Fibrosi Cistica: cause, sintomi e cure

Fibrosi Cistica: cause, sintomi e cure

Editato da: Antonietta Rizzotti il 05/05/2020

La Fibrosi Cistica (FC) è la malattia a trasmissione genetica più frequente nella popolazione di razza caucasica con una prevalenza di circa 70.000 pazienti in tutto il mondo. Ne parla la Dott.ssa Mirella Collura,  esperta in Pediatria a Palermo

Come si trasmette la fibrosi cistica?

La malattia si trasmette con meccanismo autosomico recessivo con una prevalenza dei portatori sani (o eterozigoti) del 4%. Una coppia di eterozigoti presenta, per ogni nascita, un rischio del 25% che il bambino sia  affetto, del 50% che sia portatore sano e del 25% che sia sano e non portatore. Il difetto genetico comporta un’alterata modalità di regolazione di una proteina chiamata CFTR, che è normalmente presente nelle membrane delle cellule epiteliali delle vie aeree, dell’intestino, delle vie urogenitali e delle ghiandole sudoripare. La sua funzione principale riguarda il trasporto trans-membrana del cloro. Il meccanismo patogenetico consiste nella produzione di secrezioni dense e vischiose (da cui la definizione di “mucoviscidosi”) causata da ridotta secrezione di cloro, aumentato riassorbimento di sodio e alterata composizione delle mucine. Un’alterazione di questa proteina causa una “malattia multiorgano” che ha come espressione clinica più rilevante la perdita progressiva della funzionalità respiratoria a causa di ostruzione ed infezioni croniche, e l’insufficienza pancreatica con conseguente malassorbimento. La malattia polmonare è responsabile della gran parte della morbilità e della mortalità nei pazienti con FC. La alterata funzione della proteina CFTR è responsabile della presenza di muco disidratato e vischioso nel versante endoluminale delle vie aeree che porta a riduzione della clearance mucociliare, (che rappresenta un meccanismo di difesa contro le infezioni). Per tale motivo a livello polmonare la storia naturale è condizionata, nei primi anni di vita, da infezioni virali e poi da infezioni batteriche.

In bambini con FC, ripetute infezioni del tratto respiratorio ad opera di microrganismi comuni come Haemophilus influenzae e Staphylococcus aureus provocano un danno diretto e indiretto delle vie aeree che progredisce fino allo sviluppo di bronchiectasie cioè di dilatazioni del lume bronchiale che rendono i soggetti suscettibili di infezioni più gravi.

Quali sono i principali sintomi della fibrosi cistica?

La sintomatologia è molto varia. Nei primi mesi di vita il sintomo predominante è la tosse persistente a carattere pertussoide o il recidivare di infezioni con quadri di bronchioliti e broncopolmoniti. Nel tempo possono evidenziarsi quadri di atelectasia, enfisema e bronchiectasie con l’evoluzione della broncopneumopatia cronica verso l’insufficienza respiratoria irreversibile.

Il danno pancreatico responsabile della maldigestione è presente in genere alla nascita in almeno l’80-85% dei pazienti. L’insufficienza pancreatica causa maldigestione di lipidi, proteine e carboidrati con conseguente alvo frequente e steatorrea, cioè perdita di grassi con le feci. La presenza di contemporaneo deficit di bicarbonati si evidenzia precocemente con l’emissione di feci abbondanti, untuose e maleodoranti e crescita stentata. La maldigestione non trattata causa malnutrizione con scarso accrescimento, ipovitaminosi e perdita di peso. Con il passare del tempo il danno pancreatico evolve in fibrosi coinvolgendo anche le cellule che producono insulina. Pertanto in circa il 45-50% dei pazienti in età adulta si sviluppa il diabete.

In circa il 10-15% dei neonati con fibrosi cistica si verifica fin dalla nascita un’ostruzione intestinale causata dalla produzione di meconio denso e compatto (ileo da meconio) con mancata emissione entro le prime 24-48h di vita e conseguente distensione addominale e vomito. Tali sintomi possono manifestarsi anche successivamente secondariamente alla cattiva assunzione degli enzimi pancreatici. A livello epatico, la produzione di bile densa e disidratata può portare al ristagno di quest'ultima con conseguente sofferenza del parenchima epatico che in alcuni casi può evolvere in cirrosi.

