Il tumore alla prostata e l’importanza della chirurgia robotica

Il tumore alla prostata e l’importanza della chirurgia robotica

Editato da: Veronica Renzi il 21/08/2023

In base agli studi più recenti, il cancro alla prostata è la seconda causa di morte negli uomini e, tra questi, molti non sono a conoscenza dei sintomi della patologia. Mentre la chirurgia robotica ha aperto scenari inaspettati nell’ambito del trattamento chirurgico, la diagnostica precoce è la chiave per poter individuare più casi e, quindi, arrestare una tendenza negativa. Il Dott. Giovanni Ferrari, esperto in Urologia a Modena, formatosi in Italia e all’estero, illustra l’importanza e i vantaggi della chirurgia robotica nel trattamento del tumore alla prostata

Cos’è un tumore alla prostata?

La neoplasia prostatica è uno dei tumori più frequenti e ad elevata mortalità nel sesso maschile. In Europa, il carcinoma prostatico (PCa) è la neoplasia solida più comune con un’incidenza di 214 casi per 1000 soggetti di sesso maschile, superando il cancro al polmone e al colon-retto. Inoltre, il PCa è attualmente la seconda causa di morte per cancro nel maschio. Dal 1985 c’è stato un lieve aumento del numero di morti per PCa in molti Paesi, specie in luoghi in cui il PCa non è comune. In Italia l’incidenza è del 14% con una mortalità dell’8%, e si stima che i suddetti dati si manterranno in aumento, probabilmente in correlazione ad una diagnostica migliore, più precoce ed accurata.

Sintomi del tumore alla prostata

Il tumore alla prostata può causare:

Tuttavia, il carcinoma della prostata in fase precoce di solito non dà luogo a sintomi. Spesso viene diagnosticato in seguito al riscontro di un livello elevato di PSA durante un controllo di routine.

I problemi a urinare provocati dal carcinoma della prostata sono spesso simili a quelli che si riscontrano anche nell’ipertrofia prostatica benigna (il tipico ingrossamento benigno della prostata che si verifica con l’avanzare dell’età), ossia la pollachiuria (piccole e frequenti emissioni di urina), la nicturia (la necessità di urinare durante la notte), la stranguria (difficoltà e dolore a urinare), il mitto ipovalido (riduzione del getto) e l’ematuria (presenza di sangue nelle urine).
Solo se il tumore è in stadio molto avanzato, ossia se ha dato metastasi in altre parti del corpo, possono comparire altri preoccupanti sintomi, di cui il più comune è il dolore osseo, spesso localizzato alla colonna vertebrale, alle costole o al bacino. 

Tumore alla prostata: rischi e prevenzione

Lo sviluppo del carcinoma della prostata è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici (responsabili della familiarità e della diversa incidenza nelle razze umane) e ambientali (fattori dietetici e cancerogeni presenti nell’ambiente). Attualmente i fattori causali ritenuti più rilevanti sono l’età avanzata e la presenza di ormoni androgeni (quelli tipici del maschio, in particolare il testosterone e i suoi derivati) biologicamente attivi nel sangue circolante e nel tessuto della prostata.

Nell’ambito dello stile di vita, è stato verificato che fattori come l’eccessivo consumo di cibo grasso e calorico e di alcool, il comportamento sessuale e l’infiammazione cronica sono stati tutti fattori correlati allo sviluppo e alla progressione della malattia. Oggi si fa particolare attenzione anche allo scarso apporto di fattori protettivi come le Vitamine C e D, gli oligoelementi e sostanze antiossidanti.

In base a quanto riscontrato appare ragionevole consigliare di ridurre l’assunzione di grassi animali e incrementare il consumo di frutta, cereali e verdura, al fine di diminuire il rischio di sviluppare la malattia. È stato anche ipotizzato un possibile ruolo di prevenzione di farmaci che inibiscono l’attività ghiandolare della prostata, come per esempio gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, o di integratori come vitamina E e selenio, ma i dati finora a disposizione non consentono ancora di formulare specifiche indicazioni al riguardo.
Nella prevenzione, un ruolo importante è sicuramente attribuito alla diagnosi precoce. Il consiglio di fondo è quello di rivolgersi subito al proprio medico in presenza di sintomi o di fattori importanti di rischio, per valutare l’opportunità di eseguire l’esame del PSA e ulteriori indagini. Non di minor importanza è la visita preventiva annuale urologica associata al monitoraggio del PSA, da effettuare a partire dai 50 anni o 45 in presenza di familiarità.

La chirurgia robotica nel trattamento del tumore alla prostata

Per i pazienti con tumore prostatico localizzato esistono varie tecniche di trattamento alternative, ma sulla base di eccellenti tassi di sopravvivenza, la prostatectomia radicale è considerata il gold standard terapeutico. 
L’intervento di prostatectomia radicale robotica consiste nell’asportazione completa della prostata per via laparoscopica, con l’impiego del sistema robotico DaVinci®. La tecnica robotica consente di operare con un ingrandimento visivo di circa 20 volte e con una visione a 3 dimensioni, consentendo di eseguire l’intervento con una accuratezza significativamente superiore a quella della chirurgia a cielo aperto o della chirurgia laparoscopica classica. L’intervento viene eseguito in anestesia generale. 
A partire dalla prima giornata postoperatoria, il paziente riprende a bere e ad alimentarsi in modo progressivo e già dalla seconda giornata postoperatoria, laddove le condizioni generali del paziente lo consentano, avviene la dimissione con il catetere vescicale (che verrà mantenuto in sede per 5-7 giorni).

Vantaggi e svantaggi della chirurgia robotica nel trattamento del tumore alla prostata

Il Robot Da Vinci aumenta la destrezza del chirurgo ed offre una più corretta coordinazione mano-occhio, favorisce una posizione più ergonomica alla console e migliora la visione che diviene tridimensionale. In taluni casi rende possibile una chirurgia altrimenti difficile o impossibile. Inoltre elimina il tremore ed aumenta i cosiddetti gradi di libertà degli strumenti operatori e delle loro estremità articolabili, da quattro a sette. Tutto ciò rende rapida la fase di apprendimento, soprattutto per coloro che hanno già esperienza di chirurgia mininvasiva videoassistita laparoscopica e/o toracoscopica.

Esistono comunque anche alcuni svantaggi, quali la perdita di ogni sensazione tattile e di ogni sensibilità di tensione: ciò può provocare inavvertite lacerazioni di organi o tessuti. Inoltre il posizionamento dello strumentario sul malato, le manovre preparatorie all’intervento richiedono parecchio tempo e particolare competenza da parte del personale di sala operatoria ed allungano i tempi di occupazione della sala operatoria e della narcosi. Ma il maggiore degli svantaggi è rappresentato dagli alti costi.
In conclusione sino ad oggi sono state ampiamente dimostrate la fattibilità, l’efficacia, la sicurezza della chirurgia robotica.
La robotica è, secondo la maggioranza degli autori, la nuova rivoluzione della Chirurgia: al momento è ancora nella sua fase iniziale, tuttavia è assolutamente chiaro che sia lo strumentario che le tecniche così utilizzate si pongono sulla strada di un progresso che non tarderà a maturare ed arrivare.

Urologia a Modena