Ernia iatale: che cos’è?

Ernia iatale: che cos’è?

Editato da: Valerio Bellio il 05/04/2023

Cos’è l’ernia iatale? E come viene trattata? L’abbiamo chiesto al Prof. Bruno Benini, esperto in Chirurgia Generale a Roma

In cosa consiste l'ernia iatale?

Per ernia iatale si intende un allargamento dello iato esofageo che è quell’apertura del diaframma che permette il passaggio dell’esofago dal torace all’addome. Quando questo orifizio si allarga il contenuto addominale, e più precisamente lo stomaco, si sposta in alto verso il torace. Generalmente la parte di stomaco che raggiunge il torace è molto piccola ma in altri casi, più rari, lo stomaco intero può migrare in torace, arrecando grandi disturbi.
Il sintomo più frequente è il reflusso gastroesofageo e disturbi del ritmo cardiaco che sono dovuti al fatto che lo stomaco migra in torace dietro al cuore, disturbandone il funzionamento.

Quali sono le cause dell’ernia iatale?

Le cause sono da ricondursi in parte ad una debolezza congenita dei tessuti che circondano l’esofago, ma anche a tutte le condizioni che determinano un aumento della pressione addominale e che partecipano alla formazione dell’ernia iatale; mi riferisco all’obesità, alle gravidanze, alla tosse. Altre concause sono gli sforzi fisici che richiedano una vigorosa contrazione dei muscoli addominali come il sollevamento di pesi considerevoli, sia per lavoro che per sport, ma anche lo sforzo per la defecazione che fanno le persone affette da stipsi cronica.

Come viene trattata chirurgicamente l’ernia iatale?

L’intervento viene eseguito in laparoscopia, quindi con piccoli forellini attraverso i quali si introduce una telecamera e gli strumenti. Lo stomaco viene riportato nella sua posizione e l’apertura diaframmatica, lo iato, viene ricalibrato con dei punti. In alcuni casi è necessario mettere una rete biocompatibile a rinforzo della sutura ed in molti casi si provvede anche a fissare lo stomaco stesso all’addome.

È un intervento estremamente poco doloroso, dal ricovero molto breve; non più di 2-3 giorni. Viene effettuato in anestesia generale. Dal momento che l’ernia iatale si associa spesso al reflusso gastroesofageo, l’intervento curerà anche quest’ultimo. L’intervento, eseguito da chi abbia le necessarie competenze ed esperienza non comporta particolari rischi, ma dà al paziente grande beneficio.

Ernia iatale: precauzioni post-intervento

Dopo l’intervento è indispensabile che il paziente non si ingrassi e possibilmente dimagrisca se in sovrappeso. È altresì indispensabile che eviti sforzi fisici importanti. Dalla mia esperienza le gravidanze, invece, non sono controindicate, e molte mie pazienti hanno avuto felicemente dei bambini dopo essere state operate.

 

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: ecco come risolverlo!

Chirurgia Generale a Roma