Intolleranze alimentari: quali sono le più comuni?

Intolleranze alimentari: quali sono le più comuni?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 09/05/2023

Al contrario di quello che si possa pensare, l’intolleranza alimentare non è una moda emersa negli ultimi anni, ma è un disturbo conosciuto da lungo tempo: si basti pensare che già 2400 anni fa Ippocrate parlava di “reazioni avverse agli alimenti”. Ne parla l’esperto in Gastroenterologia

Cosa si intende per intolleranza alimentare?

Al giorno d’oggi con questo termine si intende un gruppo disomogeneo e disordinato di disturbi dell’apparato digerente, che sono poco caratteristici, diversi da persona a persona e che insorgono solitamente subito dopo i pasti.

Reazioni tossiche, reazioni non tossiche, allergie e intolleranze

Le reazioni provocate dall’introduzione di alcune sostanze nel corpo sono di diversa natura e si possono suddividere in due grandi categorie:

  1. Reazioni tossiche. Sono reazioni forti e violente la cui diagnosi è semplice da effettuare dato che i sintomi sono altamente specifici. Più comunemente conosciute come intossicazioni alimentari, alcune esempi di reazioni tossiche sono quelle da ingerimento di funghi velenosi e di pesce avariato;
  2. Reazioni non tossiche. Colpiscono solo le persone sensibili a particolari sostanze e si dividono a loro volta in:
  • Allergie, caratterizzate da una sintomatologia caratteristica e, spesso, facilmente riconoscibile. Coinvolge reazioni mediate da alcune immunoglobuline o da molecole come l’istamina.
  • Intolleranze, caratterizzate da disturbi eterogenei, da differenti cause e da una patogenesi mista (immunologica e metabolica), non possono ancora essere diagnosticate con certezza perché i test esistenti non sono completamente affidabili.

Quali sono le intolleranze più comuni?

Ad oggi le condizioni meglio conosciute sono quella al lattosio, quella al nichel e quella al glutine. Una delle più comuni è l’intolleranza al lattosio, che è facilmente riconoscibile grazie ai sintomi caratteristici che provoca, come gonfiore addominale, dolore, e diarrea. La sua diagnosi si effettua con il Test del Respiro, ma basterebbe anche bere un bicchiere di latte e valutare i sintomi, sintomi che dovrebbero essere assenti con altri alimenti. Bisogna ricordare che, chi può assumere latte senza problemi è affetto da una mutazione genica insorta in epoca preistorica che gli permette di assumere questo cibo visto che, di regola, i mammiferi adulti non possono digerire il lattosio.

L’intolleranza al nichel, invece, non è così comune come quella al lattosio, ma è possibile diagnosticarla correttamente con un semplice test in cui viene analizzata la reazione cutanea dopo 24 ore dall’applicazione di un cerotto pregno di questa sostanza.

Infine, l’intolleranza al glutine (la malattia celiaca), è possibile individuarla attraverso un semplice prelievo del sangue o con una biopsia duodenale. Può dare seri problemi di salute se non diagnosticata per un lungo periodo, perché produce lesioni intestinali che impediscono ai cibi di essere assorbiti con conseguenze come anemia, osteoporosi, infertilità, reazioni cutanee tra quelle più comuni.

Accanto alla celiachia, esiste una ipersensibilità al glutine non celiaca che, malgrado l’assenza di lesioni dell’intestino, genera sintomi intestinali e generali che scompaiono eliminando il glutine dalla dieta. È ancora poco chiara la causa di questa condizione ma, in alcuni studi, non ha superato la prova del placebo.

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