Come riconoscere l’ipertrofia adenotonsillare nei bambini

Come riconoscere l’ipertrofia adenotonsillare nei bambini

Editato da: Marta Buonomano il 21/07/2021

Il Prof. Gian Gaetano Ferri, esperto in Otorinolaringoiatria a Bologna, ci spiega come riconoscere l’ipertrofia adenotonsillare, una condizione molto comune nei bambini tra i 3 ed i 10 anni

Cosa s’intende per ipertrofia adenotonsillare?

L’ipertrofia adenotonsillare rappresenta una situazione clinica molto frequente in età pediatrica, specialmente nel range 3-10 anni. Si tratta di un aumento, più o meno significativo, del volume delle vegetazioni adenoidee, che si trovano nello spazio rinofaringeo, dietro alle fosse nasali, e delle tonsille palatine, situate nella cavità orofaringea. L’aumento di volume di queste strutture linfatiche avviene soprattutto per ripetuti e ricorrenti stimoli al nostro sistema immunitario da parte dei più comuni virus e batteri responsabili delle affezioni infiammatorie delle alte vie aeree, assai frequenti in età pediatrica anche a causa della loro rilevante contagiosità.

Quali sono i sintomi dell’ipertrofia adenotonsillare?

I sintomi dell’ipertrofia adenotonsillare sono inevitabilmente correlati alla sede e all’entità dell’ostruzione causata dall’aumento di volume di queste strutture linfatiche:

  • Visita ORL di una bambinaL’ipertrofia adenoidea, che può anche non essere accompagnata da una simultanea ipertrofia tonsillare, causa soprattutto difficoltà respiratoria nasale (in particolare notturna, con respirazione orale forzata), possibile insorgenza di otite media secretiva e conseguente calo dell’udito, spesso bilaterale e a lungo termine può essere responsabile di dismorfismi cranio-facciali tra cui alterazioni palatali, con possibile necessità di interventi ortodontici. Il piccolo, non riuscendo a respirare bene dal naso, potrà anche soffrire più spesso di episodi di faringo-tonsillite, bronchite e bronchiolite, a causa del mancato passaggio dell’aria dalle cavità nasali, dove in condizioni normali subisce fondamentali processi di filtrazione, umidificazione e riscaldamento.  
  • L’ipertrofia tonsillare, invece, può causare soprattutto russamento ed apnee notturne; queste ultime, se presenti, determinano un sonno non gratificante, sonnolenza diurna, irritabilità, ridotto rendimento scolastico e possono avere rilevanti conseguenze sull’apparato cardiovascolare. In casi estremi, una rilevante ipertrofia tonsillare a carattere ostruttivo (grado IV) può anche causare problemi di alimentazione.

Come si formula la diagnosi?

Nel corso di una visita specialista otorinolaringoiatrica, si potrà valutare la presenza di una ipertrofia adenoidea mediante una fibroscopia nasofaringea con ottica flessibile, mentre la semplice valutazione del cavo orofaringeo consentirà di osservare il grado dell’ipertrofia tonsillare. 

Quali sono i trattamenti per curare l’ipertrofia adenotonsillare?

Il trattamento dell’ipertrofia adenotonsillare è variabile, a seconda dell’ostruzione causata da queste strutture linfatiche e dalla relativa sintomatologia del paziente.

L’indicazione chirurgica all’adenoidectomia in anestesia generale è data da un’ipertrofia adenoidea occludente le coane nasali almeno per l’80%; in questo caso, infatti, un trattamento medico, anche prolungato, con spray nasali steroidei, non sarà sufficiente per ridurre il volume del tessuto adenoideo iperplastico.

La tonsillectomia, spesso eseguita nella stessa seduta operatoria di una eventuale adenoidectomia, viene invece programmata soprattutto se il paziente risulta affetto dall’OSAS (la Sindrome delle Apnee Notturne del Sonno); questa entità patologica, che come detto in precedenza può avere rilevanti implicazioni cliniche, viene definita in base al risultato di un esame strumentale specifico (la Polisonnografia, oppure la Pulsossimetria notturna). L’assenza di sintomi oppure un russamento semplice non implicano un trattamento medico o chirurgico, ma solamente controlli evolutivi.

Otorinolaringoiatria a Bologna