La ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore: a che punto siamo nel 2018?

La ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore: a che punto siamo nel 2018?

Editato da: il 29/04/2020

Il Dott. Daniele Comba, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Torino, parla dei successi raggiunti nel campo della ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore

Sono circa 200mila all’anno gli interventi di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore eseguiti in Europa. Davanti a questo impressionante numero di nuovi casi operati, con un trend di incremento costante di quasi il 10 % all’anno, diventa oggi necessario porsi alcune domande:

  • Cosa sappiamo oggi sull’anatomia e sulla fisiologia del Legamento Crociato Anteriore?
  • Conosciamo meglio l’evoluzione biologica e funzionale dei trapianti pro-LCA rispetto a 5-6 anni fa?
  • Come sono andati i nostri interventi dell’ultimo decennio? Hanno consentito una ripresa completa delle attività sportive?
  • Hanno migliorato il destino dei menischi, riducendone il rischio di rottura secondaria?
  • Hanno impedito, o almeno rallentato, l’evoluzione artrosica delle ginocchia operate, in confronto a quelle non operate?

Proviamo a rispondere.

Anatomia e fisiologia del Legamento Crociato Anteriore

La descrizione anatomica di un LCA composto da 2 fasci separati, antero-mediale e postero-laterale (che aveva giustificato l’adozione delle tecniche di ricostruzione “a doppio fascio”), sembra ormai superata e sta lasciando il posto ad una più precisa visione “dinamica” del legamento, il quale presenterebbe la morfologia di un “nastro” che si torce sul suo asse durante la flessione del ginocchio.

Questa nuova concezione ha portato i chirurghi di oggi ad un posizionamento più “fisiologico” del trapianto utilizzato nella ricostruzione.

Evoluzione biologica e funzionale

Gli studi più recenti hanno mostrato che l’evoluzione biologica dei trapianti pro-LCA si completa tra i 12 ed i 24 mesi. E ancora: il rating di ri-rotture nel corso del primo anno, soprattutto nella popolazione dei pazienti under 20, è purtroppo ancora molto alto, superando in alcune casistiche addirittura il 30%.

Questi dati hanno portato la maggior parte dei chirurghi verso un approccio più prudente nel post-operatorio, concedendo il ritorno alle attività sportive non prima dei 9 mesi dall’intervento, e solo dopo aver superato i test funzionali che dimostrino il raggiungimento di potenza, agilità, coordinazione e trofismo muscolare completi.

Ritorno allo sport

Una revisione della letteratura recente sui pazienti operati di ricostruzione del LCA ha mostrato percentuali di ripresa dello sport praticato prima della lesione nell’81% dei casi, ritorno al livello sportivo precedente nel 65% dei pazienti e ritorno agli sport competitivi ai livelli pre-lesione solo nel 55% degli atleti.

Questi dati non propriamente soddisfacenti dovrebbero far riflettere i chirurghi, prima di promettere ai loro pazienti un recupero sportivo facile e completo!

Efficacia nella prevenzione delle lesioni meniscali e dell’artrosi

Gli studi più recenti sembrano non lasciare dubbi: l’incidenza delle lesioni meniscali nelle ginocchia operate di ricostruzione del LCA è inferiore rispetto a quella delle ginocchia con instabilità anteriore non operata. E non solo: l’incidenza si riduce quanto più precoce è l’intervento. È inoltre dimostrata una migliore percentuale di guarigione delle lesioni meniscali riparate durante un concomitante intervento di ricostruzione del LCA.

Tuttavia, dovremmo ammettere che i dati sulla degenerazione articolare presente nelle ginocchia che abbiano riportato una lesione del LCA non sono totalmente positivi nel lungo periodo. Ad esempio, 10 anni dopo una lesione del LCA, più del 50% dei pazienti presenta un quadro artrosico, indipendentemente dal fatto che sia stato eseguito un intervento di ricostruzione oppure no. Anche questo dato dovrebbe indurre i chirurghi a maggiore prudenza nel prospettare un intervento di ricostruzione del LCA con la finalità di prevenire un quadro degenerativo articolare.

Il Legamento Crociato Anteriore oggi

In conclusione, possiamo affermare che oggi, grazie alle maggiori conoscenze di anatomo-fisiologia e grazie al conseguente sviluppo di nuove tecniche chirurgiche, i risultati soggettivi ed obiettivi delle ricostruzioni del LCA possano essere complessivamente migliori rispetto a quelli ottenuti 5-10 anni fa.

Alla luce delle più recenti osservazioni in letteratura, però, deve oggi essere posta maggior cautela nel consentire una precoce ripresa delle attività sportive, amatoriali ed agonistiche (soprattutto nei soggetti di età più giovane), avvertendo i pazienti che possono riprendere con sicurezza il loro sport solo dopo il superamento di test funzionali di potenza, agilità e coordinazione muscolare.  

C’è ancora molto spazio per incrementare le nostre conoscenze sulla fisiologia del Legamento Crociato Anteriore, sulla biologia e biomeccanica dei trapianti comunemente utilizzati e, quindi, migliorare ulteriormente i nostri risultati. E la prevenzione delle lesioni del LCA deve ancora essere un capitolo fondamentale di questa affascinate storia, sempre in evoluzione!

Editor Karin Mosca

Ortopedia e Traumatologia a Torino