Implantologia: limitare i rischi? Si può

Implantologia: limitare i rischi? Si può

Editato da: Serena Silvia Ponso il 07/04/2023

Da vari decenni l’implantologia, che consiste nel posizionamento per via chirurgica di impianti cilindrico-conici in titanio all’interno dell’osso (osteointegrata), è una realtà affermata nel campo della medicina e permette di sostituire uno o più denti mancanti. Il Prof. Massimo Simion, docente di Odontoiatria all’Università di Milano e uno dei maggiori esperti in implantologia e rigenerazione ossea, ci parla dei nuovi sviluppi di questa metodica e, in particolare, di come prevenire la perimplantite, ovvero il processo infiammatorio che compromette i tessuti intorno all’impianto osteointegrato

Cos’è l’implantologia osteointegrata?

L’osteointegrazione è una metodica sviluppata negli ultimi 40 anni che prevede l’utilizzo di impianti all’avanguardia per riabilitare le funzioni masticatorie del paziente affetto da edentulismo totale o parziale
Grazie agli studi del Prof. Branemark, a partire dal 1980 tale branca della medicina si è sviluppata assumendo connotati più scientifici rispetto al passato. Ultimamente sono stati riscontrati problemi di affidabilità a lungo termine dell’impianto, dovuto prevalentemente alle tecniche utilizzate e alle superfici implantari modificate, ma questi rappresentano ostacoli aggirabili mediante il ritorno a metodi più tradizionali.

Quali sono i pro e i contro dell’implantologia?

Il principale vantaggio di questa disciplina è quello di poter trattare un gran numero di pazienti, che hanno perso i loro denti naturali, mediante protesi fisse in sostituzione delle protesi parziali o totali rimovibili, le dentiere, conferendo quindi un sorriso naturale gradevole.
Dall’altro lato, oltre a controlli periodici, l’impianto richiede una pulizia e un’igiene orale più accurate, non essendo scevro da rischi di infezione dei tessuti perimplantari.  

 

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Perimplantite: cos’è e perché se ne parla?

La perimplantite è una malattia infiammatoria dei tessuti duri e molli provocata da batteri che colonizzano la superficie degli impianti, e comporta un riassorbimento dell’osso fino a rendere l’impianto instabile e inefficace. Tecniche innovative per contrastare la formazione di tali batteri sono attualmente in fase di sperimentazione.
Negli ultimi anni, con l’avvento di impianti con superfici più ruvide, la percentuale dei pazienti affetti da perimplantite è aumentata esponenzialmente fino a raggiungere percentuali del 15%. La perimplantite si manifesta dopo alcuni anni (da 3 a 7 anni) e può compromettere seriamente le ossa mascellari del paziente.

Come contrastare la perimplantite?

La prevenzione è l’unica arma contro la perimplantite; questa, difatti, una volta manifestatasi, risulta essere difficile da trattare in modo efficace. Il trattamento consiste nella revisione chirurgica del sito, andando a lisciare e decontaminare la superficie dell’impianto; il trattamento è comunque invasivo e presenta percentuali di successo solo del 50% dei casi trattati.

Anche i materiali utilizzati possono favorire la comparsa di perimplantite?

Le moderne superfici ruvide rappresentano una delle maggiori concause dell’instaurarsi della perimplantite: queste, difatti, consentono ai batteri di depositarsi più facilmente e più tenacemente. Gli impianti precedenti, con superficie liscia, sono stati abbandonati dalle aziende al fine di ridurre i tempi di guarigione e di conseguenza il tempo totale di trattamento. Questo, tuttavia, ha portato a una maggiore incidenza di perimplantite. Pertanto, suggerisco di assumere un atteggiamento più prudente utilizzando i moderni impianti dentali con superficie cosiddetta “ibrida”, ovvero con il 50% della superficie liscia nella parte più superficiale e il 50% della superficie ruvida nella porzione più profonda, lontana dai rischi di contaminazione batterica. Allo stesso tempo, nei casi di osso morbido, occorre consentire al nostro organismo di ottenere una completa osteointegrazione dell’impianto che richiede circa 3-4 mesi; una volta che l’osteointegrazione sia avvenuta regolarmente, sarà possibile procedere con il carico dell’impianto.

 

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