FAVd: la fistola durale arterovenosa

FAVd: la fistola durale arterovenosa

Editato da: Marta Buonomano il 28/04/2020

Il Dott. Enrico Cotroneo esperto in Radiologia a Roma, ci spiega la differenza tra fistole craniche e midollari, come riconoscerle e come curarle

Che cos’è una fistola durale?

La fistola durale artero-venosa (FAVd) è una malformazione arterovenosa acquisita che si presenta con maggiore frequenza dalla quarta alla sesta decade di vita e che si estrinseca sia a livello intracranico che spinale. Una tipologia molto rara è invece la FAVd con scarico venoso epidurale gigante che si presenta invece nell’età pediatrica. Le fistole durali rappresentano circa il 10-15% di tutte le malformazioni arterovenose del Sistema Nervoso. Per fenomeni infiammatori e/o trombotici si forma una comunicazione anomala tra arterie e vene a livello della dura madre, uno dei tre foglietti che rivestono l’encefalo o il midollo. Lo scarico venoso di solito avviene utilizzando le vene normali dell’encefalo o del midollo, ma l’aumento del flusso di sangue determina un aumento del flusso e della pressione nelle vene che si estrinseca con una sofferenza del parenchima midollare o encefalico. Tale sofferenza determina sintomi neurologici.

Come si riconosce una fistola midollare?

La FAVd midollare, percentualmente molto meno frequente rispetto alla FAVd intracranica, ha una patologia subdola. Inizia con disturbo della sensibilità o della forza ad un arto inferiore e nel corso del tempo coinvolge anche il controlaterale. Si associa nel tempo a disturbi della minzione. Se non diagnosticata e trattata, la perdita di forza può portare ad una paraplegia degli arti inferiori. L’esame diagnostico iniziale è uno studio di Risonanza Magnetica (RM) del midollo con somministrazione di mezzo di contrasto. Qualora si individui la presenza della FAVd, il golden standard è lo studio angiografico selettivo delle arterie afferenti al midollo spinale per individuare il punto esatto della dura dove si ha il patologico tramite arterovenoso. 

È possibile curare la fistola midollare?

Non esiste una terapia medica, il trattamento deve essere di embolizzazione endovascolare o di neurochirurgia. La collaborazione tra lo specialista neuroradiologo interventista ed il neurochirurgo permette la risoluzione della patologia. È essenziale una diagnosi ed un trattamento il più precoce possibile perché un ritardo, anche dopo l’eradicazione della FAVd, può non determinare una guarigione clinica.

Fistola cranica

La FAVd cranica, più frequente rispetto a quella midollare, ha la stessa genesi acquisita infiammatoria o trombotica, medesima decade di insorgenza, prevalenza del sesso femminile, con una afferenza a livello della dura madre da parte di arterie durali e scarico nel sistema venoso cerebrale superficiale o profondo. Ne esistono diversi tipi in base alla tipologia dello scarico venoso. I sintomi sono molteplici, esistono infatti forme estremamente benigne che non richiedono trattamento, ma anche forme più gravi che mettono a rischio la funzione cerebrale del paziente. Il soggetto interessato può presentare acufeni sincroni con il polso, disturbi oculomotori e, meno frequentemente, emorragie cerebrali.

Diagnosi e trattamento della fistola cranica

Il sospetto diagnostico deve essere confermato con uno studio RM dell’encefalo con somministrazione di mezzo di contrasto e, successivamente, con uno studio angiografico selettivo. Il trattamento di scelta è l’embolizzazione endovascolare in ambiente specialistico, in alcuni casi si può ricorrere alla radiochirurgia stereotassica o all’intervento neurochirurgico.

 


PUBBLICAZIONI
Neurosurgery. 2012 Jan;70(1):141-9; Endovascular treatment of cervical giant perimedullary arteriovenous fistulas
Casasco A1, Guimaraens L, Senturk C, Cotroneo E, Gigli R, Theron J.

 

CONGRESSI NAZIONALI
L’embolizzazione pr via arteriosa e venosa delle fistole durali intracraniche
E. Cotroneo; R. Gigli; A. Casasco
°XIX CONGRESSO AINR 
VERONA 15-18 MAGGIO 2003

 

 

Editor: Marta Buonomano

Radiologia a Roma