Malattie del fegato: che cos’è la fibrosi epatica?

Malattie del fegato: che cos’è la fibrosi epatica?

Editato da: Marta Buonomano il 06/01/2020

Hai mai sentito parlare di fibrosi epatica? Scopri insieme al nostro esperto in Malattie Infettive a Lecce, il Dott. Paolo Tundo, di cosa si tratta!

Epatite virale cronica: una patologia sconosciuta

ragazzaNegli ultimi anni l’opinione pubblica e la classe medica sono state spesso implicate in “false emergenze” infettivologiche (basti pensare all’influenza aviaria, l’influenza A H1N1 o la SARS), condizioni queste che hanno creato allarme ed influenzato la nostra vita quotidiana, nonostante fossero limitate ad un numero ristretto di pazienti. Molte altre patologie colpiscono invece milioni di persone a livello mondiale, con importanti risvolti sia economici che sociali, ma rimangono costantemente sotto silenzio. Tra queste ricordiamo la malaria, l’AIDS, la tubercolosi e l’epatite virale cronica.

Malattie del fegato: come è la situazione in Italia?

Secondo studi recenti, in Italia almeno il 15% della popolazione ha un’alterazione della transaminasi (gli enzimi prodotti dal fegato), causata da fattori estremamente variegati: circa l’1% degli italiani è affetto ad epatite cronica B, il 2,5% da epatite cronica C, ma soprattutto sempre più rilevante è il danno metabolico (dovuto a condizioni quali obesità, sovrappeso o insulino-resistenza, iperlipemia) o esotossico (alcol, farmaci, droghe, ecc.); un’Incidenza minore hanno invece le malattie su base genetica o autoimmune. Tra tutte queste persone affette da epatopatia cronica, circa il 20-30% svilupperà nel corso degli anni una malattia evoluta (cirrosi) e, in un quarto di questi ultimi, si manifesterà poi lo stadio terminale dell’insufficienza epatica e/o dell’epatocarcinoma.

Epatopatie: perché è importante la diagnosi precoce?

ragazza con la pancia scopertaLe malattie del fegato sono condizioni che, nella quasi totalità dei casi, non producono sintomi di rilievo e per questo motivo la diagnosi viene formulata quasi sempre in maniera casuale, quando la patologia è già in fase avanzata oppure occasionalmente in corso di accertamenti eseguiti per altri motivi. Una diagnosi precoce, prima che si sia sviluppata una franca cirrosi, permetterebbe di provare ad intervenire tempestivamente e a correggere i fattori causali di malattia. Viceversa, se l’epatopatia viene rilevata in una fase avanzata o addirittura terminale, l’intervento medico dovrò limitarsi a gestire la situazione, a monitorizzarla nel tempo ed a cercare di diagnosticare precocemente eventuali complicanze, in primo luogo l’epatocarcinoma (il tumore del fegato).

Che cos’è la fibrosi epatica?

La fibrosi epatica è una condizione caratterizzata dalla sostituzione del normale parenchima epatico con matrice extracellulare ed è il principale processo di danno d’organo in corso di epatopatia cronica, qualunque sia la causa. In realtà l’accumulo di questa matrice non è però unidirezionale e può essere controbilanciato dalla fibrolisi, motivo per cui la fibrosi epatica può essere reversibile (almeno in parte) e la sua evoluzione può variare da paziente a paziente. In ogni caso, l’avanzare dell’epatofibrosi altera la struttura del fegato e determina una disfunzione dell’organo, fino all’insorgere di tutte le più severe complicanze:

  • Scite
  • Encefalopatia porto-sistemica
  • Emorragie digestive
  • Epatocarcinoma

Stadiare la fibrosi è quindi fondamentale per stabilire la prognosi della malattia e decidere la terapia più adatta al singolo paziente.

Misurare la fibrosi mediante biopsia epatica

uomo sedutoLa biopsia epatica rappresentava, fino a qualche anno fa, l’unica procedura per analizzare la fibrosi, ma è ormai un esame al quale si fa sempre meno ricorso, perché invasivo, costoso, doloroso, non facilmente riproducibile; per giunta la sua accuratezza può essere influenzata dall’errore di campionamento, legato ad una distribuzione non omogenea del danno al fegato. Inoltre, non si può non tener conto della riluttanza del paziente nel sottoporsi ad una procedura invasiva. Proprio per questi fattori si è cercato di ridurre sempre più l’esecuzione di biopsie epatiche per lasciare invece spazio a tecniche non invasive, più accurate, di facile esecuzione, riproducibili e ripetibili, come il l’elastometria con Fibroscan.

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