L’evoluzione della chirurgia mininvasiva: nuove tecniche, nuovi obiettivi

L’evoluzione della chirurgia mininvasiva: nuove tecniche, nuovi obiettivi

Editato da: il 04/05/2020

Il Dott. Enrico Restini, esperto in Chirurgia Generale a Bari, ci parla dell'evoluzione della chirurgia mininvasiva: una tecnica che oltre a fornire ottimi risultati dal punto di vista estetico, ha permesso di ridurre l'impatto fisico sul paziente e di favorire lo scambio di conoscenze tra chirurghi specialisti

Chirurgia mininvasiva e Laparoscopia

Negli anni ’90 si è diffusa la laparoscopia, un tipo di intervento mininvasivo che, attraverso il laparoscopio (un tubo di circa 5-10mm di diametro), permette la visione degli organi interni durante l’operazione grazie ad una microtelecamera a fibre ottiche dotata di un sistema d’illuminazione. Questo tipo di chirurgia, che inizialmente sembrava offrire migliori risultati solo dal punto di vista estetico, in seguito ha mostrato anche altri vantaggi clinici in cui la minore invasività rispetto alla chirurgia tradizionale e i conseguenza minori danni al sistema immunitario assicurano, secondo alcuni studi, per esempio nel cancro del colon T3, un 20% in più di sopravvivenza. La laparoscopia però non deve essere considerata una alternativa alla chirurgia tradizionale, bensì una sua evoluzione.

 

La diffusione della chirurgia mininvasiva e l’importanza dell’approccio multidisciplinare

Al giorno d’oggi circa il 60% degli interventi chirurgici viene eseguito, anche in maniera multidisciplinare, con chirurgia mininvasiva. Nel caso del cancro pelvico, per esempio, saranno necessarie le conoscenze integrate di un chirurgo generale, di un chirurgo ginecologo-oncologico, di un urologo e di un chirurgo vascolare. L’intervento mininvasivo, grazie alle immagini che permettono di vedere in diretta l’operazione, favorisce la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra i chirurghi, garantendo un miglior risultato.

 

I vantaggi della chirurgia mininvasiva

I vantaggi della chirurgia mininvasiva sono a 360º: il chirurgo acquisisce nuove competenze, il paziente si sottomette ad un’operazione che avrà un impatto meno violento sul suo fisico ed i tempi d’operazione e di degenza sono notevolmente ridotti, aumentando la disponibilità delle strutture sanitare. Questi interventi sono applicabili in qualsiasi campo medico: in Oncologia e Ginecologia, ad esempio, circa il 90% degli interventi viene eseguito con queste tecniche.  

 

Nuove tecniche di chirurgia mininvasiva

Attualmente in Oncologia si stanno iniziando a trattare alcune patologie con la radiochirurgia, un tipo di intervento che agisce direttamente sul tumore, provocandone la distruzione o la morte cellulare (necrosi). La radiochirurgia viene eseguita in una o più sedute (massimo 5) attuando sul tumore senza anestesia ed in maniera poco invasiva, utilizzando radiazioni al posto del bisturi. Gli obiettivi futuri in campo medico sono l’utilizzo della microrobotica e di nuovi tipi di energie, come quella elaborata dal ciclotrone, che attraverso dei fasci di microbeam riescono ad eseguire tagli a livello cellulare sul tumore. Queste nuove tecniche sono ancora in fase di sviluppo e non hanno ancora raggiunto la fase di applicazione tecnica.

 

 

Editor: Valerio Bellio

Chirurgia Generale a Andria