L’agopuntura nella terapia del dolore

L’agopuntura nella terapia del dolore

Editato da: il 13/04/2024

L'agopuntura è un trattamento medico che comporta l’inserzione di aghi nella pelle per curare diversi disturbi. Questa pratica è stata pregiudizialmente rifiutata per gran parte del secolo scorso nel mondo occidentale, ma una grande mole di studi scientifici ne ha definitivamente dimostrato diversi meccanismi d’azione e l’efficacia. Ne parla il Prof. Enrico Facco, specialista in Terapia del dolore e in Neurologia a Padova

La medicina tradizionale cinese

La medicina tradizionale cinese (MTC) e la medicina occidentale sono due mondi profondamente diversi con linguaggi e paradigmi differenti, che studiano la patologia umana da prospettive lontane tra loro elaborando quindi terapie diverse.

La MTC, usando un linguaggio appartenente al Taoismo, non è affatto comprensibile né plausibile a un primo approccio per il medico occidentale. Pertanto la MTC è stata sostanzialmente rigettata a priori dalla medicina occidentale durante gran parte del secolo appena concluso, nonostante l’evidenza del suo uso millenario in Cina e del suo ruolo essenziale nel sistema sanitario cinese.

A questo riguardo, un po’ di umiltà avrebbe dovuto far ritenere poco plausibile che i Cinesi, oltre un miliardo di persone, fossero tutte così stupide da usare una terapia priva di qualsiasi effetto per oltre duemila anni: ma le convinzioni, le credenze e i pregiudizi hanno una grande forza, che spesso supera la percezione della realtà, perché in grado di evitare gli elementi in contraddizione con le certezze e la visione del mondo acquisita.

Le “vie del dolore” nel corpo umano

L’apparente assenza di qualsiasi elemento di plausibilità derivava, oltre che dalla profonda diversità del paradigma, dalla mancanza delle conoscenze di neuroanatomia, neurofisiologia e neurochimica indispensabili alla comprensione dei meccanismi dell’agopuntura.

Non era possibile nemmeno ipotizzare una sua azione analgesica prima della scoperta delle vie nervose deputate al controllo del dolore e dei loro neurotrasmettitori (ad es., gli oppioidi endogeni), avvenuta negli anni settanta (Melzack e Wall, 1970; Melzack e Wall, 1975). Prima di quegli anni si riteneva che il dolore fosse un processo di mera trasmissione da parte dei nervi dall’area danneggiata al cervello, come se si trattasse di semplici fili elettrici; oggi invece è evidente la complessità del sistema delle vie del dolore, denominato neuromatrice del dolore (Melzack, 2001; Trout, 2004; Visser e Davies, 2010) e dotato di potenti meccanismi fisiologici di controllo in grado di poterne addirittura abolire la percezione.

Prima di tali scoperte scientifiche mancavano dunque le basi scientifiche necessarie per comprendere come, stimolando alcuni punti del corpo (e quindi le rispettive vie nervose) con degli aghi, o con l’ipnosi e la meditazione, si potessero ottenere effetti terapeutici sul dolore come su altri sintomi.

Agopuntura: tecnica di neuromodulazione

Dopo una lunga quarantena durata circa un secolo si sta finalmente affermando nella letteratura scientifica internazionale una crescente evidenza dell’efficacia dell’agopuntura assieme alla dimostrazione dell’inconsistenza dei pregiudizi del passato (per ulteriori dettagli sui problemi metodologici della ricerca in agopuntura e sulle prime evidenze scientifiche della sua efficacia, v. NIH, 1998; NIH, 2000; Ceccherelli e Facco, 2005).

Dal punto di vista occidentale, l’agopuntura può essere considerata una tecnica di neuromodulazione: l’azione essenziale degli aghi è infatti individuabile nella modulazione dell’attività di vie nervose in grado di modificare l’attività del sistema nervoso centrale (Ceccherelli e Facco, 2005; Facco, 2001). Tuttavia la riflessoterapia eseguita con criteri solo occidentali non è ancora in grado di sostituire il paradigma della MTC, se non accettando di perdere importanti risorse terapeutiche distillate da un’esperienza millenaria, cui non si può accedere in altro modo per il momento: questo pone con assoluta concretezza il problema della relazione tra paradigma e conoscenza in termini non solo filosofici, ma clinici pratici e terapeutici.

L’agopuntura nel trattamento della cefalea

Nonostante le difficoltà di tipo culturale, le medicine non convenzionali hanno subito una progressiva diffusione nei paesi occidentali e oggi si stima che non meno di una persona su quattro faccia loro ricorso, o sia disponibile a farlo.

