Guarire dal COVID-19: i segni del virus sulla salute polmonare

Guarire dal COVID-19: i segni del virus sulla salute polmonare

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 30/10/2023

Nonostante si sia guariti dal COVID-19, questo virus può lasciare delle ripercussioni a livello polmonare che possono durare anche molti mesi

COVID-19: perché seguire i pazienti anche dopo la guarigione?

medico che guarda una radiografiaIl Coronavirus è entrato nelle nostre vite all’improvviso e si è diffuso rapidamente nella popolazione. Questo ha portato gli operatori sanitari a concentrarsi, durante l’emergenza, soprattutto sul far guarire ogni paziente. Grazie a loro, oggi, oltre 160.000 italiani sono riusciti a superare la malattia.

Dalle analisi eseguite sui pazienti guariti si è potuto notare che questo virus può “lasciare in eredità” delle ripercussioni a livello polmonare: purtroppo, i tempi di osservazione ristretti non consentono di avere evidenze scientifiche certe, ma i danni causati dalla malattia potrebbero non scomparire alla risoluzione della polmonite.

Il danno ai polmoni causato dal COVID-19 è irreversibile?

Secondo i dati preliminari, l’infezione da Coronavirus può causare danni cronici sulla funzionalità respiratoria e questo rende necessaria una particolare assistenza da parte di medici specialistici, anche una volta superata la fase acuta della malattia. In media, una persona adulta può necessitare dai 6 ai 12 mesi per un recupero funzionale, che però non è detto che sia sempre completo. La causa risiede nella fibrosi polmonare, condizione che porta all’irrigidimento del tessuto colpito e che provoca una riduzione della funzionalità polmonare. Questa condizione può richiedere l’esecuzione di ossigenoterapia, anche a domicilio, oppure il ricorso alle cellule staminali mesenchimali e alle sostanze da esse prodotte che, secondo uno studio pubblicato nel 2018, sono in grado di combinare gli effetti antinfiammatori e antifibrotici a quelli rigenerativi.

Casi simili alla SARS

donna dal medico con difficoltà a respirareQuesta eredità lasciata dal COVID-19 è stata riscontrata fin dai primi pazienti con polmonite interstiziale che hanno necessitato di un lungo ricovero, per questo motivo gli esperti hanno deciso di analizzare i dati delle persone colpite dalla SARS nel 2002-2003. Secondo quanto riportato, chi aveva superato la malattia mostrava a distanza di 6 mesi:

  • Anomalie a livello polmonare facilmente individuabili mediante radiografia;
  • Ridotta capacità respiratoria;
  • Minore volume polmonare;
  • Ridotta forza dei muscoli respiratori;
  • Poca resistenza allo sforzo.

Inoltre, circa 3 pazienti su 10 guariti dalla SARS presentavano delle grandi cicatrici a livello polmonare, segno di fibrosi, che intaccavano la funzionalità respiratoria al punto da provocare un grande affaticamento anche dopo una breve camminata. Queste ricadute si sono verificate anche in pazienti giovani (30-75% dei casi analizzati).

Ambulatori post-covid: per un monitoraggio accurato nel tempo

Viste le conseguenze che il Coronavirus può avere sul nostro organismo, non solo sui polmoni, molti ospedali hanno deciso di strutturare degli ambulatori post-covid, in maniera tale da poter seguire i pazienti anche una volta tornati alla vita quotidiana e valutare eventuali terapie farmacologiche e/o riabilitative.

Secondo le indicazioni della British Thoracic Society, i pazienti dovrebbero essere sottoposti a:

  • medico che controlla i polmoni del pazienteRadiografia del torace;
  • Test di funzionalità respiratoria;
  • Test del cammino (6 minuti);
  • Ecografia del torace e cardiaca;
  • Tac del torace.

Secondo i dati preliminari, molti dei pazienti dimessi presentano un quadro clinico di insufficienza respiratoria cronica e sintomi di fibrosi polmonare a distanza di settimane dalla guarigione.

 

Se hai bisogno di un supporto da parte di uno specialista, puoi contattarlo tramite il servizio di Telemedicina.

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