Neoplasie ginecologiche: diagnosi precoce

Neoplasie ginecologiche: diagnosi precoce

Editato da: Antonietta Rizzotti il 22/02/2023

Circa 1 donna su 10, nel mondo occidentale, si ammala di tumore al seno. Circa con la stessa frequenza, di tumori propri degli organi genitali femminili. La mammella, infatti, non è un organo esclusivamente femminile; pertanto, pur essendo molto raro nell’uomo, il tumore mammario non è considerato “ginecologico”

Quindi, quali sono i tumori propriamente “ginecologici”?

I tumori ginecologici sono le neoplasie che colpiscono gli organi genitali femminili:

  • Il corpo uterino
  • Il collo uterino
  • L’ovaio e la tuba
  • La vagina
  • La vulva

Globalmente, la possibilità di guarire è oggi più elevata grazie all’incremento dei programmi di prevenzione ed al miglioramento dei mezzi di cura. Per alcuni di questi tumori, infatti, esiste la possibilità di una prevenzione:

  • Primaria, cioè prima che il tumore si sviluppi (vaccinazione o chirurgia profilattica);
  • Secondaria, cioè quando il tumore è ancora in fase iniziale (diagnosi precoce).

L’esempio più favorevole è rappresentato dal tumore del collo uterino. Questo tumore può essere prevenuto sia prima della sua insorgenza attraverso la vaccinazione profilattica anti-HPV (virus del papilloma umano) che precocemente nelle sue fasi di sviluppo attraverso il test HPV ed il Pap-test. Ciò ha reso possibile, almeno nelle aree industrializzate ove tali programmi preventivi sono effettuati su larga scala, un abbassamento sensibile dell’incidenza e della mortalità.

Al contrario, il tumore dell’ovaio e della tuba non offre la possibilità di una diagnosi precoce; essa avviene, pertanto, nel 70% dei casi quando la malattia è già in stadio avanzato. A ciò si associa un comportamento biologico generalmente aggressivo con un’evoluzione clinica molto rapida. Questo tumore, tra i meno frequenti dell’area ginecologica (circa 1 donna su 70 se ne ammala nel corso della vita) è, pertanto, il più letale (con sfavorevole rapporto, cioè, tra pazienti ammalate e sopravviventi/guarite: solo il 40% delle pazienti sopravvive a 5 anni).

È possibile oggi individuare soggetti a “rischio genetico” di sviluppare questa neoplasia. Portatori, cioè, di una alterazione (mutazione) del DNA (nei geni cosiddetti BRCA ma anche in altri) associata ad un più elevato rischio. Tali soggetti appartengono generalmente a famiglie con alta frequenza di tumori all’ovaio/tuba e/o alla mammella. In questi soggetti si può attuare una prevenzione primaria efficace: la rimozione delle ovaie e delle tube al termine della vita riproduttiva.

Esistono dei sintomi del tumore alle ovaie/tube?

Purtroppo, i sintomi sono generalmente tardivi (senso di costipazione con disturbi dell’alvo intestinale, aumento di volume dell’addome, dolori addominali, dimagramento) compaiono, cioè, quando il tumore è già voluminoso, ma non vanno assolutamente trascurati ed impongono una tempestiva visita medica. Le donne che si sottopongono periodicamente ad una visita ginecologica possono cogliere con più successo un iniziale aumento di volume dell’ovaio/tuba e giungere prima ad una diagnosi.

La chirurgia resta la terapia fondamentale e spesso richiede interventi molto complessi. Rivolgersi a centri/professionisti  di riferimento per il trattamento di questo tumore è importante ai fini della prognosi.

Ginecologia e Ostetricia a Napoli