagnosi precisa e accurata sia per quanto riguarda il tipo di tumore (attraverso soprattutto la TAC e la biopsia) sia per quanto riguarda l’estensione dello stesso. Una volta concluso l’iter pre-operatorio ed avuto l’ok dall’anestesista si procede con la procedura chirurgica più idonea per quel specifico caso. Ad oggi le tecniche a diposizione sono tante. Si va dal tradizionale intervento open (addome aperto mediante incisione addominale) alle tecniche mini invasive laparoscopiche e robotiche. Queste ultime permettono di raggiungere gli stessi standard qualitativi in termini di risultato oncologico, e nello stesso tempo consentono tempi di guarigione più veloci per il paziente.

Chirurgia Generale a Copertino