Ernia inguinale: è sempre da operare?

Ernia inguinale: è sempre da operare?

Editato da: Sharon Campolongo il 20/06/2023

Capiamo come si formano le ernie inguinali e quali trattamenti vengono impiegati

L’anatomia della regione inguinale

Innanzitutto due nozioni di anatomia. La regione inguinale è caratterizzata dal fatto che è un importante incrocio di fasce muscolari che si inseriscono a livello del pube e del bacino. In esso si trova una importante struttura anatomica: il canale inguinale che nel maschio permette il passaggio, attraverso gli strati muscolari della parete addominale, degli elementi spermatici che vanno dal testicolo alla prostata; nella femmina del legamento rotondo, che mantiene l’utero nella sua posizione.

Che cos'è l'ernia inguinale?

L’ernia inguinale è un difetto, un buco, della parete inguinale attraverso il quale si fa strada un “sacco” erniario che è in diretta comunicazione con l’addome e che può, quindi, essere riempito da anse intestinali.

L’ernia può essere “indiretta” se si sviluppa lungo il canale inguinale sopra citato o “diretta” se si sviluppa medialmente al canale inguinale stesso.

È molto più frequente nell’uomo che nelle donne.

ragazzo seduto

Quali sono le cause che la determinano?

L'ernia può essere congenita, quando il sacco erniario è presente già alla nascita. Non è affatto raro, infatti, che il bambino presenti ernie nei primi giorni di vita o, comunque, in età infantile.

Nell’adulto questo difetto può crearsi per uno sforzo o per una congenita debolezza delle strutture muscolari e fasciali che si manifesta negli anni; in questi ultimi casi è spesso bilaterale.

Come ci si accorge di avere un’ernia?

Il paziente può accorgersi dell’ernia in modo occasionale notando una tumefazione, un rigonfiamento, nella regione dell’inguine, soprattutto quando si trova in posizione eretta e che scompare nella posizione supina, senza avere alcun sintomo.

 Altre volte, invece si presenta con sintomi con dolori in sede inguinale che si accentuano potrebbero in caso di sforzo o di prolungata stazione eretta.

Può essere pericolosa?

Il pericolo maggiore è quello dello strozzamento erniario: può capitare sia con ernia piccole che grandi ed è determinato dal fatto che una ansa intestinale entra nel sacco erniario e per motivi vari non rientra più in addome determinando un difficoltoso apporto sanguigno con la conseguenza di esitare in gangrena e peritonite. In questi casi l’ernia deve essere operata d’urgenza per liberare l’intestino prima che vada in gangrena.

Altra complicanza “minore” è l’intasamento erniario: è dovuto all’accumulo eccessivo di contenuto intestinale nel sacco erniario. In questi casi si crea la cosiddetta “irriducibilità” dell’ernia, ossia il contenuto non rientra più in addome anche se non va incontro a sofferenza vascolare.

Quando bisogna operare?

Le ernie piccole e asintomatiche possono anche non essere trattate.

In genere, però, un'ernia tende nel tempo ad aumentare di volume.

In poche parole vanno operate le ernie che da piccole tendono ad aumentare di volume ed ovviamente le ernie sintomatiche.

Questo in linea di massima: in realtà i casi possono differire molto l’uno dall’altro dovendo prendere in considerazione età, lavoro svolto, attività sportiva, stato generale e presenza di altre patologie.

coppia di persone anziane durante un controllo medico

Quali sono i principali trattamenti utilizzati?

Solo il trattamento chirurgico permette di risolvere l’ernia inguinale.

Si distinguono fondamentalmente due approcci:

LAPAROTOMICO

L’operazione è l'ernioplastica inguinale con protesi. Prevede una piccola incisione (4-5 cm) sulla cute della regione inguinale con liberazione del sacco erniario e sua riduzione in sede addominale e si conclude con il posizionamento di una rete protesica che viene nel tempo integrata a rafforzare definitivamente la regione. Può essere realizzata in anestesia generale, spinale o locale con sedazione. In pazienti senza importanti copatologie o non in trattamento anticoagulante viene svolto in regime di ricovero giornaliero (entra al mattino, esce al pomeriggio).

LAPAROSCOPICO

Prevede tre piccole incisioni attraverso le quali si inietta aria in addome creando un pneumoperitoneo e si opera con adatti strumenti. Anche in questo caso si fa ricorso ad una protesi a rinforzo della regione. L’accesso laparoscopico è conveniente soprattutto in casi di ernie bilaterali o di recidive erniarie. L’intervento va eseguito in anestesia generale ed in genere richiede il ricovero per una notte.

Possiamo riassumere l'intervento in due fasi:

  • L'isolamento e la riduzione del sacco erniario, che viene distaccato dai tessuti con cui ha contratto aderenze;
  • La ricostruzione del canale inguinale ed il suo irrobustimento con il posizionamento di una rete protesica.

I tempi di recupero sono ridotti e la ripresa delle attività abituali è rapida; sia per l’intervento laparotomico che laparoscopico si chiede un mese senza alzare pesi considerevoli, fare movimenti bruschi o lavori pesanti.

Qual è il momento migliore per trattare chirurgicamente l’ernia inguinale?

Breve considerazione: trattandosi di un difetto di una struttura anatomica, non si può cercare soluzione se non nell’esecuzione di un gesto chirurgico appropriato.

Il momento per operare è quello in cui il paziente si è reso conto di avere un problema e non vuole aspettare una situazione di urgenza.

Inoltre, è ovvio che quanto più la parete muscolare è in buono stato, tanto più facile sarà ottenere una buona riparazione. È negativo vivere nel disagio di mantenere per anni una situazione facilmente correggibile, quasi aspettando di essere costretti all’intervento e trovandosi poi con elementi muscolari e fasciali inevitabilmente più deboli.

Chirurgia Generale a Conegliano