Come riconoscere il Neuroma di Morton

Come riconoscere il Neuroma di Morton

Editato da: Marta Buonomano il 08/04/2020

Hai mai sentito parlare del Neuroma di Morton? Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Varese, il Dott. Daniele Marcolli, ci spiega di cosa si tratta

Neuroma di Morton: di cosa si tratta?

piedi scalziIl neuroma di Morton, diagnosticato per la prima volta nell’ottocento dal chirurgo americano Thomas George Morton, è una patologia degenerativa che interessa il nervo digitale plantare dell’avampiede. È sostanzialmente un’irritazione cronica del nervo posizionato tra il 3° e il 4° dito ma, in alcuni casi e in percentuale via via minore, può coinvolgere anche nervi in altre zone della pianta del piede stesso. Il neuroma di Morton statisticamente colpisce per lo più le donne tra i 40 e i 50 anni. Non si conoscono ad oggi le cause vere e proprie dell’insorgere di tale condizione ma certamente si possono identificare situazioni che la possono facilitare, in quanto tutto parte da uno stress meccanico, un sovraccarico, dell’area interessata che si infiamma: una postura scorretta o l’utilizzo di calzature poco comode che alterano ad esempio il normale appoggio a terra del piede. C’è poi la possibilità che altre patologie possano favorirne la manifestazione: piede piatto, piede cavo, alluce valgo, artrite reumatoide, problematiche neurologiche, ecc.

Come si manifesta?

Il paziente generalmente lamenta un dolore molto forte che può anche essere definito come una “scossa elettrica”. Nelle fasi iniziali può essere discontinuo, alternando quindi momenti di completo benessere. Questo comporta che il dolore può presentarsi in qualsiasi momento della giornata, mentre si sta camminando o si è seduti sul divano, ma anche nelle ore notturne, quando si è completamente a riposo. Quando ciò avviene, il paziente, per provare sollievo, può nell’immediato, massaggiarsi la zona dolente. Inoltre, in alcuni casi oltre a questi sintomi, si possono manifestare bruciore, perdita di sensibilità delle dita o intorpidimento. Se si manifestano queste condizioni, il consiglio è quello di prendere appuntamento con uno specialista, che, con un primo esame obiettivo (palpazione della zona interessata), può diagnosticare il neuroma.

È possibile prevenire il Neuroma di Morton?

piedi scalziPoiché statisticamente i pazienti che presentano la malattia sono in maggioranza donne (si parla in letteratura di un’incidenza circa dell’80%), la prevenzione sta, senza dubbio, nella scelta di scarpe comode, morbide, con un tacco sostenibile e non eccessivamente alto, una punta stondata e ampia piuttosto che una dannosa e stretta punta. Conoscere e rispettare, nella scelta della calzatura, l’anatomia del proprio piede è il primo passo da compiere.

In che modo si può curare?

Per prima cosa, se è possibile, si tende a procedere con dei trattamenti conservativi e non invasivi per il paziente:

  • Modifica delle calzature;
  • Terapia farmacologica (antinfiammatori e neuroprotettori);
  • Eventuale utilizzo di plantari;
  • Infiltrazioni di cortisone (cicli da tre infiltrazioni).

piedi con sandaliLo specialista ortopedico, a seconda del paziente e del suo specifico caso, può consigliare di associare a queste terapie anche cicli di fisioterapia strumentale. Se queste indicazioni non sono sufficienti per risolvere il problema, dopo una valutazione attenta con il paziente, che va a comprendere meglio grado di dolore lamentato e incompatibilità dello stesso con il suo stile di vita, si può optare per la soluzione chirurgica.

L’intervento prevede l’asportazione, tramite una piccola incisione, del nervo, senza che ciò comporti conseguenze motorie o funzionali delle dita. Tuttavia l’asportazione del nervo inevitabilmente porterà ad una piccola area di anestesia fra le dita, che con il passare del tempo andrà via via a ridursi.

Nel decorso post-operatorio si consiglia riposo per qualche giorno e l’utilizzo successivo di una calzatura idonea per camminare appoggiando solo la parte posteriore del piede.

L’appoggio completo dovrà essere valutato dallo specialista in seguito verificando le variabili del dolore e la velocità nella guarigione, ma generalmente avviene in 20 giorni.

Ortopedia e Traumatologia a Gallarate