Come gestire l’ipertensione in gravidanza

Come gestire l’ipertensione in gravidanza

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 15/05/2023

La nostra esperta in Cardiologia a Bari, la Dott.ssa Adele Nardecchia, ci spiega in che modo affrontare l’ipertensione in gravidanza a seconda della sua tipologia

Che cosa s’intende per ipertensione in gravidanza?

La definizione di “ipertensione in gravidanza” comprende:

  1. L’ipertensione già presente prima della gravidanza o diagnosticata entro la 20° settimana di gestazione;
  2. L’ipertensione che insorge dopo la 20° settimana di gestazione (ipertensione gestazionale);
  3. La pre-eclampsia.

Questi casi coinvolgono circa il 5-10% delle donne gravide.

Quali sono i rischi per la madre e per il bambino?

I rischi per la madre sono:

  • donna in gravidanzaDistacco di placenta
  • Ictus
  • Insufficienza multi organo (MOF)
  • Coagulazione intravascolare disseminata (CID)

D’altra parte, i rischi per il feto sono:

  • Ritardo di crescita intrauterina
  • Prematurità
  • Morte intrauterina

Cosa fare nel caso ipertensione già presente prima della gravidanza?

L’ipertesa che inizia la gravidanza deve badare allo stile di vita, ad una sana alimentazione e al controllo del peso corporeo. Deve sospendere i farmaci ACE-inibitori, antagonisti dei recettori per l'angiotensina II e gli inibitori diretti della renina che possono provocare danni embrionali e neonatali e sostituirli con altri calcio-antagonisti. Sono da evitare i betabloccanti che inducono bradicardia fetale; anche la terapia diuretica è da evitare in quanto il volume plasmatico è ridotto nelle donne che affette da pre-eclampsia. La pressione arteriosa in gravidanza deve rimanere entro i limiti di 135/85 mmHg, senza superare 140/90 mmHg e senza scendere a valori < 110/70 mmHg. La pressione va misurata in posizione seduta oppure sdraiata sul fianco sinistro; è consigliato eseguire periodicamente l’ABPM.

E se l’ipertensione si sviluppa durante la gravidanza?

L’ipertensione gestazionale si sviluppa dopo la 20° settimana di gestazione in assenza di proteinuria significativa (< 30 mg/mmol ACR) e va trattata con la stessa terapia farmacologica.

Cosa fare, invece, in caso di pre-eclampsia?

donna in gravidanzaLa pre-eclampsia è una condizione complessa che si verifica sempre dopo la 20° settimana di gestazione, frequentemente nella prima gravidanza, nelle gravidanze gemellari, nella sindrome APS, nelle malattie renali, nel diabete. Essa prevede, oltre a valori pressori > 140/90 mmHg, la presenza di proteinuria significativa (> 30 mg/mmol ACR), insufficienza renale, epatica, manifestazioni ematologiche e neurologiche, alterazioni della coagulazione e disfunzione utero-placentare. In questa condizione, che provoca violenta cefalea, disturbi del visus e dolore addominale, è obbligatorio il ricovero ospedaliero per eventuale induzione del parto, anche pre-termine. Sia l’ipertensione cronica preesistente che l’ipertensione gestazionale possono esitare in pre-eclampsia.

La terapia antiipertensiva dovrà essere proseguita per 1-6 settimane dopo il parto e si potranno utilizzare tutti i farmaci previsti dalle linee guida ESH/ESC 2018. Bisogna ricordare che tutti i farmaci antipertensivi passano nel latte materno: per questo motivo bisogna avvisare la puerpera della eventuale necessità dell’allattamento artificiale.

Inoltre, le donne che manifestano ipertensione in gravidanza sono a rischio elevato di sviluppare ipertensione, ictus e ischemia cardiaca negli anni successivi.

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