Le lesioni dei legamenti crociati del ginocchio

Le lesioni dei legamenti crociati del ginocchio

Editato da: il 13/04/2024

 

Come si trattano le lesioni dei legamenti crociati del ginocchio? Lo spiega Il Dott. Filippo Maria Surace, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Torino

Cosa sono i legamenti crociati?

I legamenti crociati, anteriore e posteriore, evitano che la tibia si sposti in avanti o indietro rispetto al femore. Inoltre, la direzione obliqua rispetto agli assi corporei fa sì che i crociati partecipino anche alla stabilità torsionale e medio-laterale dell'articolazione. Quando i legamenti sono lesionati, però, si perde la stabilità del ginocchio.

Quali sono le lesioni dei legamenti crociati più frequenti?

I traumi che più causano la rottura dei legamenti crociati sono quelli di tipo distorsivo. Spesso la rottura di un crociato si accompagna anche a lesione dei legamenti collaterali, del legamento antero-laterale e dei menischi.

La lesione dei legamenti crociati può considerarsi un tipico infortunio sportivo, per questo i soggetti più a rischio sono i giovani e i giovani-adulti attivi.

In generale, il legamento crociato anteriore è più esposto al rischio di lesione.

Quali sono i sintomi di una rottura dei legamenti crociati?

Il primo segnale della rottura di un legamento crociato è l’emartro, cioè un versamento di sangue che distende l'articolazione. L’intensità del dolore e il livello dell’impotenza funzionale dipendono dalla gravità della rottura legamentosa, dalle eventuali lesioni associate e dalla distensione della capsula articolare.

La sintomatologia acuta si risolve nel giro di 2 o 3 settimane e, se non vi sono altre lesioni, il paziente solitamente recupera anche parte della funzione articolare. Resta, comunque, una sensazione di instabilità che impedisce la pratica sportiva.

Come si diagnostica la rottura dei legamenti crociati?

Per confermare il sospetto clinico, l’Ortopedico può richiedere una Risonanza Magnetica, che evidenzierà l'interruzione dei fasci legamentosi e le eventuali lesioni associate.

Come si trattano le lesioni dei legamenti crociati?

Il legamento crociato posteriore, grazie alla sua vascolarizzazione, può cicatrizzare, mentre il crociato anteriore non può guarire. La sua vascolarizzazione, infatti, è insufficiente a sostenere i processi riparativi. Una volta rotto del tutto, il legamento crociato anteriore degenera irreversibilmente; se lesionato in parte, può cicatrizzare malamente formando aderenze sul crociato posteriore. Questo può determinare, oltre all'instabilità, anche deficit articolari.

Per quanto riguarda il crociato posteriore, è importante che il trattamento d'urgenza sia idoneo: il ginocchio dev’essere immobilizzato in estensione per 5-6 settimane per ottenere la cicatrizzazione del legamento. Successivamente, si inizierà un programma riabilitativo per il recupero dell'articolarità. Solo in casi molto gravi si ricorre alla ricostruzione chirurgica, utilizzando il prelievo di tendini della coscia.

Il crociato anteriore, invece, non richiede provvedimenti specifici in urgenza, in quanto non può guarire spontaneamente. Mentre in passato si tendeva ad evitare di sottoporsi a Risonanza Magnetica Nucleare in acuto e si differiva l'intervento di ligamentoplastica a focolaio infiammatorio intra ed extrarticolare raffreddato, oggi l'orientamento diagnostico-terapeutico, soprattutto negli sportivi agonisti/ professionisti, consiste in artrocentesi, RMN intervento in acuto e riabilitazione.

La chirurgia dei legamenti crociati

La chirurgia artroscopica ricostruttiva si rivela un importante aiuto per i pazienti giovani e per gli sportivi: si sostituisce il legamento danneggiato con un innesto tendineo prelevato, solitamente, dallo stesso ginocchio. Quando il paziente ha più di 40 anni, la decisione di operare dipende dal livello di attività sportiva del paziente. Se, infatti, il paziente conduce una vita sedentaria, allora può convivere senza particolari disturbi con i postumi di questa lesione.

Esistono anche delle procedure esterne (tenodesi) che possono essere associate alla ricostruzione artroscopica. Il chirurgo ortopedico “scolpisce” una bandelletta del tendine del tratto ileo-tibiale (laterale al femore) e la ribatte su se stessa dopo averla fatta passare sotto il legamento collaterale laterale. Questo tipo di intervento migliora la stabilità rotazionale, e può essere indicato nelle lesioni parziali e nei soggetti non sportivi.

Per tornare a praticare sport, bisognerà aspettare 6 mesi e seguire un programma riabilitativo personalizzato. Già dopo un mese il paziente è in grado di camminare bene e di guidare.

 

Editor Karin Mosca

Ortopedia e Traumatologia a Torino