L’agopuntura è percepita dai pazienti come la migliore terapia non convenzionale per curare le cefalee (von Peter et al, 2002; Larner, 2005), mentre due recenti metanalisi della letteratura scientifica riportano una chiara evidenza della sua efficacia, che si è dimostrata non inferiore a quella della terapia farmacologica ma con minori effetti collaterali (Linde et al., 2009a; Linde et al., 2009b).

Stanno infine comparendo nella letteratura internazionale occidentale i primi studi che propongono e discutono in modo metodologicamente corretto il paradigma della MTC (Zhao, Stillman e Rozen, 2005; Facco et al, 2008) e ulteriori studi che dimostrano la superiorità dell’agopuntura nella profilassi dell’emicrania rispetto alla terapia farmacologica (Facco et al., 2013°; Yang et al., 2011).

La possibilità di curare molti disturbi senza farmaci ed effetti collaterali sostanzialmente assenti ha inoltre innegabili implicazioni sociali ed economiche.

Differenze principali tra medicina occidentale e medicina tradizionale cinese

La diversità del paradigma della medicina occidentale e della MTC rende ragione non solo delle diversità di approccio ma anche dei loro diversi interessi e obiettivi. La medicina occidentale è evoluta e diventata molto potente nella cura (farmacologica o chirurgica) delle malattie organiche, mentre l’agopuntura è molto efficace nella terapia dei disturbi funzionali e quelli soggettivi del paziente (come ad esempio quelli dolorosi), prendendosi cura di questi con un approccio olistico.

Nel Nei Jing SU Wen (le fonti classiche dell’agopuntura, redatte prima del 500 a.C.) era già riportato che la preoccupazione nuoce allo stomaco e che il bravo medico deve curare i disturbi dell’energia prima che della forma, ovvero curare il conflitto psicologico prima che diventasse disturbo organico (gastrite o ulcera).

Il Taoismo, con la dinamica ciclica non-dualistica del suo pensiero, ha inoltre intuito da oltre duemila anni in modo sorprendentemente moderno il concetto di trasformazione tra energia e materia e concetti come quello di feed-back (alla base dei processi cibernetici di autoregolazione e di quelli omeostatici dell’organismo), rappresentati in modo molto preciso nello stesso simbolo del Tao (Facco, 2014; Facco e Fracas, 2018).

Medicina occidentale e MTC: due sistemi complementari

Vi è dunque un’intrinseca complementarietà di obiettivi e competenze tra MTC e medicina occidentale, mentre l’apparentemente inconciliabile contraddizione fra i due sistemi è di natura essenzialmente epistemologica e dipende da una visione ristretta, che discrimina e rifiuta a priori le diversità più che cercare di comprenderle.

Le due medicine potrebbero invece diventare due sottosistemi di un sistema più ampio, che sia in grado di superare e accogliere le diversità e le (solo apparenti) contraddizioni; per alcuni capitoli, come le cefalee, oggi le evidenze scientifiche sono ormai tali da poter considerare l’agopuntura non più come una terapia “alternativa” irrilevante o  di secondaria importanza ma come la tecnica di prima scelta nella terapia di questo disturbo, per la sua dimostrata efficacia associata all’assenza pressoché completa di effetti collaterali.

Le altre applicazioni dell’agopuntura

Oltre alle cefalee l’agopuntura è indicata in tutta la terapia del dolore muscoloscheletrico (ad es. dolore cervicale, lombosciatalgia, periartriti scapolo-omerali), in molte nevralgie, come quelle trigeminali, nel dolore temporo-mandibolare e orofacciale cronico. Ha inoltre un’utile applicazione nei disturbi d’ansia (ad es. ansia generalizzata, attacchi di panico), negli stati ansioso-depressivi e nell’insonnia.

Questi effetti dell’agopuntura sono collegati alla sua capacità di modulare l’attività neurovegetativa e di stimolare la liberazione di neurotrasmettitori come oppioidi endogeni e serotonina, che la rende, di fatto, un analgesico e un antidepressivo fisiologico, sinergico rispettivamente con i morfinici e con i farmaci antidepressivi, ma privo di effetti collaterali (Cabyoglu, Ergene e Tan, 2006; Ma, 2004).

Tra le altre indicazioni dell’agopuntura sono da menzionare i disturbi funzionali, neurovegetativi e psicosomatici della sfera ostetrico-ginecologica (ad es. dismenorrea, iperemesi gravidica, e dolore pelvico cronico), dermatologica (ad es. acne e dermatiti di origine psicosomatica), gastroenterologica (ad es. turbe digestive, colon irritabile, stipsi e diarrea), cardiologica (disturbi funzionali cardiaci), otorinolaringoiatrica (ad es. vertigini e acufeni), urologica (cistiti abatteriche, disfunzione erettile, enuresi notturna)  e pneumologica (ad es. alcune forme di asma).

 

Bibliografia

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Terapia del dolore a Padova