Come curare un tumore all’esofago

Come curare un tumore all’esofago

Editato da: Marta Buonomano il 29/10/2019

La terapia per il tumore all’esofago può variare in base allo stadio e alla localizzazione della neoplasia, nonché alle condizioni generali di salute del paziente. Il Dott. Vittorio Albino, esperto in Chirurgia Generale a Napoli, ci parla delle possibilità terapeutiche per questa patologia

Tumore all’esofago: come si classifica?

Analizzare lo stadio della malattia è fondamentale per scegliere il trattamento più adatto. È possibile classificare il tumore all’esofago in:

  • ragazza con un fiore arancione davanti alla panciaCarcinoma in situ (stadio 0): la neoplasia si trova nello stadio iniziale, ha colpito solamente i primi strati delle cellule esofagee e possono esserci delle cellule ancora non tumorali (displasia di alto grado);
  • Stadio I: quando il tumore non si è diffuso ai tessuti vicini e non ha colpito né linfonodi né altri organi;
  • Stadio II: il carcinoma è limitato all’esofago ma può aver colpito dei linfonodi regionali (max 2), ma non si è diffuso ad altri organi;
  • Stadio III: il tumore può essersi infiltrato in tutta la parete dell’esofago e potrebbe aver raggiunto gli organi adiacenti e/o i linfonodi regionali, ma non si è ancora diffuso a distanza;
  • Stadio IV: tumore diffuso e presenza di metastasi;
  • Recidiva: neoplasia che si presenta nuovamente a seguito della terapia. Può svilupparsi nella stessa sede del tumore primitivo o in un altro organo.

È possibile curare il tumore all’esofago? 

Le terapie possibili per curare un tumore dell’esofago sono:

  • Endoscopia operativa: utilizzata in caso di tumore superficiale, richiede generalmente un giorno di ricovero e prevede la resezione endoscopica della mucosa al fine di prelevare ed analizzare lo strato della mucosa e della sottomucosa esofagea;
  • Chirurgia: eseguita per asportare l’esofago e i linfonodi tramite esofagectomia. Nonostante l’approccio mininvasivo, si tratta di un intervento complesso ed è possibile eseguirlo solo in pazienti con condizioni di salute non troppo compromesse;
  • Radioterapia: grazie alle radiazioni ad alta energia consente di distruggere le cellule tumorali riducendo le dimensioni della neoplasia. Generalmente le radiazioni vengono erogate da una machina esterna all’organismo (radioterapia esterna).
  • Chemioterapia: in grado di inibire la crescita del tumore e distruggere le cellule neoplastiche, prevede l’assunzione di farmaci per via orale o endovenosa.

Questi trattamenti vengono generalmente combinati tra loro in modo da offrire al paziente un risultato più efficace. Il tipo di combinazione varia a seconda della stadiazione e delle condizioni del paziente.

Come cambia il trattamento in base allo stadio?

Nello Stadio 0 viene generalmente eseguita una resezione endoscopica della mucosa, mentre nello Stadio I può essere indicato sia l’approccio endoscopico che chirurgico e, in alcuni casi, si può ricorrere all’esecuzione di chemio-radioterapia (quando il paziente non può affrontare l’intervento). Per i tumori in Stadio II e III, invece, è possibile eseguire dei cicli di radio e chemioterapia solamente prima dell’intervento (neoadiuvanti), prima e dopo l’intervento (in caso di tumore della giunzione gastro-esofagea) oppure eseguirle senza alcun intervento chirurgico. In caso di neoplasia in Stadio IV le opzioni terapeutiche sono: chemioterapia con o senza farmaco biologico, inclusione del paziente in protocolli sperimentali, radioterapia palliativa, impianto di protesi esofagea con fine palliativo.

donna che si tocca lo stomacoCosa fare in caso di recidiva?

A seguito di ogni trattamento è indispensabile eseguire dei controlli periodici (generalmente semestrali) in modo da analizzare le condizioni cliniche de paziente ed individuare precocemente, tramite esami strumentali, l’eventuale presenza di recidive. In caso di una ripresa della malattia può ricorrere a: chemioterapia, chirurgia (esclusivamente in casi selezionati e radioterapia palliativa. In alcuni casi è possibile anche essere inclusi in studi clinici sperimentali con nuovi farmaci.

Quanto è importante il supporto nutrizionale?

Indipendentemente dallo stadio della malattia, è fondamentale garantire ai pazienti un adeguato supporto nutrizionale con:

  • Sondino naso-gastrico: se il supporto è necessario per brevi periodi;
  • Gastrostomia Endoscopica Percutanea, o PEG: preferita dei casi in cui non è indicata la chirurgia;
  • Digiunostomia alimentare: simile alla PEG, si preferisce nei casi in cui è previsto l’intervento in modo da non danneggiare lo stomaco;
  • Stent esofageo: protesi in grado di favorire il passaggio degli alimenti, viene impiantata solamente nel caso in cui non sia prevista la chirurgia o la radioterapia;
  • Nutrizione endovenosa totale.
Chirurgia Generale a Napoli