Donne e depressione: quando la società sminuisce il dolore

Donne e depressione: quando la società sminuisce il dolore

Editato da: Serena Silvia Ponso il 18/05/2023

La depressione, si sa, è molto di moda. Ne parlano i giornali, la televisione, si stampano opuscoli, riviste e quotidiani, si moltiplicano i terapeuti e i pazienti. Tuttavia, non sempre tanta diffusione di informazioni equivale a una reale conoscenza e accettazione “sociale” della patologia. Per questo motivo il Prof. Franco Mongini, esperto in Neurologia a Torino, ci parla delle depressione dal punto di vista femminile

Depressione: evitiamo i luoghi comuni

Quando si parla di “depressione” il nostro pensiero va automaticamente a poveri disperati che stanno meditando il suicidio, o a cliniche psichiatriche dove il paziente vegeta come uno zombie imbottito di antidepressivi.
Ne consegue la repulsione, il terrore per i farmaci, la paura alla dipendenza fisica e psicologica: immaginiamo il malato con uno sguardo perennemente triste, trasandato, piangente, scostante e rigido.

 

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Gli stereotipi femminili

Questo peggiora quando ci riferiamo al mondo femminile: la società, infatti, si aspetta un'aderenza ad alcuni stereotipi: quelli di eleganza, finezza, fascino ed intelligenza. Ed ecco come allora moltissime donne mascherano la propria depressione sminuendo i loro problemi, cercando di celarsi dal giudizio della gente e del medico, tenendo per loro l’ansia e il disagio.

Molte di loro accettano passivamente questa condizione, la considerano “normale” senza rendersi conto che può derivare da altre patologie, come ad esempio il mal di testa cronico. Questo dolore, specie se è cronico, si accompagna a quelli che, in gergo psichiatrico, vengono definiti “disturbi dell’umore”: Un dolore fisico prolungato può alterare la psiche di chi ne soffre e trasformare un sintomo nell’origine di un disagio psicologico.

Ecco alcuni esempi di storie di pazienti, che spaziano dai problemi più assurdi ai casi più comuni:

  • Si, certo, sono nervosa, ma ho le mie buone ragioni!

Tipico e molto comune: sminuire i propri problemi per non creare ulteriori drammi. Talvolta si tratta di storie banali, altre volte di storie al limite del possibile. Qualsiasi sia la causa (tradimenti, conflitti, malattie, uno shock, un trasloco, un nuovo lavoro etc.), una depressione non è da sottovalutare.

  • Non so che cosa mi succede. In realtà non ho nessuna ragione per essere triste. Ho un marito e dei figli che mi vogliono bene, nessun problema economico…

In questi casi la depressione tende a nascondersi sotto forma di disturbi di varia natura: a carico del sonno (il paziente non riposa bene e fa fatica a dormire) o di altre funzioni (palpitazioni, ansia, attacchi di panico, fobie, etc.)

  • Non so perché ma soffro di ansia incontrollabile, mi sudano le mani, il cuore mi esplode. In più, ingrasso senza mangiare!

Quando il paziente tende a mangiare fuori pasto, in forma compulsiva nel tentativo di fermare il senso d’ansia, questo potrebbe essere un segnale di depressione.

Depressione: curarla senza paura

Una volta individuato il problema, bisogna iniziare una cura farmacologica. Molte donne credono che curarsi con farmaci le faccia apparire deboli, senza contare la paura di rimanere assuefatte.  Questo è un altro dei miti da sfatare: i farmaci, assunti al momento giusto e in quantità giusta, curano senza provocare dipendenza.

 

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Neurologia a Torino