Claudicatio Intermittens: sai di cosa si tratta?

Claudicatio Intermittens: sai di cosa si tratta?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 22/03/2023

Per “claudicatio intermittens” si intende l’impossibilità di camminare per un lungo percorso senza avere la necessità di fermarsi per la comparsa di “dolore crampiforme” a carico dei muscoli degli arti inferiori. Ne parla il Dott. Francesco De Santis, esperto in Chirurgia Vascolare a Roma

Che cos’è la claudicatio intermittens?

Il nome “claudicatio intermittens” deriva da quello dell’imperatore romano Claudio (II secolo d.C.), che aveva una forma di zoppia che lo costringeva a fermarsi spesso durante la deambulazione. La “claudicatio intermittens”, denominata anche in passato “malattia delle vetrine”, si manifesta tipicamente con dolore muscolare che compare in maniera “regolare e ripetitiva” dopo un cammino in piano od in salita più o meno prolungata ed è legata ad una riduzione di irrorazione ai muscoli delle gambe.

Quali sono le principali cause e quali i principali fattori di rischio?

La principale cause della “claudicatio intermittens” degli arti inferiori è rappresentata dalle arteriopatie ostruttive degli arti inferiori, ed, il principale fattore di rischio per lo sviluppo di questa patologia è rappresentato dal fumo di sigaretta.

Il ruolo decisivo dell’abitudine al fumo nei pazienti con “claudicatio” ha portato i chirurghi vascolari di lingua tedesca a definire le gambe di questi soggetti come “Raucherbein”, letteralmente “gambe del fumatore”. Altri fattori di rischio implicati sono il Diabete Mellito e l’ipercolesterolemia.  L’obesità e l’ipertensione arteriosa, pur presentandosi frequentemente nei pazienti con “claudicatio”, svolgono in questi casi un ruolo secondario.

Quali sono i possibili trattamenti?

La prima cosa che il paziente con “claudiucatio intermittens” deve fare è smettere di fumare. Nessun tipo di trattamento, medico, chirurgico od endovascolare (ad esempio con il palloncino), può avere risultati soddisfacenti nel tempo se il paziente continua a fumare. Inoltre la prosecuzione dell’abitudine al fumo provoca un progressivo aggravamento della arteriopatia con conseguente riduzione della autonomia di marcia “capacità di camminare in assenza di sintomatologia dolorosa" fino alla comparsa, nei casi più gravi, di dolori anche a riposo e/o di lesioni trofiche (ad esempio ulcere a livello dei piedi). Oltre alla astensione assoluta dal fumo anche la deambulazione prolungata “ripetuta ed a brevi tratti” può comportare un significativo miglioramento della “claudicatio”.

In alcuni casi selezionati, nei quali le misure “conservative” (astensione dal fumo e deambulazione) non abbiano sortito effetti ed il paziente sia fortemente motivato ad un miglioramento della sua capacità di deambulazione può essere indicato un trattamento endovascolare o, in casi più limitati, chirurgico di rivascolarizzazione delle arterie occluse. Qualsiasi tipo di trattamento deve essere associato, oltre che alla sospensione del fumo, alla assunzione regolare della terapia farmacologica indicata, al controllo dei fattori di rischio vascolare ed ad una adeguata deambulazione.

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