Infertilità di coppia: la sterilità maschile

Infertilità di coppia: la sterilità maschile

Editato da: Jennifer Verta il 11/02/2023

Le difficoltà nel concepimento sono un problema comune a molte coppie. Si stima che, anche nei casi in cui nessuno tra i due soffra di sterilità, ogni mese le possibilità per una giovane coppia in salute di concepire siano solo del 25%. La sterilità di coppia, invece, colpisce circa il 20% delle coppie nei paesi industrializzati; nel 30% di questi casi a essere sterile è l’uomo. Le cause dell’infertilità sono svariate, i metodi diagnostici anche: ne parla il Prof. Giovanni Menaldo, esperto in Procreazione Assistita e Ginecologia e Ostetricia a Torino.

Quali possono essere le cause dell’infertilità maschili?

Le cause più diffuse sono quelle che seguono:

  • Occlusione delle vie seminali attraverso cui passa lo sperma;
  • Ipogonadismo di origine endocrina;
  • Disfunzione erettile;
  • Cause ereditarie;
  • Varicocele;
  • Infiammazione della ghiandola prostatica;
  • Infiammazioni di tipo cronico;
  • Mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli (Criptorchidismo);
  • Presenza di anticorpi antisperma.

Come si diagnostica la sterilità maschile?

La medicina ha permesso negli ultimi decenni di trattare disturbi legati all’infertilità maschile che fino a poco tempo fa erano ritenuti irresolubili.

Per trovare la terapia corretta è necessario essere in possesso della giusta diagnosi; quest’ultima si può ottenere seguendo queste tappe:

  • Visita preliminare per raccogliere la storia clinica del paziente (anamnesi);
  • Esame obiettivo;
  • Spermiogramma (o esame del liquido seminale): rileva le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi; la loro motilità ne indica infatti la forza fecondante;
  • Esame del dosaggio ormonale: si effettua dosando l’FSH (ormone follicolo-stimolante), l’LH (ormone luteinizzante) e il Testosterone; in alcuni casi può essere richiesto di misurare anche la Prolattina, l’Inibina B, l’Estradiolo, l’SHBG, l’FT4 (tiroxina libera) e il TSH (ormone tireostimolante).

Quali fattori di rischio può individuare l’anamnesi?

La visita durante la quale il medico raccoglie la storia clinica del paziente può servire a riconoscere i seguenti fattori di rischio, che potrebbero aver contribuito all’insorgenza della sterilità:

  • Parotite: se si manifesta dopo l’adolescenza, può risultare in atrofia testicolare e in azoospermia (ovvero assenza di spermatozoi);
  • Tubercolosi: può causare l’ostruzione irreversibile delle vie seminali;
  • Diabete: può determinare disturbi nell’eiaculazione e alterazioni della fecondità;
  • Fibrosi cistica: causa spesso l’assenza delle vescichette seminali;
  • Abuso di farmaci per un determinato periodo di tempo;
  • Esposizione a sostanze tossiche, radiazioni o calore intenso.

Come avviene l’esame obiettivo?

L’esame obiettivo si esegue solitamente nel modo che segue:

  • Palpazione dello scroto;
  • Osservazione del volume dei testicoli: indica la quantità di tubuli seminiferi attivi;
  • Esplorazione del retto: permette di valutare la prostata.

Cosa può rilevare l’esame del liquido seminale?

Lo spermiogramma è l’esame più importante per diagnosticare le cause della sterilità maschile. Può tuttavia dare risultati anomali in determinate situazioni (se si sono assunti antibiotici, se il paziente ha sofferto di febbre prima del test, etc) e in tal caso dovrebbe essere ripetuto dopo un certo periodo.

Lo spermiogramma può individuare i seguenti disturbi:

  • Azoospermia (assenza di spermatozoi);
  • Astenospermia (la motilità degli spermatozoi è ridotta);
  • Oligospermia (minore numero di spermatozoi);
  • Teratozoospermia (alterazioni della forma degli spermatozoi).

Questo esame può essere integrato con i test della spermiocoltura e di agglutinazione mista MAR-test.

Quali risultati possono dare i dosaggi ormonali?

Se l’ormone FSH è anormalmente alto significa che i testicoli sono stati sottoposti a un danno testicolare primitivo; se, al contrario, è particolarmente basso, ciò può essere dovuto a ipogonadismo ipogonadoprodo, soprattutto quando si osserva anche un numero ridotto o l’assenza di spermatozoi; infine, se il valore dell’ormone FSH è nella norma, talvolta ciò che causa la sterilità è l’ostruzione delle vie seminali.

Quali esami integrativi possono essere richiesti?

Nel caso in cui la diagnosi resti incerta, il medico può prescrivere i seguenti esami:

  • Ecocolordoppler dei testicoli o dello scroto: permette di individuare eventuali varicocele (dilatazione delle varici del cordone spermali) o lesioni testicolari;
  • Ecografia trans-rettale ed ecografia dello scroto e dei testicoli: possono individuare malattie della prostata, forme ostruttive acquisite delle vie seminali, tumori ai testicoli, spermatocele etc.
Ginecologia e Ostetricia a Torino