Ipertensione arteriosa: un nemico silenzioso

Ipertensione arteriosa: un nemico silenzioso

Editato da: Gloria Conalbi il 19/05/2019

Lo sapevi che la maggior parte dei casi di ipertensioni arteriose non hanno una causa apparente? Scopri di più con il Dott. Francesco Loliva, esperto in Cardiologia a Fasano

Che cos’è la pressione arteriosa?

La pressione arteriosa è la forza con cui il sangue viene spinto nel nostro corpo. Esistono due tipi di pressione arteriosa la sistolica (massima), che è espressione del massimo flusso di sangue che viene espulso dal cuore ad ogni contrazione (sistole) e la diastolica (detta anche minima) che corrisponde al periodo di riposo del cuore (diastole).
Si parla di ipertensione arteriosa quando i valori di pressione arteriosa superano i valori soglia. I valori ottimali sono:

  • 120 mmHg per la Sistolica;
  • 80 mmHg per la Diastolica

Valori considerati buoni sono 135/85 mmHg. Per valori di 140/90 mmHg si parla di pressione arteriosa normale alta. Per valori superiori si parla di ipertensione arteriosa con vari gradi a seconda dei valori.

Quali sono le cause dell’ipertensione arteriosa?

Più del 60% delle persone con età superiore ai 60 anni soffre di ipertensione arteriosa ed è la principale causa di morte prematura. Il 95 % delle ipertensioni arteriose sono senza causa apparente ed, in questo caso, si parla di ipertensione arteriosa essenziale. Nel restante 5% le cause possono essere molteplici: legate a patologie (renali, surrenaliche, endocrinologiche, etc.), a farmaci (antinfiammatori, pillola anticoncezionale, etc.); non trascurabili tra le cause dell’ipertensione arteriosa sono i fattori legati allo stile di vita (fumo di sigaretta, sedentarietà, abuso di alcolici, dieta ricca di grassi animali). Importanti sono inoltre i fattori di rischio non modificabili (età, sesso, familiarità, etc.) sui quali, come dice il nome, non possiamo intervenire. 

Come si individua una situazione di ipertensione arteriosa?

Il sintomo più frequente per cui si effettua la prima misurazione della P.A. è la cefalea. Altri sintomi sono:

  • Vertigini;
  • Ronzii;
  • Disturbi visivi;
  • Palpitazioni;
  • Vampate di calore;
  • Emorragie congiuntivali o epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso).

La diagnosi si basa sulla misurazione della P.A. che deve rispettare alcune regole precise:

  • Stare seduti in posizione comoda
  • Appoggiare il braccio sul tavolo
  • Sistemare il bracciale dello sfigmomanometro sopra la piega del gomito
  • Effettuare più di una misurazione a distanza di due minuti fin quando si avranno due valori uguali.

Per una corretta misurazione è necessario non aver fatto sforzi fisici, non aver bevuto caffè e non aver fumato nei trenta minuti precedenti. Dopo il primo riscontro di aumento dei valori pressori è necessaria la conferma della diagnosi e questo lo si può fare con l’automisurazione domiciliare (misurare due-tre volte al giorno la P.A. per 15-20 giorni ed appuntare i risultati su di un diario) o con l’ABPM (monitoraggio ambulatoriale della P.A. nelle 24 ore).
Una volta fatta la diagnosi di ipertensione arteriosa bisogna valutare l’eventuale presenza di danni agli organi mediante Ecocardiogramma, fundus oculi ed esami di funzionalità renale. Le complicanze più pericolose sono l’infarto miocardico e l’ictus, ma non trascurabili sono le problematiche che si possono verificare a reni e bulbi oculari (retinopatia ipertensiva).

Come può essere trattata?

Per quanto riguarda la terapia al primo posto vi è la correzione dello stile di vita (abolizione del fumo e/o di sostanze eccitanti, riduzione del peso, riduzione dei grassi animali, attività fisica aerobica etc.), correzione delle alterazioni del metabolismo (dislipidemia e diabete); successivamente o, come spesso avviene, contemporaneamente si ricorre ai farmaci. Numerose sono le categorie di farmaci antipertensivi sostanzialmente ben tollerati: calcio-antagonisti, beta bloccanti, Ace-inibitori, inibitori dell’angiotensina, alfa-bloccanti e diuretici.

Cardiologia a Fasano