Danno da perdita di chance: di cosa si tratta?

Danno da perdita di chance: di cosa si tratta?

Editato da: Marta Buonomano il 28/03/2023

Hai mai sentito parlare di danno da perdita di chance? Ce ne parla il nostro esperto in Medicina Legale a Napoli, il Dott. Marcello Lorello

Che cos’è il danno da perdita di chance?

La vittima di un incidente stradale che ha subito un danno o un infortunio, oppure in caso di malasanità o atti illeciti, può subire anche un danno da perdita di chance. Il termine "chance" sta a indicare la possibilità di ottenere dei futuri benefici economici e patrimoniali, e il danno si verifica quando il soggetto perde quindi questa opportunità a causa di un’illecita condotta altrui.

L’onere della prova

Chi si ritiene danneggiato dovrà necessariamente dimostrare il nesso di causalità tra il fatto illecito e la perdita subita che deve essere effettiva, attuale e quantificabile. Avrà quindi il dovere di provare le possibilità concrete di conseguire il risultato desiderato e l’ostacolo causato dagli atti illeciti altrui in maniera tale da dimostrare, anche in modo presuntivo, di essere già in possesso dei requisiti necessari per ottenere questi futuri benefici o vantaggi economici e che era quindi in grado di conseguirli qualora non si fosse verificato l’evento lesivo.

La chance quindi non rappresenta solamente un’aspettativa del risultato, ma anche una quantificabile e concreta probabilità statistica di ottenere un beneficio.

martello di un tribunale

Si tratta infatti di un danno di tipo patrimoniale, che coinvolge la sfera reddituale ed economica del soggetto danneggiato, giuridicamente ed autonomamente riconosciuto risarcibile anche attraverso una valutazione equitativa basata su elementi quantificabili e concreti.

Il danno consiste dunque nella perdita della possibilità di ottenere un dato risultato, non nella perdita del suddetto risultato e la valutazione dell’entità di questa perdita si esegue mediante un calcolo di probabilità che deve tener conto anche del fatto che questo risultato poteva essere comunque impedito o ostacolato da altri fattori oltre all’illecito subito.

Per essere più chiari, facciamo l’esempio di una persona perde una causa in tribunale per un ritardo negligente dell’avvocato nel presentare un’opposizione entro i termini. Questo non significa automaticamente che, se non ci fosse stata questa negligenza, l’assistito avrebbe vinto la causa; tuttavia questa negligenza ha di sicuro comportato la perdita di tale possibilità e ciò rappresenta un danno rilevante e risarcibile.

 

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Incidente stradale con danno biologico

Se il danneggiato, a causa del danno subito, perde la possibilità di conseguire occasioni economiche o lavorative vantaggiose (ad esempio, se non può presentarsi a lavoro durante un periodo di prova a causa delle lesioni subite durante il sinistro) ha diritto ad ottenere un risarcimento anche per il danno da perdita di chance. I danni patrimoniali si dividono in:

  • Lucro cessante, vale a dire il mancato guadagno che si sarebbe potuto ottenere qualora non si fosse verificato l’evento lesivo;
  • Lucro emergente, cioè l’insieme dei costi patrimoniali ed economici subiti dal soggetto leso a causa dell’evento lesivo.

uomo in abito da lavoro con una penna in mano

I mancati guadagni futuri, che si sarebbero potuti ottenere qualora l’evento non si fosse verificato, rientra nel lucro cessante, mentre la perdita della possibilità di conseguirli fa parte del danno emergente. Sia il lucro cessante che quello emergente appartengono allo stesso pregiudizio subito, ma devono essere considerati e risarciti in maniera differente ed autonoma.

La chance appartiene quindi al patrimonio attuale della persona lesa e la perdita di tale possibilità viene considerata un danno emergente risarcibile autonomamente.

Danno da perdita di chance di sopravvivenza per responsabilità medica

L’errore di un sanitario (es. il ritardo o l’errore nel diagnosticare una malattia terminale) può influire negativamente sulla durata e/o la qualità della vita di un paziente, intaccando non solo la possibilità di ottenere futuri risultati economici, ma anche quella di affrontare in maniera migliore il suo ultimo periodo di vita o di vivere più a lungo. Il fatto provocato in questi casi è sia morale che da perdita di chance.

La chance, in questo caso, costituisce la possibilità per il paziente di trascorrere in maniera diversa il tempo a sua disposizione, possibilità che gli viene negata dall’errore commesso dal medico, e dovrà essere quantificato equitativamente dal giudice in base alle reali possibilità di sopravvivenza del paziente o del miglioramento della qualità della sua vita residua in mancanza del suddetto errore medico.

dottore con le braccia incrociate e uno stetoscopio

Un altro esempio potrebbe essere un errore medico durante un intervento chirurgico effettuato per rallentare l’esito infausto di una patologia terminale. Tale illecito comporta per il paziente la perdita della possibilità di poter vivere per un periodo di tempo maggiore rispetto a quello effettivamente vissuto.

In tal caso ci sarebbero sicuramente i presupposti per richiedere un risarcimento danni da malasanità (Cassazione, sentenza n.7195 del 2014) ma l’onere probatorio è a carico del danneggiato che dovrà dimostrare il nesso causale tra l’errore del sanitario e la perdita subita, attraverso l’assunto del “più probabile che non” (Cassazione, sentenza n.21255 del 2013) ed è sufficiente che il nesso causale tra il comportamento colpevole del medico e l’evento incerto (la perdita di chance) sia il più probabile rispetto ad altre possibili cause (la cosiddetta “ragionevole probabilità”, sentenza della Cassazione n.4024 del 2018).

 

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