Fistola sacrococcigea: come riconoscerla?
Quali sono le caratteristiche di una cisti sacrococcigea e come si può curare? Risponde il nostro esperto in Chirurgia Generale a Bari, il Dott. Pierluca Sallustio
Che cosa s’intende per fistola sacrococcigea?
La fistola sacrococcigea, conosciuta anche come “sinus pilonidalis” o “cisti sacrococcigea”, è una condizione caratterizzata dalla presenza di un’infezione che interessa il tessuto sottocutaneo della regione sacro-coccigea. L’eziologia è ignota anche se diversi autori fanno riferimento ad un processo infiammatorio cronico dovuto allo sfregamento o traumi della zona sacrococcgea (è conosciuta anche come “malattia della jeep”). È più frequente nei soggetti di sesso maschile verso i 20-25 anni. Una volta escisso al loro interno è possibile riscontrare ciuffi di peli, denti, granulomi, ecc.
Come si manifesta?
I sintomi sono molto variabili e posso variare dalla presenza di un piccolo orifizio secernente pus sino alla presenza di arrossamenti e orifizi plurimi con comparsa di febbre e edema che possono estendersi fino al gluteo. La diagnosi viene eseguita con una semplice visita medica.
Curare la fistola sacrococcigea con la chirurgia
L’unica terapia è l’escissione chirurgica della regione interessata dall’ascesso. Esistono diversi tipi di trattamento escissionali, ma solitamente l’intervento viene eseguito in regime ambulatoriale con anestesia locale. Il verificarsi di una recidiva della patologia è abbastanza frequentemente (circa 40% dei casi) e, nonostante i numerosi studi, non siamo ancora a conoscenza del motivo.