L’alta concentrazione salina del sudore interessa almeno il 98% dei pazienti. L’eccessiva perdita di sali con il sudore predispone i bambini, specialmente durante gli episodi di enterite e durante la stagione estiva, a manifestazioni da perdita di sali con disidratazione. Quest’ultima si manifesta clinicamente con inappetenza, vomito, torpore o agitazione, e arresto della crescita che può rappresentare, a volte, il sintomo di esordio nel lattante affetto da forme ‘mild’.

Diagnosi della fibrosi cistica

Oggi è possibile effettuare una diagnosi precoce della FC grazie allo "screening neonatale". Lo screening permette di sospettare la malattia e di avviare precocemente i pazienti al centro di riferimento più vicino per eseguire il test del sudore che rappresenta il “gold standard della diagnosi”. La legge 548 del 1993 ha reso obbligatorio in Italia la creazione di almeno un centro di cura specializzato per la Fibrosi Cistica in ogni regione dove i pazienti possono effettuare il corretto percorso diagnostico e dove è presente una equipe specializzata nella presa in carico globale del paziente. La centralizzazione e il progressivo miglioramento delle cure ha fatto sì che negli ultimi 20 anni la sopravvivenza per questa malattia sia migliorata fino alla età media di 40 anni e nel tempo si prevede che la età media continuerà a crescere.

Come viene trattata la fibrosi cistica?

Il cardine della terapia della malattia respiratoria è la terapia aerosolica con soluzioni che permettono di migliorare la idratazione delle secrezioni seguita dalla fisioterapia respiratoria. Le tecniche fisioterapiche variano a seconda della età del paziente. La terapia antibiotica mirata, sulla base delle colture periodiche di campioni dell'espettorato, si attua con antibiotici per bocca o per vena in ambiente ospedaliero in corso di episodi di riacutizzazione. Per combattere il malassorbimento intestinale si somministrano ai pazienti gli enzimi pancreatici attraverso capsule che nel bambino piccolo vengono assunte aperte e diluite in succo di limone o di mela, nel paziente più grande vengono assunte intere durante i pasti. Il calcolo degli enzimi pancreatici deve essere fatto dalla dietista del centro di cura che provvederà periodicamente a valutare il diario alimentare ottimizzando in tal modo il dosaggio degli enzimi. Con l'avanzare del danno polmonare si manifesta una condizione di insufficienza respiratoria che alla lunga diventa irreversibile. Ciò comporta la necessità di supporto con ossigeno terapia o, in alcuni casi, con tecniche di ventilazione assistita. In questi casi può essere necessario inserire il paziente in lista di attesa per il trapianto di polmoni che rappresenta oggi una ulteriore opzione terapeutica per il paziente in fase avanzata di malattia.

Quali sono le ultime scoperte della ricerca scientifica?

Negli ultimi anni la ricerca ha permesso l'avvio di nuove terapie dette “CFTR Modulators”. Tali terapie permettono di migliorare la funzione della proteina CFTR mutata, ma sono indirizzate attualmente solo ad una piccola percentuale di pazienti. La ricerca ci mette a disposizione ogni giorno nuove molecole e questo ci permette di sperare che tra alcuni anni questa malattia potrà essere gestibile come altre forme di malattie croniche dell'età adulta. Oggi è possibile effettuare la ricerca delle mutazioni causanti malattia in tutti i pazienti ma anche nei loro familiari per permettere la prevenzione della nascita di altri soggetti malati. È anche possibile effettuare la diagnosi prenatale nelle famiglie in cui è nota la presenza di portatori sani. Non è ancora diffuso lo screening del portatore sano nella popolazione generale se non in alcune regioni per motivi di ricerca, per via dei costi che questo comporterebbe per il sistema sanitario.

Pediatria a Palermo