Malattia di Peyronie e disfunzione erettile: sono collegate?

Malattia di Peyronie e disfunzione erettile: sono collegate?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 02/05/2022

Nonostante i dati possano essere maggiori dato l’imbarazzo che crea la Malattia di Peyronie, si calcola che un 4% della popolazione maschile ne soffre. Ma perché crea imbarazzo? È strettamente collegata con la disfunzione erettile? Ce ne parla il Prof. Carlo Tallarigo

Che cos'è la Malattia di Peyronie?

Consiste in un processo progressivo di connettivizzazione del tessuto elastico posto tra i corpi cavernosi del pene che in condizioni normali consente ai corpi cavernosi di espandersi quando il pene va in erezione. Tale fenomeno di trasformazione del tessuto elastico in tessuto connettivo impedisce la normale espansione di uno dei due corpi carnosi e in questo caso si produce un incurvamento per lo più in senso dorsale o laterale dell'asta peniena, o di entrambi i corpi cavernosi e in questo caso si determina un accorciamento in toto del pene.

Come si manifesta, quali sono i sintomi?

La malattia si manifesta con la formazione di noduli a forma di placche a livello dell'asta peniena e con l'incurvamento spesso doloroso del pene in erezione. Spesso il paziente lamenta anche una riduzione progressiva della lunghezza del pene. Nei casi più avanzati si ha una erezione non sufficiente a ottenere la penetrazione del pene in vagina.

Può essere la causa di disfunzione erettile?

Quando la malattia progredisce interessando i corpi cavernosi del pene può provocare disfunzione erettile sia perché può produrre la cosiddetta "fuga venosa", cioè la fuoriuscita di sangue dai corpi cavernosi in erezione con conseguente mancato mantenimento dell'erezione, sia perché l'incurvamento e il dolore possono impedire l'atto sessuale.

Quali sono i possibili trattamenti?

Nella fase iniziale il trattamento è solo medico mediante farmaci a base di vitamina E. Quando la malattia progredisce si possono eseguire cicli di ionoforesi sulla placca peniena o infiltrazioni all'interno della placca di farmaci cortisonici o di collagenasi che è un enzima derivato da un particolare batterio che ha la capacità di sciogliere il tessuto fibroso della placca. Un'altra interessante terapia non chirurgica è quella con le onde d'urto che frantumano la placca alleviando il dolore e riducendo l'incurvamento. La terapia chirurgica consiste essenzialmente nel raddrizzare il pene incurvato mediante un semplice plissettage dei corpi cavernosi analogo a quello che si esegue sulle maniche dei vestiti per renderle di uguale lunghezza, oppure nell'eseguire degli interventi maggiori durante i quali viene incisa la placca o viene del tutto asportata e il tessuto erettile viene ricoperto con materiale biologico inerte. Quando infine la malattia determina un importante deficit erettivo alla chirurgia della placca si può associare l'impianto di una protesi peniena artificiale. 

Urologia a San Bonifacio